L'ansia d'abbandono negli adulti: le caratteristiche

L'ansia da abbandono tipicamente è associata al bambino che mal gestisce la separazione dalla madre. Se non si interviene nell'infanzia queste problematiche si trascinano nell'adulto. Vediamo come

L'ansia d'abbandono negli adulti: le caratteristiche

La separazione è un passaggio difficile ma fondamentale per il bambino: alla sicurezza offerta dalla presenza fisica del caregiver il bambino deve affiancare al certezza del suo ritorno e la capacità di fare affidamento sulla sua immagine interna quando è lontano.

Se il passaggio risulta difficile per svariati motivi si può incorrere in un disturbo d'ansia da separazione che colpisce molti bambini e che va risolto nell'infanzia.

Qualora le difficoltà permangano l'adulto si porterà dietro questa ferita che genera una forte insicurezza nella gestione delle relazioni. Parliamo allora di ansia d'abbandono negli adulti.

 

La diagnosi del disturbo d'ansia d'abbandono

L'ansia da abbandono può essere considerata come la manifestazione di sintomi ansiosi associata alla separazione tra madre /padre e bambino.

La sua progressione patologica è chiamata DAS - Disturbo da Ansia da Separazione. Nel DSM-IV questa patologia viene descritta nella varie fasce d'età: posto che un certo grado di ansia è normale nel bambino che affronta le prime separazioni, esistono dei segnali che ci avvisano che questo passaggio sta creando delle difficoltà.

I disturbi del sonno, disturbi comportamentali e somatici sono le avvisaglie più frequenti nella prima infanzia, poi possono insorgere il rifiuto scolastico e le somatizzazioni nell'adolescenza

Nel manuale non compaiono indicazioni precise invece sul disturbo in età adulta sebbene nuove ricerche, a partire dagli anni'90 hanno messo le basi per la riflessione sul DAS in età adulta.

 

Come fare affinché il distacco della madre non sia un taglio netto

 

Adulti abbandonati

Un interessante articolo di Angelo Bruschi, Andrea De Angelis, Paolo Grandinetti, Marco Pascucci, Luigi Janiri, Gino Pozzi ci guida in questa riflessione.

La difficoltà principale riguarda la possibilità di diagnosticarne la comparsa in età adulta, come se fosse rimasta silente fino a quel momento oppure insorga in età "avanzata".

Nel DSM-IV si parla di DAS più che altro come fattore che escluda altre patologie legate all'ansia. Nell'adulto si manifestano ancora paure "infantili" legate cioè alla separazione dalle figure chiave e soprattutto sulla compromissione della capacità di legarsi in modo maturo ad altre persone.

I sintomi includono:

  • difficoltà a lasciare luoghi considerati sicuri,
  • disturbi del sonno, incubi
  • forte interessamento nei confronti delle figure primarie.

La sintomatologia si aggrava qualora ci sia una minaccia reale o peggiorata dalla rottura di questi legami (trasferimenti, nuovi legami, morte, ecc.) che scatenano attacchi di panico.

A questo quadro si lega anche una comorbilità che va oltre i disturbi d'ansia e comprende:

 

Implicazioni terapeutiche

La poca chiarezza del quadro di questa patologia si accompagna anche a risultati poco convincenti da un puto di vista terapeutico. Le ricerche riportate nell'articolo mostrano:

  1. minore efficacia del trattamento farmacologico associato ai disturbi d'ansia;
  2. minore efficacia della terapia cognitivo-comportamentale.

Ciò non significa non tentare, ma piuttosto indica un necessario approfondimento delle specificità del DAS in età adulta per individuare delle strade terapeutiche mirate.

 

L'ansia da abbandono: da dove nasce e come si evolve