Psicologia positiva: pensieri per stare bene

Contro le malattie infettive siamo soliti utilizzare i vaccini, e contro le malattie mentali? I ricercatori stanno cercando di applicare lo stesso principio provando a stimolare le “difese psichiche naturali” dell’individuo. Ma quali sono le risorse che possiamo sfruttare per combattere depressione, ansia, stress? Secondo la psicologia positiva le nostre difese naturali per contrastare queste patologie sono l’empatia, la creatività, il senso di giustizia, l’ottimismo. Conosciamo meglio ciò che contribuisce al benessere e alla realizzazione dell’individuo

Psicologia positiva: pensieri per stare bene

Dall’inizio degli anni ottanta il campo della cosiddetta psicologia positiva non ha mai smesso di ampliarsi. Non si crede più che la salute mentale sia caratterizzata semplicemente da un’assenza di sintomi ansiosi e depressivi o dalla mancanza di disturbi diagnosticati; la salute mentale è ormai considerata uno stato di benessere che permette di superare le inevitabili tensioni della vita quotidiana, di compiere un lavoro produttivo e di contribuire alla vita sociale.

La psicologia positiva si occupa proprio di individuare i meccanismi che contribuiscono al benessere psichico degli individui e, di conseguenza, a quello che Carl Rogers ha chiamato “funzionamento ottimale della persona”, individualmente o in gruppo.

La psicologia positiva mira ad aiutare gli individui a dare un senso alla propria vita personale e sociale, e li guida nella ricerca della felicità. Occupandosi solo dei “malfunzionamenti” della vita psichica che generano sofferenza, la psicologia tradizionale sembrava ormai interessarsi solamente alle vittime. Era dunque diventato necessario mobilitare le teorie e gli strumenti di questa disciplina per capire ciò che determina la realizzazione umana.

In questo senso, numerosi lavori recenti hanno dimostrato che il benessere e la felicità soggettivi possono essere migliorati in maniera duratura e che le persone ottimiste sono più perseveranti, hanno una migliore forma fisica e sono più aperte agli altri. Oggi studiare ciò che favorisce la felicità nell’essere umano non è più considerato uno scopo futile della psicologia.

 

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Secondo lo psicologo del comportamento Roy Baumeister “il negativo è più forte del positivo”, ossia saremmo incoscientemente più attenti agli stimoli negativi che a quelli positivi e un’informazione negativa avrebbe per noi una maggiore importanza e maggiore impatto rispetto a un’informazione positiva. Questa idea è coerente con un principio della psicologia evoluzionista secondo il quale per la sopravvivenza e la riproduzione è più importante identificare rapidamente una potenziale minaccia che un probabile beneficio. Inoltre, poiché tendiamo ad avere maggiori aspettative nei confronti degli eventi positivi, finiamo per notare di più quelli negativi durante l’attesa.

L’obiettivo della psicologia positiva è prendere in considerazione l’essere umano nella sua globalità, con le sue difficoltà, ma anche con le sue risorse da valorizzare. Sono proprio queste ultime che si cercano di attivare ancor prima di occuparsi delle difficoltà esistenti. Le psicoterapie sono tanto più efficaci quanto più integrano metodi di sviluppo delle risorse e delle competenze. La psicologia positiva, riabilitando la felicità come oggetto privilegiato di studio, non si limita tuttavia alla constatazione che è psicologicamente conveniente vedere la vita in rosa piuttosto che in nero, ma attraverso metodi sperimentali ha lo scopo di aiutare l’individuo ad adottare specifici modi di pensare e di agire che coinvolgono anche gli altri e aumentano la propria felicità soggettiva.

 

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