Quando la meditazione diventa preghiera

La meditazione ha una stretta relazione con la preghiera ma non sono la stessa cosa. In questo articolo intendo brevemente proporre un collegamento tra questi due stati di coscienza della persona. La meditazione e le varie tecniche di rilassamento oggi in uso, possono essere un mezzo per preparare la mente, il fisico e l'animo ad accogliere Dio, un modo per aprirsi alla trascendenza, per pulire il canale della comunicazione con il Divino.

Quando la meditazione diventa preghiera

QUANDO LA MEDITAZIONE DIVENTA PREGHIERA

(Riflessioni personali)

Negli ultimi decenni nel nostro mondo occidentale si sono diffuse tante tecniche di meditazione, per lo più di origine orientale, e frequentemente sentiamo parlare o leggiamo di come queste tecniche non sono in contraddizione con la preghiera

Le tecniche cui si fa più spesso riferimento sono per esempio quelle dello yoga, della filosofia zen, la meditazione trascendentale; non sono tutte uguali né per tecnica né per obiettivo (rimando il lettore ai tanti siti dove troverà ogni spiegazione).

L’aspetto che invece qui vorrei trattare è se e in che modo questi due ambiti - meditazione e preghiera , nello specifico la preghiera cristiana, possono convivere.

DUE PIANI DIVERSI MA COMUNICANTI.

Io propongo di considerarli su due piani diversi, due livelli diversi. La meditazione, in sintesi e semplificando il discorso, si concentra sull’uomo e, cercando di bloccare il pensiero, allontarsi dall’Io, vuole trascendere il corpo e “fare il vuoto mentale” o per raggiungere la “piena consapevolezza” o per “unirsi al Tutto” o per arrivare, annullando i filtri della razionalità e del controllo mentale, all’essenza, al nucleo dell’Essere. (Almeno questo vale per la maggioranza delle tecniche meditative).

La preghiera cristiana ha una premessa fondamentale e indispensabile: è il contatto e il dialogo dell’uomo con Dio vivo e presente. La preghiera qui è sin dall’inizio orientata e si muove fuori dall’uomo, è in sé lo stare nell’incontro con Dio. Ci sono diversi gradi e livelli nella preghiera che possono fare di essa un’autentica esperienza religiosa da cui si esce più maturi e più consapevoli, dove il rapporto con Dio ne risulta potenziato. Nella preghiera cristiana non c’è solo il bisogno vago della trascendenza, di superare i limiti del corpo, di provare il benessere del vuoto mentale, della fusione con l’universo, c’è ancora altro: c’è il desiderio di stare nella relazione con Dio, di creare un rapporto personale con Dio, di approfondire la sua conoscenza per poter aderire meglio al progetto di Dio per l’uomo e specificamente per me che sto pregando.

Esiste quindi una differenza tra meditazione e preghiera cristiana ma vedo anche che non sono in contrapposizione, la prima può essere utile per accedere alla seconda.

IN CHE MODO SI INCONTRANO MEDITAZIONE E PREGHIERA?

La preghiera cristiana esige una mente libera e pulita ad accogliere la vicinanza di Dio, a predisporsi all’ascolto. Per prepararmi alla preghiera posso dedicare venti minuti a liberare la mente da pensieri intrusivi, inutili, così come a rilassare il corpo per poter stare più a lungo a pregare dopo senza i limiti fisici. In questo mi aiuta certamente lo yoga e la meditazione.

Usando la tecnica psicofisica che più mi piace, posso prepararmi ad entrare nel tempio della preghiera, predisponendo me stesso all’accoglienza del Divino. Libero dal soggettivismo, dal vincolo della fisicità, posso cosi finalmente cominciare il mio dialogo intimo, particolare, personale, con Dio.

Per altre letture riguardanti il rapporto tra psicologia e religione v.  ilritorno.it 


Disegno di Gabriella Ciampi