La solitudine del leader

Il leader è colui che occupa una posizione sociale ambita e desiderata, ma spesso si accompagna anche ad un profondo senso di solitudine. La vita solitaria deriva in parte dalle caratteristiche del ruolo e in parte da caratteristiche di personalità, come il narcisimo.

La solitudine del leader

 

Il leader è colui che porta il fardello delle responsabilità aziendali scegliendo la strada da seguire e guidando il gruppo. Nonostante le gratificazioni economiche e l'amore che qualcuno nutre per la sfida il leader deve sostenere anche il peso della solitudine. Perché si è soli? i motivi possono essere tanti, ma sostanzialmente il ruolo richiede una propria visione e un investimento totale della persona per riuscire a dare la propria impronta all'azienda.

 

Come si arriva alla solitudine

La scalata professionale implica un'assunzione sempre maggiore di responsabilità; in questo percorso il leader tende ad avere un atteggiamento sempre meno confidenziale con i suoi collaboratori. Questo allontanamento non è dovuto solo a caratteristiche personali, ma ci sono elementi propri del ruolo che lo facilitano. La prima motivazione risiede nella riservatezza delle informazioni cui si può accedere solo a certi livelli e che impedisce il confronto con altre persone: d'altronde, l'informazione è potere. La competizione interna e la paura di doversi difendere da chi vuole insidiare la propria posizione (invidiabile) è un altro fattore che porta all'isolamento. Il leader deve essere dotato non solo di doti tecniche, ma dovrebbe possedere carisma e le abilità relazionali e comunicative utili alla gestione di un gruppo. L'incapacità o la presunta deficienza in ambito sociale induce il leader a barricarsi dietro comunicazioni scritte e asettiche facendosi così scudo della solitudine.

 

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Il leader e il narcisismo

Amy Brunell, docente di psicologia alla State University di Newark (Ohio, USA) ha sottolineato un'altra connessione tra solitudine e leadership, questa volta dovuta più ad inclinazioni personali. Brunell trova la connessione nel narcisismo, una struttura di personalità caratterizzato da una naturale ossessione/amore per se stesso. Il narciso crede profondamente nelle proprie capacità e nel successo che queste devono avere all'esterno. Questa inclinazione si associa a forti spinte competitive e alla ricerca di potere e dell'attenzione. Sebbene possano sfruttare un certo carisma e il prestigio sociale per farsi strada nella vita, ben presto chi li circonda si accorge che la relazione è superficiale e unidirezionale. Tre ricerche indipendenti della stessa Brunell che hanno coinvolto più di 400 soggetti evidenziano come il narcisista una volta al potere spesso non riesce a portare a termine i propri compiti manifestando la sua vera natura: una predisposizione al rischio basata sulle proprie convinzioni di superiorità.

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