Matrimonio felice: ve lo dice l’istinto? Oppure il Dna?

“E vissero per sempre felici e contenti…” si sa, succede solo nelle favole, mentre nella vita reale proteggersi dalla delusione con una sana dose di cinismo e scetticismo pare ormai quasi d’obbligo; specie oggi che un’istituzione come il matrimonio sembra più che mai in crisi. Eppure ecco che arrivano prontamente degli USA alcune ricerche tese a rassicurarci: il matrimonio felice esiste, basta ascoltare l’istinto….o affidarsi al Dna…!

Matrimonio felice: ve lo dice l’istinto? Oppure il Dna?

Secondo i dati istat, il trend dei divorzi nel nostro paese sarebbe decisamente aumentato nell’ultimo decennio, pur mantenendosi ancora sotto la media europea; insieme a questo, il basso tasso di natalità, l’aumento delle unioni civili rispetto ai riti religiosi e la tendenza a posticipare sempre più in avanti il momento del “grande passo” dipingono un quadro decisamente critico e confuso dello statuto del matrimonio oggi in Italia (ma anche nel resto del mondo occidentale), certamente non più scontato e consolidato come era in passato. Questi dati, in altre parole, sembrano suggerirci che la questione è quanto mai complessa e che oggi, più di ieri, se un matrimonio possa o meno rivelarsi felice è qualcosa su cui pesa una molteplicità di fattori psicologici e sociali, tutt’altro che una scelta da fare a istinto basata sul romantico colpo di fulmine!

 

Il matrimonio “fluido” negli USA

Negli Stati Uniti, data la rapidità con cui si può ottenere il divorzio, l’istituto del matrimonio subisce vicende ancor più travagliate delle nostre: tanto è alto il tasso delle persone che aspirano a sposarsi, altrettanto lo è quello di coloro che tendono a rompere il vincolo matrimoniale e a scegliere il divorzio agevolate da una legislazione che rende quella del matrimonio un’istituzione estremamente “fluida” a dispetto del suo significato originario. E proprio dagli USA arrivano alcune ricerche che sembrerebbero suggerire fattori in grado di predire o garantire gli esisti di un matrimonio felice: se il vostro matrimonio sarà felice potrebbe rivelarvelo l’istinto o la combinazione fra il vostro Dna e quello del partner, alla faccia della complessità dei tempi moderni!

 

Dna e matrimonio felice

La prima ricerca proviene da una collaborazione fra la California University di Berkeley e la Northwestern University ed è stata pubblicata recentemente nella rivista Emotion (Levenson, Robert W., et.al., The 5-HTTLPR polymorphism in the serotonin transporter gene moderates the association between emotional behavior and changes in marital satisfaction over time, Emotion, 13, 6, 2013, pp. 1068-1079); in pratica il vecchio adagio per il quale due sposi felici sarebbero “fatti l’uno per l’altra” sembrerebbe cercare, in questa ricerca, quasi un supporto scientifico. Un matrimonio felice, e quindi un accoppiamento riuscito fra i due partner, sarebbe infatti garantito dal dna, in particolare da una specifica versione del gene per la serotonina, il così detto “ormone della felicità”, responsabile di quanta parte giochi il fattore emotivo nella soddisfazione delle relazioni. La versione corta del gene, infatti, amplificherebbe l’effetto del clima emotivo sulla “tenuta” della relazione – esponendola a maggior rischio di rotture - rispetto a coloro che, avendo la versione lunga dello stesso gene, sarebbero meno vulnerabili alle “tempeste emotive” per la tenuta della relazione stessa. In altre parole, un matrimonio felice sarebbe garantito da una predisposizione genetica di entrambi i partner ad essere relativamente poco sensibili alle fluttuazioni del clima emotivo per il mantenimento di una relazione soddisfacente.

 

Matrimonio felice a istinto

Un secondo studio, pubblicato su Science e condotto dalla Florida State University ed altre università americane, punterebbe invece tutto sull’istinto (McNulty, J.K., et.al. Though They May Be Unaware, Newlyweds Implicitly Know Whether Their Marriage Will Be Satisfying, Science, 342, 6162, 2013, pp. 1119-1120): la riuscita di un matrimonio sarebbe dettata da quello che viene comunemente chiamiamo “istinto” o risposta “di pancia”, al di là di quello che gli sposi possono esprimere razionalmente. Lo studio è stato condotto su un campione di 135 coppie di sposi novelli monitorati per 4 anni ogni sei mesi sulla soddisfazione percepita della loro relazione. A questa indagine se ne affiancava una seconda, tesa a esplorare la congruenza di queste dichiarazioni consapevoli con la valutazione inconscia delle qualità del partner misurata in base ai tempi di risposta ad un test di associazione di parole relative all’immagine del coniuge. Coloro che andavano incontro ad un matrimonio felice associavano “a istinto” (cioè in automatico) valutazioni positive all’immagine del partner senza esitazioni o contraddizioni rispetto a quanto dichiarato coscientemente. Coloro che invece esitavano a rispondere o esprimevano istintivamente una valutazione negativa del coniuge, erano più probabilmente destinati ad un matrimonio fallimentare anche se si erano dichiarati soddisfatti della loro unione.

 

Che vuol dire matrimonio felice?

Ora, che quello che le persone dicono del loro matrimonio raramente riflette quello che realmente provano è storia vecchia quanto il mondo e che la complessità delle relazioni umane in generale, e delle unioni sentimentali in particolare, possa ricondursi unicamente ad una componente è naturalmente un azzardo che probabilmente neanche i ricercatori sostengono fino in fondo, a dispetto dei sedicenti titoli con i quali gli studi vengono riportati in vari articoli in italiano e in inglese sul web. L’istinto, o meglio, le componenti emotive inconsce giocano un ruolo importante nel determinare la scelta del partner? Senz’altro, così come il comportamento di ognuno è il risultato di un’interazione biunivoca fra predisposizioni genetiche e ambiente. Conoscenze, queste, più che consolidate, che dovrebbero servire per osservare e tentare di comprendere le relazioni umane in tutta la loro complessità invece di cercare di spiegarle e prevederne gli esiti sulla base di uno solo dei fattori che le influenzano. Ma si sa, in tempi di “crisi”, la tentazione di credere che un passo così intrinsecamente rischioso, incerto e con ampi margini di incognita come il matrimonio, possa essere reso certo e garantito da una previsione scientifica di qualche tipo è grande (e poi, ci sarebbe da chiedersi, che si intende per matrimonio felice? Questione ancor meno scontata se vogliamo…). Forse è per questo che “a istinto” queste ricerche vengono divulgate sul web, da siti non scientifici ma di informazione mediatica, in forme tanto seducenti quanto semplificanti: il matrimonio sarà felice? Ve lo dice il dna o (se preferite), l’istinto!

 

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