L'ansia adattiva: a cosa serve?

Sì avete capito bene: esiste un’ansia che può essere adattiva e aiutarci ad affrontare prove e difficoltà della vita. Non un sintomo da eliminare dunque, ma un segnale della nostra mente che possiamo imparare ad ascoltare.

L'ansia adattiva: a cosa serve?

Siamo abituati a pensare all’ansia come ad uno stato della mente che ci blocca in una situazione di confusione e sofferenza impedendoci di concentrarci e di riuscire lucidamente ad affrontare le cose.

Questa tuttavia non è la sola manifestazione dell’ansia; esiste anche un’ansia che può essere adattiva, e tutto dipende da come impariamo a gestirla.

 

L’ansia adattiva

Alcuni studi condotti nell’ambito delle neuroscienze e della psichiatria hanno dimostrato come, contrariamente all’aspettativa di senso comune, i risultati di un percorso psicoterapeutico non siano quelli di una diminuzione dell’ansia nel paziente, ma nell’aumento della capacità di gestirla.

Non si tratterebbe, dunque, di provare meno ansia o di non provarla affatto, ma di poterne riconoscere ed utilizzare i segnali affinché diventi un’ansia adattiva, utile a metterci in guardia e a concentrarci su difficoltà e compiti importanti senza tuttavia paralizzarci e annebbiare la nostra capacità di pensare e prendere decisioni. Ma perché l’ansia può essere utile e adattiva?

 

Le false credenze sull’ansia

Quando ci troviamo di fronte ad un compito o ad una situazione che ci preoccupa e ci crea molta tensione siamo abituati a colpevolizzare sempre lei: l’ansia, quel sottile ma pervasivo stato di allerta che ci tiene in ambascia giorni, ore o settimane prima del’evento temuto in previsione di chissà quali catastrofi e che mette talmente a dura prova le nostre risorse cognitive da farci arrivare sfiniti al momento tanto temuto o in preda ad un panico paralizzante.

In entrambi i casi non saremo certo agevolati a dare il meglio di noi e, anche quando ciò avviene ugualmente, ci ritroviamo ad affrontare la situazione con un carico sulle spalle maggiore del necessario.

La fantasia che più o meno consapevolmente facciamo allora è la seguente: se riuscissimo a prevenire e ad eliminare l’ansia andrebbe tutto per il meglio e riusciremmo ad affrontare le cose in modo ottimale. Niente di più falso!

 

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Ansia adattiva, un segnale che ottimizza le nostre risorse

L’ansia è uno stato di allerta che coinvolge congiuntamente corpo e mente: i nostri muscoli si contraggono per prepararci fisicamente all’attacco o alla fuga, il respiro di fa corto e veloce, il nostro fisiologico senso di fame recede sullo sfondo; la mente è concentrata unicamente sulla situazione che dovremo affrontare e su ciò che previsionalmente potrebbero minacciarla; altre volte è un più generico senso di incertezza che ci mette in allerta, non siamo sicuri delle nostre scelte o delle misure che abbiamo preso per affrontare la situazione e lei è lì, l’ansia, a tenerci sulle spine e a segnalarci che qualcosa proprio non va per il verso giusto.

Si pensi ad esempio a quando si studia per un esame: la tensione in vista della prova ci aiuta a rimanere concentrati sui libri e a dare la priorità allo studio, a non sottovalutare aspetti più ostici del programma e su cui dovremo spendere più tempo, le domande che a volte temiamo potrebbero farci forse ci segnalano argomenti che abbiamo compreso o assimiliato di meno su cui sarà bene tornare.

Se rappresenta uno stato di attivazione che favorisce la concentrazione e convoglia le nostre risorse per migliorare il rendimento, l’ansia può rivelarsi utile e adattiva a patto che riusciamo a gestirla e non lasciarcene sopraffare.

 

L'ansia adattiva: nelle prove non possiamo rimanere indifferenti

L’aspetto forse più complesso e meno intuitivo da tollerare è infatti proprio questo: che le prove importanti della vita e le situazioni che richiedono maggiore impegno – siano prove d’esame o contesti interpersonali – non possono essere affrontate con leggerezza e totale indifferenza.

Si tratta di situazioni in cui dobbiamo affrontare un certo margine di rischio, dove sono in ballo questioni che in qualche modo ci stanno a cuore (il voto ad un esame impegnativo su cui abbiamo speso molto tempo, la risposta ad una nostra richiesta di lavoro, l’accettazione/rifiuto che possiamo ricevere da un partner e così via) e di cui pertanto non possiamo pretendere di poterci occupare con distacco.

L’ansia in fondo non è un sintomo che attesta la nostra incompetenza, ma, al contrario, un segnale che ci sprona a fare appello alle risorse che invece già possediamo per far fronte al meglio alla situazione:

“Tutti provano Ansia.

Questa ha sempre avuto un ruolo adattivo e quindi positivo.

Avere ansia non è sinonimo di stupidità, bensì d'intelligenza.”

(A. Fabozzi)

 

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