Cos’è l’intelligenza corporeo-cinestetica?

Il concetto di intelligenza è stato interpretato nel corso degli anni nei modi più disparati. Fino a poco tempo fa per intelligenza si intendeva generalmente la capacità mentale dell’essere umano; test su test si sono susseguiti per misurare il famoso QI – Quoziente Intellettivo - finché lo psicologo americano Howard Gardner iniziò a parlare di intelligenze multiple, tra queste l’intelligenza corporeo-cinestetica. Rudolf Nuriev, Diego Armando Maradona, Nadia Comaneci, sono solo talenti della danza e dello sport o c’è qualcosa di più in loro? Vediamo insieme cos’è l’intelligenza corporeo-cinestetica

Cos’è l’intelligenza corporeo-cinestetica?

Rudolf Nuriev, Diego Armando Maradona, Nadia Comaneci, sono solo esempi, peraltro molto diversi tra loro, della capacità estrema di gestire il proprio corpo. E cos’è l’intelligenza corporeo-cinestetica se non questo?

È quel tipo di intelligenza che permette di sentire e gestire al meglio il proprio corpo, che permette di coordinare e manipolare allo stesso modo oggetti esterni, il tutto per fini funzionali ed espressivi.

Chi possiede l’intelligenza corporeo-cinestetica si dimostra in grado di conoscere e padroneggiare infatti sia il corpo che i modi in cui esso opera, ed implica proprio la capacità di comprendere il mondo e di comunicare attraverso il corpo esprimendo idee e sentimenti.

Lo psicologo Howard Gardner tramite lo studio di pazienti con danni cerebrali e geni in qualche particolare area ha catalogato diversi tipi di intelligenza. Secondo lo studioso gli uomini si distinguono perché portatori di intelligenze multiple diverse e corrispondenti a formae mentis distinte e precise, per esempio l’intelligenza linguistico-verbale, l’intelligenza logico-matematica, l’intelligenza musicale, l’intelligenza interpersonale, e altre.

Gardner arriva a sostenere l’equivalenza perfetta dell’intelligenza corporeo-cinestetica con tutte le altre tipologie di intelligenza affermando che ci sono altri linguaggi oltre alle parole, al linguaggio dei simboli e ai linguaggi della natura. Ci sono appunto i linguaggi del corpo, anche se nella nostra tradizione culturale recente c’è stata una disgiunzione radicale fra le attività del ragionamento da un lato e dall’altro le attività della parte manifestamente fisica della nostra natura.

Tale divorzio tra “mentale” e “fisico” si è associato purtroppo e non di rado alla nozione che ciò che facciamo con il nostro corpo sia un po’ meno privilegiato, meno speciale, della routine di soluzioni di problemi che eseguiamo principalmente attraverso l’uso del linguaggio, della logica o di qualche altro sistema simbolico relativamente astratto.

 

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Saper usare il proprio corpo con l’intelligenza corporeo-cinestetica

Avere una buona intelligenza corporeo-cinestetica vuol dire saper usare il proprio corpo in modi molto differenziati e abili, generare coordinazioni spazio-temporali che consentono di ottenere una successione fluida di movimenti parziali che vanno a comporre un movimento globale unico, personale, autentico, che esprime appieno il proprio modo di essere e di adattarsi all’ambiente.

Gardner individua due tipologie di motricità che nell’uomo si integrano e si completano vicendevolmente pur avendo ubicazioni cerebrali differenti: per la motricità “fine” viene indicata l’area cosiddetta di Brodman nell’emisfero sinistro, mentre il controllo dei movimenti più grossolani del corpo risiede nella parte destra insieme alle capacità spazio-temporali, all’espressione corporea, mimica e facciale, alla creatività, al mondo delle emozioni, al senso figurativo ed artistico.

Entrambe le motricità, sinistra (analitica e logica) e destra (globale e procedurale) possono funzionare sia da sole che in interazione reciproca: pertanto l’intelligenza corporeo-cinestetica non andrebbe intesa come una funzione sussidiaria e meno elevata del puro pensiero, poiché rappresenta un mezzo per apportare ulteriori miglioramenti al comportamento motorio, per facilitare la tendenza verso obiettivi distanti e futuri, per una maggiore capacità di adattamento in genere e ai fini della sopravvivenza.

Per quanto concerne la parte espressivo-comunicativa dell’intelligenza corporea, Gardner cita come massima manifestazione l’intelligenza del ballerino e del mimo-attore. C’è da sottolineare comunque come tutti i ruoli culturali sfruttino più di una intelligenza: nessuna prestazione può verificarsi semplicemente attraverso l’esercizio di una singola intelligenza in quanto esistono forti relazioni tra le stesse.

 

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