Le microespressioni facciali risorsa (anche) per il business

Quante volte parlando con un interlocutore conosciuto o sconosciuto che sia, ci si chiede se sta dicendo la verità o no? Oppure si vorrebbe capire qual è il suo stato d'animo reale, ma anche sapere l'impressione che ha di noi. Da oggi si può imparare a farlo, grazie al sito in italiano www.leggere-emozioni.it pensato e creato da Dennis A. Masseit e da Dirk W. Eilert due esperti tedeschi di comunicazione neuronale, ovvero lettura e interpretazione delle microespressioni facciali

Le microespressioni facciali risorsa (anche) per il business

Il sito offre un corso a vari livelli per imparare a riconoscere le espressioni del volto involontarie (microespressioni) e aiuta a guardare "dietro la facciata". «Le espressioni facciali –spiega Dennis A. Masseit - si possono considerare una lingua del corpo generica e interculturale, ovvero tutte le popolazioni del mondo, di ogni tipo di cultura e livello di civiltà, le utilizzano inconsciamente per esprimere emozioni come paura , gioia, sorpresa, disprezzo, disgusto rabbia, tristezza. Il volto è l'unica parte del corpo che riesce a esprimere inconsciamente tutta la gamma delle emozioni, senza che sia possibile un controllo completo da parte nostra. Si parla di microespressioni perché la loro durata varia tra 40 e 500 ms, ovvero una frazione di secondo. Inoltre sono lo strumento principale nell'interazione con le altre persone e la chiave dell'empatia (intuire e comprendere i sentimenti dell'altro diventando partecipi n.d.r.) Riconoscere le microespressioni significa comprendere con precisione dalla mimica delle altre persone, ciò che realmente sentono, indipendentemente da quanto affermano».

 

Anche la televisione si è occupata di questa scienza con la serie televisiva «Lie to me» che racconta le imprese del dottor Lightman ispirandosi alla storia vera e agli studi del dottor Paul Ekman, psicologo, studioso del comportamento umano e grande esperto del linguaggio del corpo e delle espressioni facciali. Le tecniche utilizzate nel telefilm per indagare su omicidi e altri reati violenti rispondono scientificamente ai nomi di cinesica, prossemica, semiotica. Il sito spiega cosa si intende per "lettura delle microespressioni" e propone due demo gratuite per dare un primo sguardo a questo mondo emozionale, poi si possono acquistare i corsi completi. Corsi che sono suddivisi in vari livelli di difficoltà e che accompagnano passo passo ad acquisire queste capacità interpretative . Sono stati impostati 140 esercizi rappresentati da 28 persone diverse fotografate di fronte e di profilo, mentre mimano le varie microespressioni. Le facce sono state scelte rispettando un buon mix etnico, ma anche inserendo caratteristiche diverse come età, occhiali, baffi, ecc. in modo tale da garantire una panoramica rappresentativa della nostra società.

 

Il primo corso base insegna a distinguere tra l'espressione di paura e quella di stupore, che sono abbastanza simili e che i non esperti possono confondere. Bastano dieci minuti di esercizio al giorno per affinare la propria capacità di percezione e interpretazione. Nella preparazione classica di manager, venditori, esperti di risorse umane, cacciatori di teste, ma anche di medici e di molti altri professionisti che per lavoro si relazionano quotidianamente con altre persone, non viene considerato il fattore emotivo (le cosiddette "soft-skills"). Per esempio durante i colloqui di lavoro è fondamentale per chi fa selezione del personale andare oltre ai messaggi verbali dei candidati, che possono essere forvianti, e comprenderne le reali capacità per poi poterli inserire nella posizione lavorativa più adeguata. «Se invece di limitarsi a utilizzare le conoscenze scientifiche e razionali- conclude Dennis A. Masseit- si imparasse a riconoscere lo stato emotivo di chi ci sta di fronte si riuscirebbe a creare dell'empatia che facilita certamente la comunicazione reciproca e consente di istaurare un rapporto di maggior fiducia. Con grande vantaggio per tutti».

 

Fonte: http://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2011-05-09/microespressioni-facciali-risorsa-anche-131132.shtml?uuid=AaWJncVD