25 novembre: Giornata internazionale contro la violenza sulle donne

Il 25 novembre si celebrerà la giornata internazionale contro la violenza sulle donne in occasione della quale si mobiliteranno associazioni, sindacati, privati cittadini non che iniziative di varia natura che imperversano sulla rete. Fra queste una delle più innovative è la community NoiNo.org, una campagna di sensibilizzazione che si rivolge agli uomini per dire “no” a qualsiasi atteggiamento o comportamento di potere, controllo o minaccia nei confronti delle donne.

25 novembre: Giornata internazionale contro la violenza sulle donne

Nel 1999 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite tramite la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre istituì quella del 25 novembre come Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne invitando i governi, le organizzazioni internazionali e le ONG a organizzare attività volte a sensibilizzare l'opinione pubblica su questo tema.

La data simbolica del 25 novembre fu scelta da un gruppo di attiviste di Bogotà in memoria della data del brutale assassinio delle sorelle Mirabal, tre attiviste uccise nel 1960 dalle forze dell’ordine del regime di Rafael Leónidas Trujillo che tenne la Repubblica Dominicana sotto la dittatura per oltre trent’anni.

 

La giornata internazionale contro la violenza sulle donne in Italia

L’Italia, come su molte altre cose purtroppo, ha accolto relativamente tardi le sollecitazioni dell’ONU sulla giornata internazionale contro la violenza sulle donne ed è solo dal 2005 che, per iniziativa di alcuni centri antiviolenza, si è iniziato anche nel nostro paese a celebrarla con eventi e manifestazioni tese a portare sotto gli occhi dell’attenzione pubblica la questione della violenza di genere. Ne è un esempio la manifestazione apolitica avvenuta a Roma nel 2007  che contò su un’adesione di circa 100.000 donne.

 

Il 25 novembre dagli anni ’60 ai giorni nostri

Quella della violenza sulle donne è una violenza di genere nel senso che viene inflitta alle donne e subita dalle donne in quanto donne sempre più spesso ad opera di familiari, compagni, mariti, ex fidanzati. Insomma, se ai tempi delle sorelle Mirabal la questione di genere sembrava ruotare intorno ai temi dell’emancipazione civile e politica che le donne rivendicavano per loro stesse, attualmente la questione sembra essersi spostata prevalentemente entro le mura domestiche, entro la cerchia della famiglia e degli affetti.

Se è vero che legami di coppia basati sulla violenza sottendono problematiche relazionali spesso patologiche sulle quali non basta intervenire facendo solo informazione, è vero anche che fenomeni come quello della violenza di genere affondano le proprie radici nella cultura e nel tessuto sociale in cui sono immersi, nelle valenze e significati che comunemente associamo all’essere uomini e donne, ai valori conformisti in nome dei quali spesso di tende a tacere, nascondere, non voler vedere quanto accade accanto a noi, nella nostra casa o a noi stessi.

In tal senso le dimensioni culturali e sociali della violenza di genere sono molto più ampie dei soli efferati episodi di femminicidio così tristemente “in voga” nella cronaca nera.

 

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Uomini contro la violenza sulle donne

Infliggere o subire violenza non si riduce solo alla conclamata aggressione fisica - che spesso invece è solo l’ultimo anello di una lunga catena di eventi apparentemente “minori” - violenza, e in particolare violenza contro le donne, significa anche “molestare”, “ricattare”, “spiare”, “controllare”, “punire”, “terrorizzare”… Queste alcune delle parole chiave della campagna NoiNo.org, una community di uomini contro la violenza sulle donne, che vede come testimonial Daniele Silvestri, Claudio Bisio e Alessandro Gassman.

L’iniziativa in questione – proprio alle soglie della giornata internazionale contro la violenza sulle donne - vanta diffusione di cartelloni pubblicitari nelle principali zone urbane di alcune città come Roma, Faenza e Reggio Emilia, ed è interessante per diversi motivi.

In primo luogo per il fatto stesso di rivolgersi agli uomini, invece che alle donne, mirando, in tal senso, a contrastare quella cultura del possesso, del controllo ma anche del silenzio che spesso circonda questo argomento. Se non si può accettare di essere vittime in quanto donne, non si può parallelamente accettare di essere abusanti o violenti in quanto uomini sganciando dal sessismo e dagli stereotipi di genere il problema della violenza e rivendicando la libertà e capacità di autodeterminazione, scelta e cambiamento non solo per le donne, ma anche per gli uomini.

 

Anche banali prevaricazioni sono violenza contro le donne

Un secondo aspetto importante della campagna NoiNo.org, e lo esprimono alcune delle parole chiave divulgate sui cartelloni pubblicitari, è quello di esplicitare tutti quei comportamenti e atteggiamenti che costituiscono un atto di prevaricazione e abuso, quindi di violenza, verso le donne.

NoiNo.org non mira, infatti, come troppo spesso succede, a richiamare l’attenzione su occhi pesti, omicidi o violenze esclusivamente fisiche, ma – e ne è un esempio lodevole il glossario sulle parole della violenza che trovate nel sito - anche su quei comportamenti apparentemente minori, più banali, ingenuamente più “perdonabili” che spesso sfuggono non solo alle cronache dei giornali, non solo alle donne che si ritrovano in una spirale di violenza crescente, ma anche a tante donne che, pur non arrivando mai ad essere picchiate o uccise, possono reputare “normale” vivere una vita affettiva e/o lavorativa sopportando di venire “controllate”, “importunate”, “mortificate”, “perseguitate” o “ricattate” dagli uomini in quanto donne, come se questo fosse il prezzo da pagare per la propria appartenenza di genere.

 

Rispettare la diversità fra uomini e donne

Bisio, Gassman, Silvestri e tanti altri uomini più e meno noti che esibiscono la propria foto in maglietta sul sito NoiNo.org ci stanno dicendo che qualunque atteggiamento, comportamento, appellativo rivolto a una donna per controllarla, rimarcarne il possesso o sminuirla sono da considerarsi violenza.

Scoprirsi orgogliosi di essere uomini e donne perché in opposizione con tutto questo è la premessa migliore per una reale parità fondata sul rispetto anzitutto delle diversità reciproche e per celebrare la giornata internazionale contro la violenza sulle donne


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