Auguri di Natale, strumento di coesione sociale

Scambiarsi gli auguri di Natale, che sia tramite un regalo, un semplice biglietto o un’email rappresenta un’operazione tutt’altro che banale che segue regole più o meno codificate e che può essere funzionale tanto a consolidare i legami affettivi più stretti, quanto a formalizzare e onorare quelli più periferici o convenzionali. Ad ogni modo scambiarsi gli auguri di Natale significa esprimere una reciprocità commisurata al livello di rapporto che ci lega all’altro ed è per questo che diventa un potente strumento di coesione sociale.

Auguri di Natale, strumento di coesione sociale

Scambiarsi gli auguri di Natale è per alcuni un piacere, per altri un pesante obbligo, per altri ancora niente di più che un’incombenza cui non ci si può sottrarre per dovere di buona educazione, per altri ancora tutte queste cose insieme a seconda dell’interlocutore…

Gli auguri di Natale rappresentano in realtà un potente strumento di coesione sociale, un comportamento attraverso il quale scambiamo e reciprochiamo l’attenzione che l’altro ci sta prestando in forme e modi proporzionali e commisurati al tipo di relazione che abbiamo instaurato.

Una vera e propria “mappatura” dei nostri rapporti sociali intessuta fra biglietti d’auguri, email e strette di mano...

 

La regola della reciprocità negli auguri di Natale

Non sono molte le ricerche di psicologia che si sono espressamente occupate del ruolo giocato dallo scambio degli auguri di Natale nel mantenere – o modificare – la coesione sociale nei gruppi o contesti di appartenenza delle persone.

In linea generale possiamo dire che, quello degli auguri di Natale, è un gesto che crea e mantiene coesione sociale, e quindi struttura e regola l’appartenenza ai nostri contesti di convivenza, come qualunque altro gesto di reciprocità e di scambio.

La così detta regola della reciprocità rappresenta un principio molto potente attraverso il quale veniamo educati a contraccambiare ciò che ci viene offerto reciprocando l’entità del dono ed evitando, quindi, di sentirci in debito, in difetto o, essenzialmente, in rapporto di subalternità con l’altro.

Scambiarsi gli auguri può rappresentare quindi un adempimento doversitico o un genuino piacere a seconda della relazione che ci lega all’altro alimentando coesione scoiale attraverso il rinforzo di affetti intimi e privati o della nostra  rete informale di conoscenze.

 

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Differenze di status e coesione sociale

E’ del 1976 uno dei primi studi di psicologia sociale teso ad esplorare il ruolo giocato dalla regola della reciprocità nello scambio di auguri di natale (Kunz, P.R. e . Woolcott, M., Season's greetings: From my status to yours, Social Science Research, Vol 5, 3, Sep, 1976. pp. 269-278).

I due ricercatori inviarono alcuni biglietti d’auguri a dei perfetti sconosciuti reperiti mediante l’elenco del telefono e osservarono, con grande sorpresa, che il loro gesto – benché effettuato a dei perfetti estranei – veniva contraccambiato molto più spesso di quanto ci si sarebbe aspettati. In breve, soprattutto in condizioni di grande differenza di status sociale tra mittente (qualora il biglietto fosse firmato con sigle come “dottore” e simili) e destinatario (coloro che erano di ceto medio-basso tendevano a ricambiare gli auguri con più facilità), gli auguri venivano sorprendentemente contraccambiati in barba all’evidente anonimato dell’inviante.

L’importante, sembrano dire le conclusioni di questa pioneristica ricerca, era non rischiare di rimanere in debito o di fare uno sgarbo ad una persona di altro rango con un potere di influenza nei propri confronti. In tal senso la ricerca di Kuntz e Woolcott sembra suggerire quanto gli auguri di Natale – specie quelli cartacei “vecchia maniera” – fossero funzionali al mantenimento di una coesione sociale essenzialmente formale in cui venissero tutelate e preservati ruoli e rapporti fra status sociali differenti.

 

Ciclo di vita e auguri di Natale

Una successiva ricerca del 1999 (Fingerman, K.L., et.al., Season's greetings: Adults' social contacts at the holiday season, Psychology and Aging, Vol 14, 2, Jun, 1999. pp. 192-205) suggerisce quanto gli auguri di Natale rappresentino una convenzione sociale con funzioni e scopi differenti a seconda dei destinatari (amici intimi e familiari o conoscenti più alla lontana) e dell’età anagrafica delle persone.

Lo studio aveva coinvolto un gruppo di 87 partecipanti di età compresa fra i 24 e gli 87 anni ed era teso a rilevare tipologia e qualità dei biglietti d’auguri ricevuti e corrisposti in occasione delle festività dai partecipanti.

Al di là degli auguri rivolti a familiari e amici intimi, era la cerchia delle relazioni più periferiche e meno quotidiane ad interessare i ricercatori: i più giovani infatti utilizzerebbero a tal fine gli auguri di Natale soprattutto per intessere o consolidare rapporti sociali formali o di lavoro; mentre i più anziani soprattutto per raggiungere e riallacciare contatti con persone del passato.

Gli auguri di Natale in questo caso manterrebbero coesione sociale con cerchie più allargate di contatti e conoscenti con connotati e scopi differenti a seconda della fase del ciclo di vita delle persone.

 

Gli auguri di Natale ai tempi dei social network

Queste ricerche appartengono ad epoche precedenti all’avvento di internet e delle tecnologie multimediali grazie alle quali oggi possiamo di fatto raggiungere una vastissima portata di persone contemporaneamente e in tempo reale.

Se gli auguri di Natale avvengono per email o addirittura sui social network ne risulterà probabilmente una mappatura ben poco veritiera di quelli che sono i rapporti realmente significativi o importanti per ognuno di noi rischiando un curioso effetto paradosso tale per cui, invece di aumentare coesione sociale e senso di appartenenza, si rischia di svuotare di senso e significato un gesto, come quello degli auguri di Natale, che per esser reciprocato necessita oggi solo di un semplice click senza nemmeno il tempo di un pensiero.

 

 

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