La salute della donna tra famiglia e lavoro

Per la tutela della salute della donna e la lotta contro il tumore al seno la sola informazione non basta, per questo al via molte iniziative “non convenzionali” a favore di controlli di screening e stili di vita sani. Nel mirino anche i pochi figli: sane senza essere né madri né mogli… si può?

La salute della donna tra famiglia e lavoro

È ormai un ridondante leitmotiv recentemente tornato alla ribalta sui siti di informazione: uno dei fattori di maggior vulnerabilità al tumore al seno rispetto al passato sarebbero i pochi figli.

Per tutelare la salute della donna bisognerebbe allora favorire la maternità come si caldeggia un rimedio fitoterapico? La maternità, si dirà, dovrebbe essere piuttosto una scelta di vita dettata da altro! Che strumenti hanno allora le donne di oggi per tutelare la propria salute?

 

La salute della donna dipende dalla maternità?

Sembra ormai scientificamente accreditato il fatto che i pochi figli, e quindi la rinuncia alla maternità, rappresenterebbero un fattore di maggior vulnerabilità, rispetto al passato, a patologie come quella del tumore al seno.

Le donne di oggi posseggono tuttavia molti altri strumenti di autodeterminazione e di informazione che le donne delle generazioni passate – pur “tutelate” dai ruoli esclusivi di madri e mogli – non avevano.

Attenzione dunque a notizie divulgate a volte in modi parziali e potenzialmente fuorvianti: non fare figli non è né una colpa né una causa diretta di malattia.

La responsabilità e l’autodeterminazione per le proprie scelte di vita e di salute può invece fare, in entrambi i casi, la differenza.

 

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Se informare le donne non basta

Oggi, per certi versi più di ieri, ci sono molti modi di essere donna e di realizzarsi come tali nella vita e negli affetti. Famiglia e figli, che in passato erano strade scontate, oggi sono, per chi le intraprende, delle scelte, spesso ben ponderate – e non sempre facili da conciliare - rispetto ad altre opportunità di vita e di lavoro che la società postmoderna, pur con le sue insanabili contraddizioni, offre alle donne.

Meno figli dunque, ma anche maggior accesso a canali di informazione, azioni di prevenzione e controlli di screening rispetto al passato.

Eppure essere ben informate spesso non basta in assenza di una reale cultura della prevenzione che promuova nelle donne, non tanto la scelta di fare più figli, quanto un atteggiamento di assunzione di responsabilità per la tutela della propria salute.

 

I numeri della prevenzione: le donne che non si controllano

Si sa che uno dei modi migliori per sconfiggere il tumore al seno e tutelare la salute della donna è la prevenzione.

Eppure, nonostante le linee guida del Ministero della Salute e le prassi raccomandate dai medici promuovano controlli di screening annuali e diversificati a seconda delle fasce d’età, quasi la metà delle donne non esegue i controlli di routine.

Questi i risultati di un’indagine svolta per conto della Fondazione Umberto Veronesi: addirittura 4 donne su 10 non si controllerebbero con costanza. Un dato certamente allarmante e paradossale se si pensa alla facilità di accesso ai canali di informazione di oggi.

 

Donne passive o responsabili della propria salute?

Spesso non si adottano stili di vita sani o non si eseguono controlli di screening o di routine non perché non si sia correttamente informati dell’importanza di queste norme ma perché, come rivela una parte delle stesse donne intervistate per l’indagine, si teme di ricevere una diagnosi infausta.

Anche rinviare un controllo per i costi economici che comporta o “dimenticarsene” per dare la precedenza alle esigenze di altri sono modalità che alcune volte la mente mette in atto, pur senza un’intenzione consapevole e deliberata, proprio per evitare di confrontarsi con gli esisti incerti di una diagnosi.

Queste modalità sono adottate da molti, non solo dalle donne, e possono esprimere un vissuto di sostanziale impotenza nei confronti della tutela della propria salute e dei possibili eventi di malattia.

Per questo informare le donne dell’importanza dei controlli di screening non basta, occorre sensibilizzare l’opinione pubblica e il contesto culturale sull’importanza che tali comportamenti, associati a stili di vita sani, assumono proprio nell’esercitare un’autodeterminazione e un’autoefficacia nel mantenersi in salute e prevenire, o sconfiggere per tempo, episodi di malattia.

Alcune iniziative “non convenzionali” sono da segnalare in tal senso come quelle dell’Organizzazione Komen, che ogni anno propone di “correre” per la lotta al tumore al seno o la campagna Frecciarossa che ha portato lo screening a bordo dei treni dell’Alta Velocità delle Ferrovie dello Stato Italiane.

Iniziative interessanti non solo per la gratuità delle prestazioni offerte, ma soprattutto perché hanno fatto uscire gli esami di screening dagli studi medici per portarli nei luoghi e nei contesti di aggregazione e di vita quotidiana. Un’occasione in più per le donne di oggi, con o senza figli, di esercitare la propria autodeterminazione assumendosi la responsabilità della tutela della propria salute.

 

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