Stress e depressione, perché in estate colpiscono di più?

Depressione e stress nel periodo estivo sono disagi comuni che hanno causa nella perdita della routine abitudinaria, un aumento dei pensieri disturbanti e dei seri cambiamenti fisiologici.

Stress e depressione, perché in estate colpiscono di più?

Con la bella stagione le giornate si allungano, le temperature si alzano permettendo lunghe passeggiate all’aria aperta, serate con gli amici, divertimento, pause pranzo al parco fino alle tanto attese ferie.

Tuttavia non per tutti la stagione estiva è entusiasmante e fonte di benessere andando ad aumentare il senso di affaticamento, stress fino ad una vera e propria summer blues, o meglio depressione estiva che così come quella invernale si ripresenta ciclicamente ogni anno.

 

Depressione estiva: il sano ruolo della routine

In estate le normali routine quotidiane subiscono forti scossoni. Chi ha famiglia deve riorganizzare tempi e spazi attorno ai figli, ora sempre a casa per la fine delle scuole, e lottare con loro per l’esecuzione dei compiti delle vacanze.

Al lavoro può essere momento di chiusura progetti, di aumento del carico lavorativo per riduzione del personale a causa dei turni ferie o per le maggiori richieste (pensiamo ad esempio ai negozi con i saldi estivi o alle gelaterie).

Ad aumentare il carico emotivo la fine dell’attività sportiva preferita o del proprio hobby che garantiva un momento di stacco per sé e un calo dei servizi a livello sociale, con ripercussioni forti sul benessere.

Se da un lato l’abitudinarietà stanca e genera frustrazione dall’altra pone confine e regole che scandiscono la giornata in modo preciso definendo un programma da seguire, riducendo la necessità ogni giorno di pensare a come organizzarsi e a cosa fare e dando un senso di sicurezza e controllo.

Se tutto questo manca possono sorgere ansia, stress, eccessiva confusione e calo delle energie fino alla vera depressione.

 

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Depressione estiva: troppo tempo per pensare

Durante le vacanze si ha il desiderio di staccare da tutto e da tutti e non pensare a nulla. Purtroppo non è possibile controllare completamente la nostra mente che proprio mentre cerchiamo di liberarla fa riaffiorare preoccupazioni, problemi, pensieri disfunzionali che la frenesia quotidiana hanno fatto accantonare per lungo tempo.

L’incapacità di gestire questi pensieri può causare frustrazione, stress e depressione con una chiusura in se stessi e una difficoltà a godersi le vacanze stesse, viste ora come mostri insormontabili e anelando alla ripresa dell’annoiante routine rassicurante.

In molti casi le richieste di aiuto psicologico giungono agli specialisti nei periodi di vacanza (non solo estiva) in cui il dolore diventa insopportabile e le persone sono spinte e ricercare una soluzione e il benessere.

Questo perchè allontanare dalla mente cose spiacevoli per lungo tempo non garantisce la loro risoluzione ma solo un ripresentarsi più prepotente e forte proprio nei momenti in cui si è più rilassati e “spensierati”.

 

Estate tempo di euforia e di solitudine

La pressione sociale e la spinta al divertimento e all’euforia aumentano con la bella stagione. Di contro vengono meno le tipiche scuse invernali che riparano da contatti sociali e uscite come il freddo, il buoi e la stanchezza lavorativa.

La difficoltà ad uscire dal tipico isolamento sociale, tipica della depressione, comporta un aumento del senso di inadeguatezza, sofferenza, malinconia, solitudine, senso di abbandono e vuoto.

Infatti, l’idea di esporsi e di trascorrere del tempo con altri in luoghi affollati e caotici è fonte di ulteriore stress. Questo perché richiede la messa in campo di energie, fortemente ridotte dai molti cambiamenti del periodo estivo e dalla sintomatologia depressiva e una maggiore esposizione anche a livello corporeo, spesso fonte di disagio.

La depressione non permette di godersi la libertà tanto sentita in estate che appare invece come una prigione con aumento del tasso di suicidio, abuso di sostanze, insonnia, inappetenza ed agitazione.

 

Depressione estiva, questione fisica

L’aumento delle temperature e delle ore di luce genera scompensi a livello fisiologico e cerebrale con conseguenze rilevanti.

Nello specifico l’aumento del cortisolo, ormone associato allo stress a causa della maggiore luminosità incrementa il vissuto di stress e di agitazione così come l’eccessiva quantità di serotonina che è fortemente implicata nel controllo dell’umore, aumenta erroneamente il livello di eccitazione mentale.

Queste sostanze creano agitazione e sintomi fisici come aumento del battito cardiaco, difficoltà respiratorie, senso di soffocamento che possono sfociare in reali attacchi di panico.

La luce provoca anche aumento della melatonina con difficoltà nella regolazione del ritmo sonno-veglia e quindi lunghe notti insonne a causa anche del caldo e dell’umidità. Il metabolismo si rallenta e con esso la voglia di mangiare con riduzione dell’apporto calorico e di liquidi con conseguenza fisiche come spossatezza, stanchezza e calo della pressione.

Alcune persone più di altre faticano ad adattarsi al cambio di stagione vivendo i cambiamenti fisici con forte negatività e catastrofismo che riducono i pensieri positivi, l’energia, la voglia di divertirsi e l’euforia.

Quindi, per far fronte a questo stato d’animo spiacevole è bene cercare di ridurre lo stress con attività fisica regolare, tecniche di respirazione che oltre a regolare i livelli di ansia riequilibrano il corpo e i sintomi legati all’aumento della temperatura corporea, dormire in luoghi freschi, accerchiarsi di persone positive, imparare a riorganizzarsi e concedersi del tempo per sé.

E se il sintomo rimane a lungo e compromette il normale stile di vita, è bene contattare un professionista.

 

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Foto: ababaka / 123RF Archivio Fotografico