Alla sinistra del tempo: fra rappresentazione mentale e narrazione

Immaginate di dover disporre delle fotografie dei vostri figli in ordine cronologico per l’album di famiglia: come iniziereste ad ordinarle? Con buona probabilità comincerete a disporre a sinistra quelle più vecchie procedendo verso destra man mano che aggiungete quelle più recenti secondo un ordine cronologico che corrisponde ad un criterio con cui tendete a rappresentare mentalmente lo scorrere del tempo. Vediamo perché

Alla sinistra del tempo: fra rappresentazione mentale e narrazione

La linea de tempo scorre da sinistra a destra, almeno per noi occidentali. Diversi studi evidenziano infatti come, in tutto il mondo occidentale, ci rappresentiamo la sequenza temporale degli eventi lungo un linea immaginaria che va dal passato - collocato verso sinistra - al futuro - in cui ci proiettiamo mentalmente procedendo verso destra, secondo quelli che sono gli schemi spaziali del nostro sistema di letto-scrittura.

Ma non basta: rappresentare mentalmente il tempo su questa linea immaginaria sembra fondamentale per poter memorizzare e richiamare alla mente l’esatta cronologia degli avvenimenti, tanto che certe lesioni cerebrali che compromettono la memoria spaziale pregiudicano anche la capacità di rappresentazione degli eventi passati.

 

Sai come percepiscono il tempo i bambini?

 

Il pensiero narrativo lungo la linea del tempo

Diversi studi neuropsicologici dimostrano come noi occidentali leggiamo e collochiamo gli eventi rappresentandoli con l’occhio della mente lungo una linea immaginaria che scorre da sinistra verso destra secondo un ordine cronologico che segue la stessa direzione in cui procediamo con la lettura e la scrittura.

Questo a ben pensarci non è affatto strano: il linguaggio scritto è essenzialmente un modo attraverso il quale diamo una forma narrativa agli eventi collocandoli rispetto a un “prima”e a un “dopo” che organizzano il significato di ciò che accade. Rappresentare mentalmente il tempo quindi sembra un qualcosa di coerente e funzionale con quello che è il nostro pensiero narrativo.

 

Che legame c'è la memoria autobiografica e l'identità?

 

Neglect dell’emisfero sinistro e rappresentazione del tempo

Un gruppo di ricercatori delle università di Ginevra, Stanford e San Diego, partendo dall’assunto che le persone, per rappresentare mentalmente il tempo, seguono quelli che sono gli schemi spaziali del sistema di letto-scrittura occidentale, si sono domandati se, questa linea del tempo che tracciamo con “l’occhio della mente”,  sia una componente essenziale per immagazzinare gli eventi nella memoria episodica.

Lo studio ha indagato se e in che modo la rappresentazione del tempo e la memoria spaziale fossero collegate nella capacità di risposta ad alcune prove di memoria in soggetti sani e in soggetti colpiti da neglect sinistro (negligenza spaziale unilaterale), un danno al livello dell’emisfero cerebrale destro che compromette la percezione e rappresentazione dello spazio della metà controlaterale (i soggetti ignorano i numeri della metà sinistra dell’orologio, mangiano solo nella metà destra del piatto o si radono solo la metà destra della faccia). Ebbene anche la rappresentazione mentale del tempo è risultata alterata nei soggetti con neglect: sollecitati a ricordare gli elementi di una storia biografica loro raccontata, tendevano a ricordare di meno e con più difficoltà gli eventi relativi al passato del protagonista, rispetto a quelli sul presente o sul suo futuro.

 

La rappresentazione dello spazio e la memoria autobiografica

I risultati di questo studio sembrano evidenziare ancora una volta quanto le dimensioni di tempo e di spazio siano reciprocamente interconnesse e quanto la memoria spaziale sia fondamentale per poter ordinare gli eventi rispetto a un “prima” e a un “dopo” collocandoli secondo una sequenza cronologica e narrativa.

E’ in base ad essa che diamo senso a quanto ci accade costruendo quelle storie su noi stessi e sul mondo che sostanziano la nostra memoria autobiografica, fondamentale per mantenere il nostro senso di identità e proiettarci nel futuro.

Come a dire: per sapere dove si va è fondamentale capire da dove si viene…


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