La psicologia della folla

La psicologia della folla studia i meccanismi e le dinamiche psicologiche a carico di un aggregato indistinto di individui. La prima descrizione risale all'800 ad opera di Gustave Le Bon ed è principalmente negativa. Successivamente, anche Freud vede la folla in preda alle dinamiche pulsionali.

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Un ambito particolare della psicologia sociale è la psicologia della folla. Non si tratta di un'indagine delle dinamiche di gruppo perché la folla non è un'entità strutturata, bensì un aggregato di persone temporaneo e scarsamente caratterizzato. Il primo ad interessarsi e a descrivere una vera e propria psicologia della folla fu Gustave LeBon.

 

Gli studi di Le Bon sulla folla

I primi studi sulla folla risalgono a fine 800 e furono condotti da Gustave Le Bon che diede una prima descrizione negativa delle dinamiche psicologiche che governano questi agglomerati di individui. Si parla di folla quando un grande numero di individui si trova nello stesso posto e sono accomunati da un qualche interesse comune e sarebbe il contesto ideale all'intero del quale l'individuo perde la sua razionalità. L'inconscio e le sue passioni prendono il sopravvento rendendo la folla un pericolo perché preda di una coscienza collettiva governata dalle pulsioni e priva di qualsiasi freno inibitore. Secondo Le Bon la psicologia della folla è più che altro una patologia.

 

L'anima della folla

La visione negativa e feroce della folla, come entità unica e difficilmente governabile, è stata sostenuta dalla convinzione che la folla sia governata da un'anima. L'anima della folla è in sostanza lo scopo, la motivazione che la sottintende e che dovrebbe essere sempre legata alla violenza. La psicologia della folla si basa sulla necessità di scaricare delle pulsioni negative all'esterno in qualche modo. Il problema nasce dall'incontenibilità delle sue azioni a causa di due fenomeni precisi: la credenza di potenza e la deresponsabilizzazione. La folla acquista forza che non è la semplice somma delle potenzialità dell'individuo perché le qualità del singolo si vengono a moltiplicare a causa della scomparsa delle inibizioni. L'anima della folla è quindi caratterizzata da un delirio di onnipotenza.

 

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La visione di Freud

Anche Freud diede il suo contributo all'analisi della folla, confermando solo parzialmente la visione di Le Bon. Freud mette in luce i cambiamenti che intervengono sul singolo all'interno della massa: la prima è la scomparsa delle inibizioni a favore di un comportamento totalmente governato dalle logiche e dalle pulsioni inconsce. A seguito di ciò le capacità cognitive e di ragionamento si riducono andando ad intaccare anche il pensiero etico. Freud spiega questi fenomeni attraverso il meccanismo già noto della regressione. I singoli creano un individuo collettivo grazie ad un esteso contagio emotivo.

 

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