Lo psicologo non sa leggere nel pensiero, rassegnamoci!

Sono innumerevoli i pregiudizi, gli stereotipi e i falsi miti sugli psicologi e la psicologia, uno fra questi è quello secondo il quale lo psicologo sarebbe in grado di leggere nel pensiero, come se fosse dotato di improbabili poteri magici o stregoneschi. Non sono pochi coloro che più o meno consapevolmente sperano o temono questo, ma… davvero davanti a uno psicologo bisogna stare attenti a come si parla? Vediamo perché si tratta in realtà di false credenze

Lo psicologo non sa leggere nel pensiero, rassegnamoci!

È molto più diffusa di quanto a prima vista potrebbe sembrare la credenza secondo la quale gli psicologi siano dei personaggi da avvicinare con qualche riserva, di cui spesso diffidare a davanti ai quali far attenzione a come si parla e alle parole che si stanno usando quasi fossero capaci di leggere nel pensiero del malcapitato interlocutore! Ma è davvero così? Vediamo insieme perché lo psicologo non è colui che sa leggere nel pensiero.

 

Leggere nel pensiero e lo psicologo “stregone”

“Ah… ma allora devo stare attento a come parlo?!”; “ma mentre parlo non è che mi sta psicanalizzando?” Affermazioni sul genere, più o meno velatamente, possono far parte degli scambi in cui, loro malgrado, molti psicologi incorrono nelle più disparate occasioni della propria routine quotidiana; le proprietà “magiche” che sembrano essere da molti attribuite agli psicologi non corrispondono però a quelle che sono le competenze che in realtà li contraddistinguono, competenze forse un po’ meno “divinatorie” ma senz’altro più utili e rispettose del benessere e della “privacy” dei pensieri altrui.

 

Leggere nel pensiero e il mito dello psicoanalista

Uno dei maggiori equivoci dietro al falso mito dello psicologo che saprebbe leggere nel pensiero è il fatto che spesso tale professionista viene assimilato tout court allo psicoanalista e, con esso, ai pregiudizi e alle false credenze che il senso comune porta sulla psicoanalisi mentre non tutti gli psicologi sono psicoanalisti e gli psicoanalisti stessi (che possono essere sia medici che psicologi e rappresentano una particolare frangia della più generale categoria degli psicoterapeuti) sono ben lontani dal leggere nel pensiero. “Interpretare” i possibili significati inconsci dei comportamenti o di un sintomo è possibile solo sulla base di ciò che un paziente racconta di sé all’interno di una relazione terapeutica e nel contesto di un’approfondita conoscenza della sua personalità e della sua storia di vita: lungi da qualunque psicoanalista quindi la possibilità di andare al di là di ciò che una persona dice o di poter desumere i significati a lei inconsapevoli dei suoi comportamenti a sua insaputa o sulla base di un’ occhiata iniziale!

 

Leggere nel pensiero e pensiero “magico”

Quello del leggere nel pensiero è uno dei tanti falsi miti che fanno parte del pensiero magico, non razionale quindi, tipico sia dei bambini che, appunto, delle credenze popolari: lo psicologo non legge nel pensiero, non dispensa consigli e non ha  e non può avere la soluzione “magica” e preconfezionata ai problemi delle persone. Questo perché compito dello psicologo non è quello di sostituirsi al suo cliente nel vivere la sua vita, né di emettere “sentenze” circa l’incontestabile significato che le sue azioni o parole “rivelano”. Lo psicologo è un professionista che utilizza strumenti di conoscenza e di intervento per intrattenere col cliente una relazione professionale entro la quale egli possa iniziare a pensare ai propri problemi da diverse prospettive, a sviluppare le proprie risorse personali per essere in grado lui stesso di individuare nuovi significati possibili e nuove e più funzionali soluzioni ai suoi problemi. Nessuno quindi che stia lì a scrutare impunemente nel nostro intimo, né che nella conoscenza di noi stessi possa condurci al di là di dove siamo disposti ad andare.

 

Fonte immagine: por Marta M.