La psiche che ci ad-Ombra

Ombra: area scura proiettata su una superficie da un corpo che interponendosi tra la superficie stessa e la sorgente luminosa, impedisce il passaggio della luce. Ogni cosa, quindi, porta un’ombra svelata dalla presenza della luce. Un ombra che per i suoi contorni lascia intuire a quale oggetto appartiene.
Vediamo insieme cosa ha da dirci Carl Gustave Jung sulla nostra ombra. Quella della “cosa” umana.

La psiche che ci ad-Ombra

Dove c'è molta luce, l'ombra è più nera.

Johann Wolfgang Goethe


L’ombra e la luce

In termini evocativi la parola "ombra" richiama un rapporto di immagini piuttosto che un confronto tra concetti razionali e strutture psichiche definite e circoscritte. La parola ombra evoca un contrasto – ma anche una complementarietà – tra luce e ombra, tra chiaro e scuro; permettendoci di cogliere la corporeità e la profondità di un’immagine che viene rappresentata.

E’ questa complementarietà ad essere un elemento di distinzione per il significato che la parola assume in certi specifici contesti.

 

L’Ombra e la psicologia analitica

L’ombra è un concetto introdotto da Carl Gustav Jung per indicare, inizialmente, la parte inferiore della personalità umana, ovvero il concetto di inconscio personale. Successivamente, secondo uno sviluppo diacronico, l’ombra assume un aspetto sovratemporale e sovrapersonale allargandosi fino ad abbracciare in sé il problema del male. In questo senso l’ombra passa da essere l’intero e la somma del negativo del singolo individuo, ad essere il negativo assoluto dell’intera esistenza.

Si possono riferire al concetto di ombra diversi significati, ma qui ci occuperemo di quello relativo alla personalità, ovvero il concetto che considera l’ombra come l’insieme delle funzioni e degli atteggiamenti non sviluppati della persona. L’ombra è quindi una parte della totalità della psiche, e si può per l’appunto definire negativa sola se consideriamo che ci sia una positività con la quale essa stessa si confronta.

Durante il corso di sedute psicoterapeutiche si può riscontrare, infatti, che la persona rifiuti la propria Ombra, condannandosi così a vivere una vita parziale. Soprattutto però l’Ombra, che è abbandonata, inizia a vivere di una vita autonoma senza alcuna relazione con il resto della personalità. Procedendo in questo modo la vera e autentica maturazione della persona è impedita, giacché l’individuazione comincia appunto con la ricognizione e l’integrazione dell’Ombra. Nel momento in cui l’uomo accetta la sua Ombra, nella dinamica psichica, accetta di individualizzarsi.

 

L’Ombra: una parte della personalità

Anzitutto per Ombra s’intende il lato “oscuro” della personalità di ogni individuo, che contrastano con le parti “luminose” e coscienti dell’Io. Lo sviluppo della coscienza dell’Io comporta infatti l’inevitabile rimozione delle parti della personalità che, di carattere emotivo e istintuale, risultano estranee e non armonizzabili con l’immagine del Sé che ci si va formando.

Ogni essere umano ha la propria Ombra, i cui contenuti dipendono per la massima parte dall’inconscio personale, e non sono pertanto accessibili immediatamente alla coscienza, perché hanno subito un processo di rimozione. Sostanzialmente, l’Ombra rappresenta in qualche modo l’opposto complementare della coscienza, tutto ciò che rifiutiamo di riconoscere di noi. In questo senso, secondo Jung, nell’uomo coabitano gli opposti: luce e ombra, maschile e femminile, conscio e inconscio.

La sfida è riuscire ad accettare ciò che sembrerebbe non compatibile, ciò che potrebbe apparire come incoerente, non armonizzabile; cioè che l’ombra appartiene alla luce e viceversa. Che questi elementi siano vissuti spesso in contrapposizione è stato ben rappresentato anche dalla letteratura: si pensi allo scrittore Robert Louis Stevenson nella sua famosa opera “Lo strano caso del Dr. Jekyll e di Mr. Hyde”.

 

L’Ombra, l’io e la morale

Secondo la teoria sostenuta da Jung, incontrare gli aspetti oscuri della propria personalità potrebbe alimentare problemi di ordine morale, mettendo alla prova l’Io e tutta l’intera personalità. Riconoscere gli aspetti oscuri della personalità come realmente presenti nell’inconscio, costituisce la base indispensabile di ogni conoscenza di sé e generalmente incontra una notevole resistenza da parte delle persona. Pertanto, il confronto con l’Ombra non sarà soltanto un problema di carattere psicologico ma anche di ordine morale.

Nell’istante in cui la persona accetta nella propria dinamica psichica l’Ombra, egli accetta di individualizzarsi. In questo cammino attraverso atti riflessivi e tramite la stimolazione dell’inconscio, si arriva ad integrare nella personalità anche ciò che di noi non amiamo vedere o sapere.

 

L’Ombra e l’individuazione

Incontrare l’Ombra significa accettarla e permetterle di offrirci qualcosa di prezioso; anche perché eliminare ogni lato della personalità che rispecchia la negatività non porta ad un equilibrio psicofisico, anzi: anche se apparentemente l’Ombra, come figura negativa, è portatrice dei nostri limiti, essa ci può completare come esseri umani.

Jung sosteneva che l’identità è formata da una coppia di opposti: l’Io e l’Ombra. Io inteso come complesso di rappresentazioni coscienti e permanenti, l’identità cosciente appunto, costituita dei principi e dei valori accolti e riconosciuti anche nelle relazioni; l’Ombra intesa come l’insieme delle possibilità di esistenza respinte dal soggetto come non proprie, poiché considerate negative.

Difatti, secondo Jung, tutti i comportamenti umani sono influenzati dalla psiche inconscia e prendendo coscienza degli aspetti – spesso terrifici - dell’Ombra, se ne depotenzia il suo aspetto distruttivo, limitandone l’autonomia ed il dominio sull’esistenza della persona. Questo perché di fatti ignorare questa parte non vuol dire liberarsene, ma anzi darle la possibilità di muoversi e agire liberamente, fuori dal controllo cosciente. Sostanzialmente inizia a vivere di vita propria. Il compito, dunque, non è di cacciarla via illudendosi di liberarsene, ma è piuttosto tentare di armonizzare questa Ombra con l’Io cosciente, per crearne un’unità.

Per creare l’individuo, unico e irripetibile.

 

Immagine | Cody Fitzgerald