Trasgredire con amore: intervista a Elmar e Michaela Zadra

Michaela ed Elmar Zadra sono sposati da anni, hanno una bambina e molto tempo fa hanno incontrato il tantra o il tantra ha abbracciato le loro coscienze.
Conducono corsi di tantra, hanno pubblicato video e libri, tra cui "Trasgredire con amore" edito da Mediteranee.

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La sessualità non è qualcosa che sta fuori di noi o un compartimento stagno separato dal resto. La sessualità ha molto a che vedere con il nostro territorio interiore. Trasgredire vuol dire provare a camminare, correre o volare alto su quel territorio? La paralisi dell'eros è il gelo del proprio paese interiore? Elisa Cappelli ha fatto qualche domanda a Elmar e Michaela Zadra, autori di Trasgredire con amore, edito da Mediteranee, per addentrarci meglio nel mondo della sessualità secondo la visione tantrica.

 

Cos'è la trasgressione secondo voi? E quanto la quotidianeità la compromette?

La trasgressione (dal latino transgredi) significa oltrepassare un limite che può essere esterno o interno. Si chiama trasgressore anche chi guida a 70 km/h in centro abitato; lui trasgredisce una regola esterna, ma questo aspetto non ci interessa. A noi interessa andare oltre i limiti autoimposti, i limiti dovuti ai propri condizionamenti. Perché trasgredirli dà un senso di libertà, ci aiutano a uscire dalla piccola gabbia di comportamenti ritualizzati e ripetuti che costituiscono gran parte della vita. Anche meditare per un’ora è trasgressivo per una persona che è abituata a meditare per 20 minuti, ha varcato il proprio limite di sopportazione del silenzio. Lo stesso vale per fare l’amore: farlo in maniera intima per ore vuol dire aver oltrepassato quel limite che ci fa smettere dopo una sveltina. In questo senso la quotidianeità non compromette la trasgressione, ma è quest’ultima a farci uscire dalle abitudini che chiamiamo quotidiane. Quando diventiamo coscienti dei gesti, delle parole, delle sensazioni corporee, dei pensieri ecc. che accompagnano la nostra vita quotidiana, ci rendiamo conto quanto siamo telecomandati da una serie di abitudini che, pur essendo nostre, ci fanno sentire estranei alla vita e distanti dai propri sensi. Allora le trasgressioni diventano delle
isole nel mare della normalità, dalle quali partire per espandere la coscienza. Per chi è alla ricerca interiore, può ampliare queste isole durante la giornata e rendere i propri comportamenti, pensieri, sentimenti, ecc. sempre meno prevedibili, sempre più liberi. Con il passare del tempo si rende conto che non è tanto una questione di fare qualcosa di diverso, ma di esserci mentre fa quello che si fa.

 

Scambio di coppia, privé, orge. Sono tutti temi genericamente ritenuti "scottanti". Spesso però diventano vere e proprie ustioni sulla pelle di coppie che non sanno gestire le esperienze insieme. Perché?

Questi momenti scottanti vengono cercati dalle coppie che si annoiano per il ripetersi dei sempre stessi comportamenti sessuali: lui la bacia, lei sente che è eccitato, si spoglia, lui la accarezza, lei lo accarezza, passano ai genitali, lui la penetra nella solita posizione, fa le sue spinte pelviche, lei viene, lui viene, finito. Cercano l’eccitazione del nuovo: toccare un altro corpo, non poter prevedere i singoli passi dell’atto sessuale, essere desiderato da un'altra persona. Questa nuova situazione li rende svegli, attenti, coscienti del momento, li fa sentire presenti in tutto il corpo. È ironico pensare che la stessa ampliata coscienza e presenza ai sensi le potrebbero avere anche senza scambio di coppia, essendo semplicemente più presenti durante l’atto sessuale con il proprio partner. Questo lo insegniamo principalmente nei corsi di tantra: come essere coscienti e freschi anche dopo il fatidico settimo anno, come incontrare il partner con curiosità e sorpresa anche all’interno della relazione di coppia. Comunque non è sbagliato cercare la novità anche all’esterno della coppia, basta essere coscienti che con il passare del tempo anche il “partner nuovo” diventa un “partner vecchio”. Le coppie che rimangono ustionate dopo lo scambio a casa loro o in un club privé, di solito
sopravvalutano la loro flessibilità mentale e sentimentale. Per esempio non tengono conto che uno di loro possa essere più geloso di quello che sembra, che il partner dello scambio possa essere meno eccitante di quello che mostra, che anche l’altra coppia vive più nelle fantasie mentali e
poco nel proprio corpo e perciò il sesso effettivamente ne risente. Quando notiamo che il legame nella coppia è fragile, consigliamo di rinforzare prima questo legame e poi passare allo scambio, di dedicarsi prima a una cultura della propria intimità di coppia e successivamente alle avventure erotiche con gli altri.

 

Avete integrato il cammino tantrico con sentieri diversi, come la PNL, il rebalancing, l'energywork, dance movement therapy, costellazioni familiari, counseling e Integrative Body Psychotherapy. Sapreste dire se c'è un'area di intersezione comune a tutte queste discipline, un minimo comun denominatore che avete trovato lungo la via dell'apprendimento e della trasmissione ad altri?

Il tantra sin dall’inizio è stato la nostra via più importante, mentre le altre discipline sono più di contorno. Secondo noi (in questo punto ci distinguiamo dai maestri tradizionali) il tantra ha bisogno di discipline di supporto di provenienza psicologica, perché sveglia tante energie sottili
che spesso vanno a modificare la percezione del partner, la reazione a lui, le proprie emozioni, ecc. In pochi casi l’energia svegliata dalle meditazioni tantriche nutre direttamente il cosiddetto testimone interiore, molto spesso prima di arrivare al vero sé o alla trascendenza dell’io alimenta le difese e le ferite primarie che trova per strada. Per gestire queste fasi servono appunto le discipline sopra citate, in particolar modo la consulenza corpo-mente e la consulenza di coppia. L’area di intersezione sicuramente è l’uomo: tutte le discipline si rivolgono a lui, usando metodi diversi. Il minimo comun denominatore è l’espansione della coscienza. Non importa se lavoro con una persona sul piano linguistico, mentale, corporeo o emozionale, l’espansione della coscienza (diventare cosciente di una parte di sé che prima era incosciente) accompagna ogni processo.

 

Da 16 anni conducete corsi di tantra in varie regioni d'Italia. Potreste dire che gli italiani mantengono vivo un certo fuoco sacro del condividere, dare e darsi o avete notato una generalizzata paralisi della sessualità?

Né l’uno, né l’altro. La sessualità degli italiani non si distingue molto dalla sessualità degli altre popoli europei, per quel che sappiamo dai nostri corsi e dalle nostre partecipazioni a gruppi in altri paesi. Se dovessimo dire quali sono le particolarità degli italiani in materia di sesso, diremmo:
1. Gli uomini sono più ossessionati dal far venire la donna. Vivono l’orgasmo femminile non come il piacere di lei, ma come una conquista loro. Ciò ha l’effetto che gli uomini, molto attenti a far venire lei, sono poco coscienti dei propri sensi e dei propri piaceri, fanno sesso stando fuori dal proprio corpo perché rivolti completamente alla donna. Inoltre rischiano di rimanere delusi, perché l’orgasmo femminile dipende principalmente dalla donna;
2. Le donne italiane si fanno pregare di più delle donne nordiche. Sembra che l’adulazione al proprio ego sia più importante del piacere sessuale. Ciò fa diventare il sesso una questione di potere: lei riesce a resistere? Lui riesce a conquistarla? E una volta che hanno deciso di
stare insieme e questo gioco non c’è più, scoprono il vuoto che ha lasciato;
3. Entrambi tendono, in caso di problemi nel sesso, a ritardare la questione, a non dirla al partner finché non si accorge, a tergiversare, a sdrammatizzare, a coprire il problema con battute e giochi di parole. Vi ricordate Berlusconi quando qualcuno gli faceva una domanda
scottante? Parlava, e alla fine faceva ridere tutti senza nemmeno sfiorare la sostanza della domanda. Diciamo: la coppia italiana affronta i problemi nel sesso soltanto quando non ne può più.

 

Per il resto il cosiddetto fuoco sacro viene tenuto vivo nella coppia come in altri paesi. Ognuno fa come meglio crede. E qui siamo purtroppo tutti autodidatti, non abbiamo imparato a gestire le tipiche fasi nel ciclo della vita di una coppia, non abbiamo ricevuto istruzioni sullo sviluppo della
sessualità negli anni. Queste sono richieste frequenti da parte dei nostri clienti, che non soffrono di problemi né nella coppia né nel sesso, ma che desiderano avere una mappa sul cosiddetto viaggio interiore che intendono fare in due.

 

Come si svolgono a grandi linee le meditazioni del tantra kashmiro?

Nel tantra kashmiro ci sono tante forme di meditazione, alcune più centrate sulla percezione delle sensazioni corporee, altre sul respiro, altre su visualizzazioni, in alcune si rivolge la coscienza verso l’interno, in altre verso l’esterno, ma tutte hanno un comune denominatore: l’essere coscienti di quello che c’è e il rendere questa coscienza gradualmente più fine e precisa, finché tutto il corpo viene percepito come un fremito costante.

 

Il vostro libro si sofferma sulla vita sessuale di coppie etero, essendo gli autori un uomo e una donna. La visione tantrica contempla l'omosessualità?

La visione tantrica contempla entrambi gli orientamenti sessuali. Essendo noi un uomo e una donna diamo l’immagine di coppia eterosessuale e attiriamo prevalentemente coppie eterosessuali, ma abbiamo anche persone e coppie omosessuali nei nostri corsi. Per loro adattiamo una piccola parte degli esercizi, mentre la gran parte va bene per tutti e due.

 

In genere una buona sessualità passa per una conoscenza di sé ben poco superficiale; entrare in intimità con l'altro/a presuppone un contatto intimo con se stessi. Ma è anche vero che conoscendo qualcuno a fondo ci si conosce meglio. La conoscenza intima del sé e dell'altro viaggiano su due binari paralleli o è possibile che si intersechino in modi interessanti?

La conoscenza di sé e dell’altro sembrano a prima vista binari paralleli. Più ci addentriamo nei meandri del proprio essere, più ci accorgiamo che sono la stessa cosa. La conoscenza di sé aiuta a comprendere meglio l’altro e il conoscere l’altro apre in noi delle porte che prima erano chiuse.
Le coppie si formano spesso sul principio della complementarietà, per esempio: lui è coraggioso e poco sensibile, lei è timorosa e sensibile, lui è rimasto figlio di mamma e lei è rimasta figlia di papà, lui si sente facilmente abbandonato dagli altri e lei si sente facilmente invasa dagli altri.
All’inizio sembrano così diversi, ma dopo i primi passi si accorgono di essere due lati della stessa medaglia. A questo punto il percorso diventa interessante, perché entrambi escono dalla polarizzazione e si accorgono di portare anche quella parte in sé che prima vedevano soltanto
nell’altro: il coraggioso si accorge di essere anche timido e il timido si rende conto di avere una parte coraggiosa.

 

Entrare in relazione con la sessualità quanto influenza il nostro percorso di crescita personale?

Rende il percorso di crescita personale più completo, perché includere il sesso significa includere il corpo. Capire se stessi mentalmente è un passo importante, ma per comprendersi completamente e per cambiare comportamento, questa comprensione deve passare attraverso il corpo,
attraverso il cosiddetto felt sense, un senso sentito alla vita. In più la gran parte della sessualità (eccetto la masturbazione) si fa in due, includerla significa condividere anche il proprio percorso personale con il partner. E ciò rinforza la coppia, le dà stabilità da giovani per le turbolenze della vita insieme e per i giochi trasgressivi, e in futuro per gli anni silenziosi e sottilmente ricchi che vivranno da anziani.

 

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