Inconscio ed effetto placebo

Salassi, sangue di lucertola o denti di suino: non sono gli ingredienti di una pozione magica, ma alcuni dei rimedi della medicina antica. Stratagemmi tanto fantasiosi quanto scientificamente infondati eppure spesso efficaci per coloro che vi si affidavano. L’effetto placebo rappresenta però tutt’altro che una stregoneria antica: i fattori psicologici spesso inconsci associati alla cura e al rapporto medico-paziente giocano un ruolo importante anche nei sofisticati sistemi terapeutici dei nostri giorni.

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E’ di recente pubblicazione uno studio su inconscio e effetto placebo condotto preso il Massachusetts General Hospital e il Beth Israel Deaconess Medical Center della Harvard Medical School. Lo studio in questione - che ha misurato la frequenza con cui percezioni subliminali di espressioni facciali di dolore influenzavano l’ interpretazione soggettiva di blande stimolazioni termiche in studenti di medicina – ha evidenziato quanto l’effetto placebo sia mediato non tanto da aspettative e convinzioni coscienti, ma piuttosto da attese emotive inconsce che solleciterebbero una risposta rapida, automatica e prescindente dalla soglia di consapevolezza.

 

Inconscio e effetto placebo: la cultura

L’effetto placebo è un fattore che gioca un ruolo importante in ogni rapporto medico-paziente là dove esso si iscrive in un preciso contesto di cura, approvato e definito socio culturalmente, che fonda e sostiene la fiducia anche inconscia del paziente nella stessa figura del medico (Brody, H., 1985, Placebo Effect, in White, L. et al., Placebo, Theory, Research and Mechanism, The Guilford press, New York).

Dalle pratiche di stregoneria, alle terapie alternative più o meno fondate scientificamente, l’effetto placebo, ovvero l’influenza dei fattori psicologici della cura, è presente in ogni modalità terapeutica fino ai moderni trial clinici in cui l’effetto placebo viene preso a paragone per valutare l’efficacia terapeutica di un farmaco sperimentale.  

 

Inconscio, effetto placebo e medicina moderna

Nel modello biomedico occidentale, l’effetto placebo è inteso come effetto terapeutico prescindente dai fattori terapeutici “specifici” del principio attivo del farmaco, ma attinente a fattori “aspecifici” di natura psicologica e inconscia come il contesto di cura, l’aspettativa di cura del paziente e la relazione che intercorre fra lui e il medico.

Questa distinzione può risultare, tuttavia, fin troppo netta là dove l’effetto placebo rischia talvolta di apparire una sorta di “effetto collaterale non previsto” e quindi accessorio rispetto a quello che dovrebbe essere l’effetto terapeutico principale (Lo Iacono G. e Sanavio E. 1994, Psicologia e medicina: fattori aspecifici, effetto placebo e meccanismi del cambiamento terapeutico. In Goldwurm G.F. e Sanavio E.,  Medicina comportamentale, Angeli, Milano).

 

Inconscio, effetto placebo e psicosomatica

In realtà le moderne acquisizioni nell’ambito della psicologia e della medicina psicosomatica supportano con sempre maggiori evidenze quanto il tradizionale modello scissionista corpo-mente risulti riduttivo là dove i due aspetti dell’essere, somatico e psicologico, appaiono irrinunciabilmente interconnessi in un’interdipendenza che, oggi più di ieri, appare imprescindibile per la comprensione e il trattamento delle patologie.

E’ in tal senso che molti Autori (Bertini, M., 1999 Dalla lotta alla malattia alla costruzione della salute) evidenziano quanto l’effetto placebo, più che rappresentare un fattore terapeutico aggiuntivo e scisso dall’azione farmacocinetica, costituisca invece un effetto terapeutico trasversale a qualunque azione farmacologica, dalle più rigorose alle più improvvisate, giacché l’interconnessione corpo-mente gioca un ruolo ineliminabile tanto nel prodursi della patologia, quanto nella risoluzione della stessa.

 

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