Nostalgia e ottimismo: ritrovare se stessi nel “tempo perduto”

La nostalgia del tempo perduto di proustiana memoria, quel sentimento agrodolce simile ad un tenero rimpianto che tanto ha ispirato letterati e poeti sembrerebbe rientrare a pieno titolo anche fra gli argomenti di studio e di interesse della psicologia. Venire assaliti dalla nostalgia sarebbe un’operazione psichica complessa che, inducendoci a riconsiderare il bello delle esperienze passate alla luce del nostro presente, ci aiuta a consolidare quel bagaglio di memorie autobiografiche che, costituendo un ponte fra passato e futuro, danno integrità e coerenza alla nostra storia personale, alla nostra identità e, in tal senso, aiuterebbero a sviluppare un sano ottimismo verso il futuro.

Nostalgia e ottimismo: ritrovare se stessi nel “tempo perduto”

Cedere alla nostalgia e al rimpianto dei ricordi sarebbe un’operazione tutt’altro che irrilevante il cui valore va ben oltre la cupa e inquieta tristezza sperimentata sul momento. Come afferma il professor Constantine Sedikides, direttore del Centro di ricerca sull'identità personale dell'Università di Southampton, nel Regno Unito, la nostalgia può rappresentare una vera e propria risorsa per consolidare il nostro senso di identità personale perché ci ricorda che abbiamo una storia, un passato a cui possiamo attribuire un senso aiutandoci ad affrontare con maggior ottimismo il futuro.

 

Coesione sociale, autostima e ottimismo

Lo studio, condotto dal professor Sedikides e colleghi, ha esplorato gli effetti della nostalgia – indotti dall’ascolto di una canzone o dal ricordo di eventi positivi del passato - su un gruppo di volontari rilevando come tale esperienza al di là dello stato emozionale suscitato sul momento, possa aiutare a riconsiderare gli eventi e a riconciliarsi col passato stimolando positività e ottimismo verso il futuro. Sarebbe soprattutto il valore relazionale dei ricordi nostalgici a sostenere un effetto positivo in termini di ottimismo e identità personale: è l’esperienza di appartenere ad una comunità di persone e di interagire con esse che rappresenta la conferma più importante su chi siamo poiché è proprio tramite il riconoscimento e i feedback ricevuti dagli altri che si struttura il nostro senso di identità e la nostra autostima (Sedikides, C., et.al., Back to the Future: Nostalgia increases Optimism, Personality and Social Psychology Bulletin,  8, 2013, doi: 10.1177/0146167213499187).

 

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Nostalgia del tempo perduto e identità personale

Ma di quale nostalgia parliamo? Secondo i ricercatori della American Academy of Pediatrics è appropriato assegnare un valore “terapeutico” alla nostalgia se a sperimentarla sono persone adulte con un’adeguata capacità elaborativa della propria esperienza passata. Nostalgia intesa quindi nel senso prustiano di nostaglia del “tempo perduto”; il fatto che tutto questo possa promuovere lo sviluppo di un atteggiamento più improntato all’ottimismo è legato al valore che hanno nostalgia e memoria autobiografica nel sostenere l'identità e il senso di sé sani e coerenti.

 

La nostalgia aiuta a riconoscersi nel proprio passato

Ehinz Kohut, caposcuola della corrente della psicologia del sé che più di tutte evidenziò il valore dell’esperienza empatica per l’autostima e la continuità del sé, evidenzia quanto la capacità di assumere una dimensione storica sulla propria vita, di riconoscersi nel proprio passato e proiettarsi di conseguenza nel futuro rappresenti un livello basilare per la costruzione di un senso di identità sano e coerente. Provare nostalgia, detto in altri termini, significa ricordare il passato e riconoscere, al di sotto delle contingenze, un senso di identità che permane l’ungo l’asse temporale della nostra vita (Kohut, E., La guarigione del sé, Boringhieri, 1980). Più che di semplice ottimismo sembra utile parlare della possibilità, grazie alla nostalgia, di consolidare la propria identità e autostima e di essere così in grado di affrontare più costruttivamente la vita.

 

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