Psicologia del populismo

Il populismo è un movimento che poggia e inneggia al bene del popolo puntando a visualizzare un nemico comune e rifacendosi a principi politici non rappresentati dalle istituzioni.

Psicologia del populismo

Nella storia politica e sociale moderna si sente spesso parlare di populismo, attribuendo a questo termine accezioni e sfumature differenti in base al contesto e periodo di riferimento. È importante comprendere le origini e le caratteristiche di questo fenomeno per cercare di definire il perché sia oggi tanto diffuso e popolare.

 

Populismo, cos’è?

La prima comparsa del populismo propriamente detto risale alla Russia di metà Ottocento in cui un movimento di studenti e intellettuali cercarono di appoggiare le classi più povere economicamente e culturalmente, aprendo scuole e strutture nelle campagne al fine di promuovere la classe contadina, per loro destinata ad attivare una vera rivoluzione contro lo Zar e la classe dirigente.

In politica viene definito come un’ideologia, una corrente di pensiero e azione che “va verso il popolo” appoggiandone ed esprimendone bisogni, valori, principi e necessità contro una classe dirigente e struttura governativa definita nemica e poco curante del popolo.

Nella storia molti sono stati i movimenti di stampo populista con differenziazione tra nazionalpopulismo più conservatore e autoritario, tipico del periodo fascista e nazista, populismo rivoluzionario con le idee di Robespierre fino al populismo democratico che trova le radici nel People’s Party Americano e che contrappone una visione pluralista nella politica interna ma nazionalista e isolazionista all’esterno.

 

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Caratteristiche del populismo

Il populismo vede il popolo come portatore di valori e principi politici non rappresentati dalle istituzioni e quindi necessari di rivolte e opposizione volto a esprimere un pensiero fortemente nazionalista e appartenente alla popolazione.

Alla base delle ideologie e azioni dei portavoce populisti c’è la lotta a un nemico, solitamente la classe dirigente, una casta spesso definita corrotta e poco attenta al bisogno del popolo che agisce solo per interesse di pochi ricchi e benestanti. È una lotta all’ istituzione e alle strutture dello stato perché non pienamente rappresentanti di principi della massa e del popolo, che porta all’espressione del desiderio di agire una democrazia diretta e non mediata da rappresentanti, in cui il popolo possa direttamente partecipare alle decisioni e alle questioni politiche in ottica nazionalista.

Colui che cerca di attirare l’appoggio del popolo fa leva su bisogni, principi e necessità dello stesso, promettendo cambiamento, sovversione e modifica della realtà poco funzionale e attenta alla popolazione. La propaganda poggia su questo e si anima spesso di toni accessi, provocatori che colpiscono nel profondo delle persone perché fondate su valori, sentimenti, vissuti e ideologie.

 

Perché il populismo è tanto diffuso?

Una dello prime spiegazioni è riscontrabile nella diffusione facile e rapida delle informazioni che permette sia la rapida fruibilità di nozioni espresse dai populisti, sia quanto fatto dall’elite, degli errori, mosse politiche, azioni sociali, spesso mediate e arricchite dai media che possono mettere in buona o cattiva luce una o l’altra posizione, creando anche notizie non del tutto vere e di difficile comprensione.

Il popolo spesso disilluso dalle promesse delle classi dirigenti, stanco delle condizioni di vita e sociali con cui ogni giorno si scontra, sfiduciato dai rappresentanti dello stato, dalle leggi e loro rispetto, dalle condizioni economiche e istituzioni o organi poco funzionanti, vedono nelle idee populiste una possibilità di cambiamento che porta a seguirle, sostenerle, manifestarle e appoggiare il leader o gruppo che ne è rappresentante, spesso non vedendo alternativa migliore a questa come unica fonte di miglioramento o quanto meno modifica dello stato attuale.

 

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