I cambiamenti sociali e culturali di un’epoca mutano le psicopatologie o le cure?

Alcune delle filiazioni ed evoluzioni delle teorie psicoanalitiche e psicodinamiche hanno preso le mosse anche dalle epoche e dagli ambienti sociali e culturali nei quali sono vissuti i loro Autori là dove nuove problematiche psicologiche rendevano inadeguate le teorie precedenti a comprendere e ad aiutare “nuovi” pazienti. Due illustri esempi sono i casi di isteria di Sigmund Freud e i pazienti narcisisti di Heinz Kohut.

I cambiamenti sociali e culturali di un’epoca mutano le psicopatologie o le cure?

Le teorie psicoanalitiche, per quanto rappresentino un ambito piuttosto specifico del sapere psicologico, per la vasta eco che hanno avuto fin dai loro albori anche nel pubblico dei “non addetti ai lavori”, si prestano, forse più di altre, a facili fraintendimenti e riduzionismi. Gli scontri che poi si sono susseguiti nel tempo fra varie scuole di pensiero interne al movimento psicoanalitico stesso non aiutano certo a fare chiarezza. Eppure la psicoanalisi è progredita e si è evoluta non solo grazie al genio di alcuni personaggi e all’affinamento delle tecniche, ma anche a mutamenti epocali che hanno posto l’attenzione dei clinici su differenti forme di psicopatologia.

 

Sigmund Freud e la psicopatologia isterica

Sigmund Freud elaborò le sue prime teorie psicoanalitiche a partire dall’esperienza con pazienti appartenenti per lo più alla ricca borghesia viennese; le sue pazienti, e molte di quelle all’attenzione di neurologi e psichiatri dell’epoca, erano in una porzione non trascurabile giovani donne “isteriche” figlie della puritana società vittoriana le cui inibizioni e conflittualità relative all’affettività, al desiderio e alla sessualità, si traducevano in sintomatologie allora, a differenza di oggi, piuttosto comuni: l’idrofobia di Anna O. (giovane paziente curata da Breuer) o l’afonia di Dora sono fra gli esempi più celebri. Da qui il nocciolo delle prime teorizzazioni di Freud in base alle quali la rielaborazione a parole di esperienze traumatiche del passato o di arresti evolutivi dello sviluppo psicoaffettivo potessero permettere al paziente di esprimere l’affettività e il desiderio su mete più adeguate sciogliendo quel conflitto emotivo che ne determinava la conversione nei sintomi somatici dell’isteria. Parliamo quindi per lo più di pazienti fortemente limitati da un’educazione rigida e su molti aspetti dannosamente precoce che erano fortemente inibiti sul piano sessuale, emotivo o comportamentale.

 

Heinz Kohut e la psicologia del sé

A partire dagli anni ‘60 l’approccio della Psicologia del sé, di cui Heinz Kohut fu caposcuola, offrì livelli di comprensione maggiori per quei pazienti con problemi caratteriali di tipo narcisistico incentrati non tanto sui conflitti fra i loro desideri e le relative inibizioni, quanto su un’estrema vulnerabilità del proprio “senso di sé” e della propria autostima che tendevano a mascherare attraverso un atteggiamento grandioso e sprezzante verso gli altri e una continua ricerca di successi esteriori. Secondo diversi Autori l’approccio della Psicologia del sé, per la rilevanza che ha dato al valore dell’empatia nella relazione terapeutica ha apportato un contributo fondamentale alla psicoterapia in generale e alla comprensione delle dimensioni narcisistiche della personalità, aspetti che sarebbero il “punto debole” della nostra società così improntata all’individualismo, alla competizione e alla ricerca materialistica ed esibizionistica del successo, una società che offre conferme identitarie nell’"avere” piuttosto che nell’“essere”.

Ogni epoca, con i suoi  mutamenti sociali e culturali, ha fornito spunti e occasioni alla psicologia per evolvere, riflettere su nuovi problemi e teorizzare nuovi approcci (si pensi al contributo offerto dallo studio di tutte le nevrosi di guerra a partire dagli anni ’50 che oggi definiremmo disturbi post traumatici da stress). Non si tratta quindi di contrapposizioni, piuttosto di ottiche che possono integrarsi per una comprensione più articolata delle relazioni umane.