Cambiare alimentazione: facile a dirsi…

Siamo ormai esposti ad una sovrabbondante fonte di informazioni riguardo alla nostra salute e a quelli che dovrebbero essere i più corretti stili alimentari. Eppure spesso l’informazione non basta, anche quando si hanno consistenti problemi o rischi per la salute, questo non sempre è una sufficiente motivazione a cambiare alimentazione e, soprattutto, a mantenerla nel tempo.

Cambiare alimentazione: facile a dirsi…

Sebbene le persone siano oggi molto più informate riguardo ai rischi per la salute e alle raccomandazioni per un corretto stile alimentare, non sempre è facile cambiare alimentazione e osservare con costanza un nuovo regime dietetico. Soprattutto nella seconda metà della vita, fare questo costringe a rivedere una serie di abitudini spesso connesse con la quotidianità, la convivialità e abitudini grandi e piccole in qualche modo fondanti convinzioni e valori del proprio stile di vita.

 

Cambiare alimentazione e stili di vita

Non è solo questione di peso o di forma fisica, intolleranze, problemi e rischi connessi all’età e a patologie ad essa concomitanti, rallentamenti o alterazioni del metabolismo; le motivazioni che spingono a dover cambiare o rivedere la propria alimentazione nel corso della vita per motivi di salute possono essere la più varie, spesso però al beneficio a lungo termine (la salute fisica), si antepongono prima o poi benefici immediati in termini di conforto, abitudine e praticità, le ricerche in questo senso sono ancora poche.

 

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Cambiare alimentazione e motivazioni

Si sa, per ridurre il rischio di malattie e mantenere buona salute l’assunzione di frutta e verdura e la limitazione dei grassi dovrebbero contrassegnare la nostra dieta nel senso etimologico del termine, intesa appunto come “stile di vita” e non solo quei pochi mesi in cui si ci si mette “a dieta”. Cambiare alimentazione tuttavia non si rivela facile nel lungo periodo come sostiene un lavoro di AJ. Rothman (Toward a theory-based analysis of behavioral maintenance, Health Psychology, 2002): infatti le motivazioni che guidano le persone a cambiare alimentazione non sono stabili nel tempo ma si modificano dal breve al lungo periodo; se l’aspettativa di un migliore benessere costituisce una forte attrattiva all’inizio, la soddisfazione per i risultati raggiunti può non essere altrettanto forte nel sostenere il mantenimento del cambiamento nel lungo periodo. Come a dire: passata l’euforia del “nuovo inizio”, torna ad essere più appetibile una bella fetta di torta!

 

Cambiare alimentazione e benessere psicologico

La salute, quindi, rappresenterebbe la motivazione trainante le fasi iniziali di cambiamento di alimentazione, ma non una motivazione sufficiente a mantenere tale cambiamento nel tempo.

Vien da chiedersi se, a volte, la decisione di cambiare alimentazione e migliorare la propria salute non siano in realtà associate alla ricerca di un maggior benessere anche sul piano psicologico ed emozionale, ad un desiderio di “rinnovamento” più ampio che, se adeguatamente “nutrito” potrebbe portare benefici più durevoli sia sul corpo che sulla mente…  Sarebbe senz’altro un interessante campo di ricerca…

 

Immagine | por Loquincha