Il cervello dei runner corre più veloce

Una bella corsa rigenera corpo e mente. Molte ricerche dimostrano gli effetti del running sul cervello oltre che sul fisico: aumenta la memoria, riduce i rischi di malattie neurodegenerative, migliora l'autostima, l'attenzione, il decision making e rende più felici.

Il cervello dei runner corre più veloce

La corsa è uno dei movimenti più naturali che l’uomo possa mettere in atto, si apprende subito dopo aver imparato a camminare con sicurezza e non si disimpara mai. Eppure pochi praticano attività podistica regolarmente preferendo altre attività sportive o purtroppo una vita sedentaria.

Gli effetti dello sport sulla salute sono ben noti. Praticare regolarmente attività sportiva permette di controllare il peso, ridurre il rischio di malattie cardiovascolari, mantenere il corpo sano e quindi garantire maggior benessere.

Meno conosciuti sono gli effetti confermati da studi recenti: correre genera benefici sul cervello, rendendo più intelligenti e capaci a livello emotivo relazionale.

 

Corsa e cervello un allenamento completo

Una ricerca condotta all’università dell’Arizona e pubblicata su Frontiers in Human Neuroscience dimostra che correre migliora le connessioni neurali in aree cerebrali di attività complesse.

Nello specifico, l’area maggiormente interessata è la corteccia prefrontale, determinando un miglioramento del pensiero sofisticato, memoria, attenzione, pianificazione, multitasking, presa di decisione e controllo delle azioni.

Gli studiosi concludono che correre non è un’attività semplice come erroneamente si pensa e che essa possa rendere maggiormente intelligenti rendendo più efficienti i processi cognitivi complessi.

 

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Corsa e memoria

Chi corre ricorda di più. Lo dimostra una ricerca condotta alla Columbia University di New York (2007) in cui si afferma che l’attività aerobica della corsa stimola la produzione di neuroni (neurogenesi) in aree del cervello implicate nella memoria.

L’area maggiormente implicata è la circonvoluzione dentata dell’ippocampo, dove maggior afflusso di sangue generato dalla corsa, migliora le connessioni neurali e la densità delle cellule.

Elemento fondamentale per la neurogenesi è la proteina Catepsina B, incrementata nel cervello dei runner (Henriette van Praag e colleghi, 2016).

 

Correre protegge il cervello

Secondo quanto affermato dallo psicologo Yakov Stern (2002), il cervello se appositamente stimolato è in grado di produrre una serie di neuroni sani in grado di supplire a neuroni danneggiati in caso di malattia. Stern parla di Riserva cognitiva.

Partendo da questo, uno studio condotto nel 2016 all’università di Toronto, ha dimostrato che questa riserva si forma in gioventù quando le capacità neurali sono al massimo delle potenzialità per diventare “superneuroni” in grado di proteggere il cervello da patologie neurodegenerative (es. Alzheimer) in età senile.

Nello specifico il cervello dei giovani è maggiormente capace di modificarsi in relazione a stimolazioni fisiche ed intellettuali e quindi generare una base per migliori abilità mnestiche in età adulta e senile.

Praticare attività fisica permette di bloccare il processo degenerativo del cervello stimolando la produzione di cellule staminali nervose e quindi prevenire lo sviluppo di demenze.

 

Chi corre è più felice

Moltissime persone usano la corsa per staccare la spina e ridurre lo stress della giornata. Le ricerche scientifiche avvalorano questa pratica affermando che correre riduce i livelli di stress, ansia, attacchi di panico e sintomatologia depressiva.

In particolare, quando si correre, il cervello produce maggior quantità di endorfine, neurotrasmettitori con effetti analgesici di euforia o sonnolenza (in base alla quantità) che vanno a contrastare gli effetti negativi di adrenalina, noradrenalina e cortisolo prodotti in condizioni stressanti.

Per questo si parla di “Runner High”, una condizione di benessere e sensazione di euforia tipica di chi corre per tempi prolungati.

La corsa diventa una vera forma di dipendenza anche a causa della maggiore produzione di dopamina che agisce sulla motivazione spingendo ad allenarsi in modo costante. Effetti di questa pratica su autostima, senso di efficacia e felicità sono ben rilevabili in diverse aree di vita quotidiana.

Riscontri positivi si notano anche in caso di forte rabbia e depressione. Infatti, le recenti Dynamic Running Therapy, usano la corsa o la camminata durante le sedute psicoterapeutiche per stimolare il cambiamento e il maggior coinvolgimento nel modificare situazioni dolorose.

Dati gli innumerevoli effetti positivi della corsa su mente e corpo sarebbe utile potersi ritagliare un momento nello stress quotidiano e iniziare a correre.

Foto: ammentorp / 123RF Archivio Fotografico

 

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