Il sadomasochismo: quanto è labile il confine fra piacere e dolore?

Piacere e dolore sembrerebbero “Secondo Natura” due esperienze irrinunciabilmente di segno opposto e inconciliabili: legati al soddisfacimento vitale del desiderio o alla sua negazione, alla minaccia, alla morte. Pratiche sessuali che ricercano il piacere tramite il dolore possono rientrare o meno in perversioni sessuali clinicamente intese, in ogni caso è lo squilibrio di potere che si crea fra i due partner a rappresentare il fulcro della dinamica sadomasochistica che coniuga piacere e dolore.

Il sadomasochismo: quanto è labile il confine fra piacere e dolore?

Piacere e dolore possono confondersi e sostenersi reciprocamente in una relazione sadomasochistica consensuale (BDSM) e regolamentata che drammatizza per esorcizzarla la tensione fra la vita e la morte; ma possono anche configurare specifiche perversioni sessuali (sadismo e masochismo secondo il DSM-IV) che perseguono il piacere sessuale stabilmente e unicamente attraverso sofferenze e crudeltà inflitte o ricevute fuori da una relazione consensuale o regolamentata e che possono avere anche gravi conseguenze fino alla morte di uno dei partner.

 

Piacere e dolore nel BDSM

Il termine BDSM è stato coniato in riferimento a quelle pratiche sessuali sadomasochistiche consensuali che si differenzierebbero dalle perversioni sessuali clinicamente intese che sfuggono al controllo della persona invadendo tutte le sfere della sua esperienza. Nelle pratiche BDSM la ricerca del piacere sessuale attraverso il dolore è svincolata da elementi di crudeltà o sopraffazione ma è invece altamente ritualizzata all’interno di pratiche negoziate e consensuali fra i partner caratterizzate da fiducia reciproca, sicurezza e collaboratività (Landi, N., BDSM. Ars erotica tra dolore e piacere, Rivista di Sessuologia, 2011, 35, 4, 261-267). La ritualizzazione del dolore che fonda lo squilibrio di potere fra dominatore e sottomesso diventa, in altre parole, un modo per esorcizzare attivamente ciò che di per sé sfuggirebbe al proprio controllo (il dolore, la sopraffazione, la morte).

 

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Piacere e dolore nelle perversioni sessuali

Ciò che contraddistingue sadismo e masochismo come vere e proprie perversioni clinicamente intese è il fatto che la ricerca onnipotente del piacere mediante il dolore (inflitto o ricevuto) diventa l’unica modalità attraverso la quale la persona ricerca l’appagamento sessuale, strumentalizzando l’altro e oggettivandolo, fuori da alcuna implicazione relazionale e fuori quindi dalla con sensualità. Per questo tali pratiche possono anche sfociare in esiti pericolosi o infausti. Qualunque pratica non lesiva (o non gravemente) fra adulti consenzienti non può essere invece considerata clinicamente perversa tout court (Simonelli C., L’approccio integrato in sessuologia clinica, Franco Angeli, 2007).

 

Piacere e dolore nella relazione di coppia

Ma al di là di ciò che è patologico e ciò che non lo è, che risvolto ha la co-presenza di piacere e dolore nella dinamica di una relazione di coppia? Secondo lo psicoanalista Otto Kernberg (Relazioni d’amore, Cortina, 1995) una coppia che fondi stabilmente la propria sessualità su una dinamica sadomasochistica potrebbe riprodurre nell’intimità una modalità di relazione più ampia che, desiderando ma temendo una separazione, metterebbero in atto continue rotture e riavvicinamenti intermittenti. Fantasie, desideri e attitudini sessuali variegati fanno normalmente parte della sfera sessuale di tutti, agita o immaginata, compreso il dolore come veicolo di potere, dominanza o sottomissione e di amplificazione sensoriale. Il dolore, o le fantasie ad esso associate, può essere uno strumento per la ricerca del piacere-con-l’altro, se invece è l’unica via possibile a costo di diventare un obiettivo fine a sé stesso la creatività, la fantasia e la libertà proprie della vita sessuale ne risultano tristemente penalizzate.

 

Immagine | jasonclapp