Distrazione eccessiva: cosa nasconde?

La distrazione eccessiva può essere un tratto caratteriale o un sintomo di forte stress; altre volte invece può favorire il pensiero creativo. Vediamo meglio di cosa si tratta

Distrazione eccessiva: cosa nasconde?

Perdere le chiavi di casa, dimenticare il portafoglio, perdere il filo del discorso o di quello che si sta facendo: la distrazione eccessiva può avere diversi significati, essere perennemente con la testa fra le nuvole può comportare diversi svantaggi per noi o per gli altri.

Può trattarsi di un segnale da non sottovalutare: fatto salvo gravi disturbi neurologici, la distrazione può essere indice di forte stress o una difesa psicologica da emozioni disturbanti.

In altri casi invece la distrazione potrebbe addirittura favorire il pensiero creativo.

 

La distrazione eccessiva: le possibili cause

La distrazione eccessiva a volte può essere un meccanismo automatico mediante il quale la mente si “disconnette” episodicamente da ciò che sta facendo per concedersi una pausa.

Causa di questi disordinati balck out sarebbero il forte stress e la stanchezza eccessiva che potrebbero interferire con una piena attività cerebrale “addormentando” alcune piccolissime aree neuronali mentre la persona rimane apparentemente vigile e sveglia: questi i risultati di uno studio condotto alcuni anni fa dal prof. Vladislav Vyazovskiy e dal suo team di ricercatori presso Università del Wisconsin.

La causa della distrazione risiederebbe nella disattivazione temporanea di alcune piccolissime aree del cervello; questo determinerebbe un disomogeneo stato di stand by che consentirebbe alla mente di funzionare solo ad una ridotta percentuale delle proprie potenzialità esponendo quindi la persona a errori di distrazione e disattenzione (Vyazovskiy, V., et al., Local sleep in awake rats, Nature, 472:443-7, 2011).

La causa principale di tale meccanismo risiederebbe soprattutto nella deprivazione di sonno: un’ulteriore conferma delle conseguenze che essa ha sulla funzionalità del nostro cervello.

 

Troppa concentrazione distrae?

 

Una difesa psicologica da emozioni conflittuali

La distrazione eccessiva può caratterizzare momenti o fasi della vita particolarmente faticosi o rappresentare un tratto caratteriale più stabile.

In ogni caso, può rappresentare l’esito di alcuni meccanismi di difesa: non essere pienamente presenti a sé stessi può essere associato a forti stati di angoscia o depressione che assorbono effettivamente un alto tasso di energie psichiche della persona rendendola meno partecipe di ciò che accade fuori da sé.

La distrazione eccessiva può rappresentare anche una difesa associata a situazioni ambivalenti o conflittuali. Di fatti, la memoria a lungo termine è coadiuvata da un alto livello di motivazione e di partecipazione affettiva: perché qualcosa rimanga “a mente” deve essere per noi di una qualche importanza; se le nostre motivazioni a svolgere un compito sono invece scarse o conflittuali la mente può giocare brutti scherzi.

 

La distrazione e il pensiero creativo

La distrazione tuttavia non comporta solo svantaggi: alcuni studi indicano che la scarsa selettività agli stimoli ambientali può rappresentare un fattore positivo per l’utilizzo del pensiero divergente.

Quando si utilizza principalmente il pensiero logico e razionale la concentrazione è favorita dall’assenza di disturbi ambientali o dalla capacità della persona di isolarsi relativamente da essi mantenendo un’attenzione selettiva e focalizzata sul compito che sta svolgendo.

Il pensiero creativo e la produzione di nuove idee seguirebbero invece logiche differenti: una più alta permeabilità agli stimoli e quindi una maggior distrazione potrebbero rappresentare un aiuto al pensiero divergente, alla capacità cioè di collegare nuovi elementi per trovare soluzioni innovative (Zabelina, D. L. et. Al., Creativity and sensory gating indexed by the P50: Selective versus leaky sensory gating in divergent thinkers and creative achievers. Neuropsychologia; 69: 77-84, 2015).

 

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Per approfondire:

> I meccanismi di difesa