Le radici dell'altruismo: spinta alla sopravvivenza e natura ormonale

L'altruismo è un tema che fa molto discutere: siamo davvero capaci di compiere degli sforzi senza ricavarne nulla o è solo un modo per ottenere delle gratificazioni sociali? Ecco alcune ricerche che illustrano quanto sia complessa la natura del comportamento altruistico.

Le radici dell'altruismo: spinta alla sopravvivenza e natura ormonale

L'altruismo è un costrutto psicologico che racchiude tutti quei comportamenti messi in atto da un individuo a vantaggio di un altro. La questione che da anni affligge molti ricercatori riguarda la sua natura: l'altruismo è innato (cioè l'individuo ha una spinta automatica che lo rende meno buono) oppure è un comportamento volontario? In questo articolo ci soffermeremo su alcune scoperte che fanno da corollario a questa domanda e ci permettono di capire quanto l'altruismo, come ogni altro comportamento umano, abbia una natura complessa.

 

Altruismo e aggressività al servizio della sopravvivenza

Sebbene altruismo e aggressività possano sembrare due comportamenti assolutamente lontani si trovano agli estremi di un continuum, e nello specifico rientrano in quei comportamenti che preservano la sopravvivenza dell'individuo. Il comportamentismo più di tutti ne sottolinea la natura reattiva: l'aggressività si scatena a causa di condizioni ambientali avverse e consente all'individuo di affrontare la situazione al meglio delle sue possibilità.

Anche l'altruismo opera a difesa dell'individuo e della specie. Da una parte l'aiuto disinteressato a favore di un conspecifico aumenta la probabilità (per ciascuno di noi) di uscire indenne da qualche problema. L'effetto benefico ad ampio raggio è testimoniato anche dal plauso sociale che accompagna i gesti altruisti (che fa molto discutere sulla natura disinteressata degli stessi). Il gesto altruista è però anche accompagnato da una lettura empatica della situazione da parte di chi aiuta che in modo automatico impara ad evitare (o a gestire) una situazione spiacevole senza averne sperimentato direttamente le conseguenze.

 

Le componenti organiche dell'altruismo

Un filone di ricerche sta indagando sulle componenti organiche che potrebbero essere responsabili dell'altruismo. Uno studio della Duke University ha dimostrato l'influenza di un ormone che negli ultimi anni è stato protagonista di molte scoperte interessanti: l'ossitocina. Molte donne lo riconosceranno come l'adorabile responsabile delle doglie, ma l'ossitocina è anche l'ormone che prenderebbe parte allo stabilirsi di un legame di attaccamento della mamma con il proprio piccolo.

Questi ricercatori statunitensi hanno osservato un incremento significativo dei comportamenti altruistici in un gruppo di scimmie rhesus esposte all'ossitocina. I risultati sono stati talmente convincenti da far sperare in una sperimentazione umana molto rapida. I benefici di questa scoperta sono facilmente intuibili: eventuali farmaci all'ossitocina potrebbero giovare a soggetti autistici e a tutti coloro che sono affetti da patologie in cui l'asocialità è un sintomo importante come nel caso della schizofrenia.

 

Immagine | Thomas Nugent