Il sostegno psicologico ai malati di AIDS

L'AIDS è stata una piaga che ha sconvolto gli anni '90; oggi le possibilità di sopravvivenza sono molto alte fortunatamente e si arriva più difficilmente alla patologia conclamata. Ciò non significa che il percorso di accettazione sia più semplice e che chi si ammala di AIDS non necessiti di un sostegno psicologico.

Il sostegno psicologico ai malati di AIDS

Il sostegno psicologico inteso come accompagnamento e non come forma di terapia è uno strumento molto utile in ambito medico soprattutto quando occorre fare i conti con una verità molto spiacevole.

Questo è il caso di chi scopre di essere affetto dall'HIV o, ancora peggio, di presentare i sintomi dell'AIDS in forma conclamata.

 

L'HIV

La sindrome da immunodeficienza acquisita è una patologia che ha ricevuto molta risonanza negli anni '90 e che ha spaventato terribilmente l'intero pianeta a causa dell'impossibilità di guarigione.

La patologia insorge a causa del contagio con un virus o meglio un retrovirus in grado di attaccare il sistema immunitario dell'ospite lasciandolo totalmente esposto a tutte le infezioni.

Nelle prime fasi il virus si moltiplica causando lievi danni e può essere contrastati dai farmaci antiretrovirali. Giunto alla forma conclamata grave le difese sono talmente azzerate da rendere l'organismo ospitante incapace di contrastare anche le più lievi infezioni.

I danni causati dall'AIDS non sono solo fisici, ma si estendono alla sfera sociale e relazionale in genere, sia a causa dell'ignoranza (inizialmente era considerato il cancro degli omosessuali), sia a causa delle modalità di trasmissione (contatto con i liquidi corporei).

Il sostegno psicologico quindi non deve solo soffermarsi sul possibile decorso della patologia, ma dei reali effetti che fin da subito deve affrontare chi viene contagiato.

 

Lo shock del paziente

Il paziente di HIV, nonostante i successi clinici, ha ancora molto bisogno di sostegno psicologico soprattutto per affrontare lo shock della rivelazione.

Gli obiettivi dell'intervento comprendono:

  1. una piena consapevolezza della presenza della malattia e la comprensione della stessa,
  2.  la gestione delle emozioni e dello stress causato dalla notizia
  3. il ripristino dell'autostima.

Lo psicologo ha il compito di definire un percorso specializzato e individuale che consideri la situazione affettiva e clinica e le caratteristiche psicologiche del paziente per comprendere come ricostruire una nuova visione di sé che sia funzionale al raggiungimento di un livello soddisfacente di qualità della vita.

 

Le aree di intervento

Il sostegno psicologico si prefigura quindi come un intervento multidimensionale:

  • ascolto delle famiglie dalla comunicazione della diagnosi alla gestione della quotidianità,
  • presa in carico in terapie di individui sieropositivi che associano alla malattia altre problematiche di tipo relazionali,
  • interventi di comunicazione intenti alla prevenzione del contagio soprattutto nelle fasce giovanili,
  • interventi per il supporto all'integrazione tra sieropositivi e non sieropositivi contrastando le false notizie circa le possibilità di contagio.

 

Come il counseling sanitario può aiutare nel decorso della malattia



Per approfondire:

> Vai al sito della Giornata mondiale contro l'AIDS del 1 dicembre