Gratificazione e privacy nell’uso dei social network

L’utilizzo di internet e dei social network è divenuto ormai capillare e pervasivo tanto da assumere, in alcuni casi, carattere di compulsività rischiando di sostituirsi ad una normale vita di relazione e portando gli utenti spesso a correre rischi per la privacy propria e altrui. Ma quali tipi di gratificazioni vengono ricercate nell’uso dei social network e in che modo influenzano il controllo che si decide o meno di mantenere sulla privacy?

Gratificazione e privacy nell’uso dei social network

E’ di recente uscito nelle sale italiane l’ultimo film di Henry Alex Rubin, Disconnect, che narra il drammatico e inatteso intrecciarsi delle vite e delle storie di alcuni personaggi, ognuno, a proprio modo, vittima e carnefice dei mezzi che la tecnologia digitale di internet, social network e chat online mette oggi a disposizione.

Ciò che sembrava solo relegato nel “virtuale” e quindi in un “altrove” irromperà nelle loro vite reali mettendo a repentaglio ogni loro certezza.

Già, perché l’anonimato su internet non è mai assoluto e, illeciti a parte, l’uso dei social network per varie forme di gratificazione può farci inavvertitamente abbassare la guardia e dimenticare che anche online i rischi per la propria privacy non sono diversi.

 

Privacy e uso problematico dei social network

Uno studio condotto recentemente con il contributo dei ricercatori dell’Università di Hong Kong e dell’Alabama esplora in che modo l’uso problematico e compulsivo di internet e social network sia in relazione con le gratificazioni personali ricercate online e la presenza o meno di preoccupazioni per la propria privacy che portano a rivelarsi e ad implicarsi diversamente negli scambi comunicativi che si intrattengono via facebook o twitter (Hsuan-Ting Chen and Yonghwan Kim. Cyberpsychology, Behavior, and Social Networking. November 2013, 16(11): 806-812. doi:10.1089/cyber.2011.0608).

Una delle domande dei ricercatori era se, la consapevolezza di correre rischi per la propria privacy, poteva essere o meno un deterrente per l’utilizzo dei social network o comunque un fattore in grado di regolarne l’accesso e limitare un uso problematico e incontrollato.

 

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Divertirsi, farsi vedere, relazionarsi: le gratificazioni dei social network

La ricerca in questione avrebbe evidenziato che l’uso abituale dei social network sarebbe spesso motivato dalla ricerca di tre tipi differenti di gratificazioni: distrazione e divertimento, promuoversi e farsi conoscere e costruire relazioni di tipo amicale o affettivo.

Se in quest’ultimo caso anche i più avventati internauti manterrebbero un occhio di attenzione alla loro privacy rendendosi cauti nello svelare la propria identità o certi elementi della propria vita privata; la frequentazione dei social network per motivazioni più circoscritte o disimpegnate si accompagnerebbe a minori preoccupazioni per la privacy là dove, anche caricare un filmato o rivelare foto private di sé o di altri sarebbe imputabile al semplice gusto di farsi vedere o di alimentare una fonte di distrazione e divertimento sottovalutando, a quanto sembra, le possibili implicazioni della violazione della privacy propria o di altri.

 

La ricerca di una gratificazione variabile

Nir Eyal, consulente esperto dell’intersezione fra business, tecnologia e psicologia nel suo libro di recente pubblicazione Hooked: How to Build Habit-Forming Products (2013) illustra i meccanismi mediante i quali prodotti digitali come App e siti di social network vengano appositamente progettati per sollecitare un uso prolungato e ripetuto da parte degli utenti fino a rappresentare una vera e propria abitudine. Uno dei fattori implicati in questo è proprio quello della gratificazione.

A tal proposito Brian Knutson, professore della Stanford University, ha illustrato come a far presa sugli utenti sia la ricerca di una gratificazione variabile: è l’imprevedibilità del beneficio ottenuto che alimenta la motivazione a frequentare ripetutamente siti e social network.

Controllare le email distinguendo fra posta desiderata e spam, tener d’occhio la homepage di facebook alla ricerca di contenuti interessanti o risposte desiderate sono solo alcuni esempi: social network e prodotti digitali soddisfano in modo spesso incostante e imprevedibile bisogni di informazione, risorse, definizione di sé o divertimento alimentando una tensione che lega gli internauti a rimanere “agganciati” a questi siti e a frequentarli regolarmente in maniera analoga a quanto accade un po’ nel gioco d’azzardo.

 

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