Umore positivo e obesità: si può mangiare per la felicità?

Il cibo, si sa, può rappresentare un conforto emotivo a cui è difficile resistere quando ci si sente “giù” e l’umore cala a picco. Ma nell’obesità l’impulsività e il desiderio di consumare cibi altamente calorici potrebbero associarsi anche ad umore positivo e benessere. Si possono letteralmente “mangiare” quindi anche le emozioni positive? Sembrerebbe di sì specie se rilassamento e benessere sono associati ad aspettative di appagamento e gratificazione immediata.

Umore positivo e obesità: si può mangiare per la felicità?

E’ di recente pubblicazione uno studio condotto negli Stati Uniti sugli effetti dell’umore positivo e negativo sul comportamento alimentare nell’obesità (Tomoko, U. et. Al., Modeling the effects of positive and negative mood on the ability to resist eating in obese and non-obese individuals, Eating Behaviors 14, 2013, 40–46) che evidenzia come, negli obesi, l’impulso a consumare cibi ipercalorici aumenterebbe non solo in situazioni stressanti ma anche, se non di più, in circostanze di benessere e stati d’animo positivi. Il cibo, in altre parole, svincolato dai circuiti della fame e della sazietà, sembrerebbe poter diventare, nell’obesità, una risposta aspecifica trasversale a situazioni sia di stress che si benessere emotivo.

 

Umore positivo e controllo del comportamento alimentare

Per chi soffre di obesità, l’umore e lo stato d’animo del momento, che sia positivo o negativo, sembrerebbe influenzare negativamente la capacità di resistere al desiderio di mangiare alimenti altamente calorici e dal potere quindi emotivamente confortante. Un altro studio condotto nei Paesi Bassi (Dingemans, A.E., et. Al., Expectations, mood, and eating behavior in binge eating disorder, Appetite, 2009, 53,2,166-73) evidenzia come in soggetti con Binge Eating Disorder il comportamento alimentare possa risultare disturbato anche in condizioni di umore o stato d’animo positivo giacché tale condizione potrebbe indurre una sorta di disimpegno cognitivo che porterebbe a preoccuparsi meno di quanto si mangia e ad allentare i propri freni inibitori.

 

Umore positivo e modelli di consumo pubblicitari

Altri autori (Dunn KI,et. Al., Beliefs about fast food in Australia, Appetite, 2008, 51,2, 331-4) d’altra parte evidenziano quanto nella popolazione generale sia diffusa e consolidata l’associazione fra umore positivo e gratificazione immediata; tale associazione anzi sarebbe costantemente sfruttata e rinforzata dalle stesse campagne pubblicitarie a scopi di marketing che spesso pubblicizzano cibi ipercalorici, come quelli dei fast-food, proponendone il consumo in contesti relazionali e familiari “felici”, idealizzati ed edulcorati.

 

Obesità e gestione delle emozioni

In conclusione l’umore sia positivo che negativo sembrerebbe associato al comportamento alimentare impulsivo nell’obesità mosso o da un bisogno di compensazione emotiva o da una disimpegnata disinibizione verso gratificazioni e soddisfazioni immediate. Sembrerebbe trattarsi, in altre parole, di un più generale stile alessitimico di gestione delle emozioni dove stati d’animo, tanto negativi quanto positivi, invece che essere elaborati consapevolmente vengono agiti all’esterno attraverso una condotte alimentari che, mediante l’assunzione impulsiva e compulsiva di alimenti ipercalorici, porterebbero letteralmente a mangiare le proprie emozioni allontanandole dalla consapevolezza.

 

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