Rilassamento e problem solving

“È sempre una buona idea quella di fare qualcosa di rilassante prima di prendere una decisione importante” scriveva Paulo Coelho. Vediamo perché il rilassamento aiuta le nostre capacità di problem solving!

Rilassamento e problem solving

Può sembrare una contraddizione in termini: rilassarsi quando si deve trovare la soluzione a un problema, smettere di “arrovellarsi” e lasciar divagare la mente…

Eppure è proprio così che si ottimizzano le potenzialità creative del nostro cervello, la capacità di andare oltre la logica e il “già noto” per trovare nuove soluzioni. Il rilassamento mentale può quindi agevolare il problem solving, vediamo perché.

 

Rilassamento e problem solving: dall’assimilazione all’accomodamento

Di fronte ad un problema, una nuova esperienza, un compito da svolgere noi umani possiamo utilizzare sostanzialmente due approcci: l’assimilazione (fare appello ad una soluzione già nota) e l’accomodamento (ideare una nuova soluzione, in altre parole: problem solving).

L’assimilazione consiste nel ricondurre un problema nuovo a qualcosa di già noto, a un’esperienza precedente. Poter “assimilare” un problema attuale con una situazione già vissuta è per certi versi molto vantaggioso perché ci consente di adottare soluzioni già sperimentate senza doverle reinventare ogni volta.

Con l’esperienza, infatti, depositiamo nella nostra memoria, sia implicita che esplicita, tutta una serie di pattern di risposte cognitive e comportamentali a situazioni “tipo” che possiamo incontrare nel corso della vita. Questo meccanismo consente un grande risparmio cognitivo lasciando che le nostre energie mentali possano concentrarsi su altro.

Ma quando ci troviamo di fronte a un problema “nuovo” per il quale le soluzioni apprese non funzionano (o non funzionano più)?

 

Leggi anche Gli esercizi del problem solving >>

 

Rilassamento e problem solving: la mela di Newton

La leggenda narra che una delle teorie più note e importanti della fisica classica, quella della forza di gravità, venne ideata durante un momento di ozio o, meglio, di sostanziale rilassamento mentale.

Isac Newton, a quanto pare, non risolse il problema del perché la Luna potesse girare intorno alla Terra senza precipitare su di essa arrovellandosi con ragionamenti logici… Non vi era infatti al tempo nessuna teoria già formulata, nessuna precedente esperienza che consentisse di “assimilare” questo particolare tipo di quesito ad altri di cui la risposta fosse già nota.

La mente umana utilizza in queste circostanze un ulteriore meccanismo che è quello che Piaget aveva definito come accomodamento: ovvero la scoperta di nuove soluzioni (nuove strategie di problem solving) che non solo ci consentono di risolvere problemi inediti, ma anche di modificare gli schemi che adottavamo precedentemente.

In quest’ultimo caso, quindi, non è la realtà che viene assimilata al già noto, ma siamo noi che adattiamo il nostro sapere e i nostri schemi di risposta alla realtà di cui facciamo esperienza.

Questo secondo meccanismo si avvale solo in parte del pensiero logico-razionale, spesso ha bisogno di un ulteriore “salto” qualitativo: quello permesso dal pensiero creativo e divergente in grado di vedere il problema da nuovi punti di vista per trovare nuove possibilità di soluzione.

Il rilassamento è uno di quegli stati della mente in cui più facilmente è possibile accedere a quelle facoltà creative che consentano di riorganizzare i problemi in modo nuovo.

Newton, secondo una leggenda diffusa da Voltaire, pensò per la prima volta alla gravitazione (e al perché la Luna non cadesse sulla Terra) mentre era seduto sotto un melo nella sua tenuta a Woolsthorpe quando una mela gli cadde sulla testa...!

 

Stati di coscienza e immagini mentali

Diversi studi scientifici nel tempo hanno confermato quanto il problem solving si fondi su insight creativi sostenuti da un’attività mentale spontanea, non intenzionalmente direzionata, che è possibile implementare durante stati di rilassamento, svago o addirittura durante il sonno (l’attività onirica consente una rielaborazione delle esperienze fatte durante la veglia).

Quando la mente è in uno stato di rilassamento, è possibile sospendere lo sforzo di volontà e il controllo intenzionale dei pensieri e delle preoccupazioni.

In tali condizioni infatti si osserva un graduale rallentamento delle frequenze cerebrali e un corrispondente restringimento del campo di coscienza che esclude gli stimoli esterni e i pensieri coscienti. È questo uno stato di coscienza in cui la mente è più predisposta a far affiorare immagini dall’inconscio, idee fuori dall’ordinario e intuizioni creative.

 

Leggi anche Ozio creativo, in cosa consiste >>

 

Foto: tomertu / 123rf.com