Emozioni: adolescenti rabbiosi e anziani gioiosi secondo uno studio

La nostra capacità d’identificare le emozioni potrebbe cambiare con il passare degli anni. A suggerirlo è uno studio pubblicato sul Journal of Experimental Psychology: General: durante l’adolescenza saremmo più sensibili a emozioni come rabbia e paura, mentre nella terza età a emozioni positive, come gioia e felicità.

Emozioni: adolescenti rabbiosi e anziani gioiosi secondo uno studio

La sensibilità alle emozioni e la capacità di discriminarle negli altri varia non solo a seconda delle differenze individuali, ma anche in base all’età e al genere di appartenenza. Questi i risultati di uno studio preliminare pubblicato sul Journal of Experimental Psychology: General. A quanto pare - dall’adolescenza alla terza età - ogni età della vita ha le sue emozioni-guida!

 

Sensibilità alle emozioni: perché è importante

Paura, rabbia, gioia… Queste le emozioni prese in esame dal gruppo di ricercatori del McLean Hospital di Belmont (Usa). La capacità di riconoscere le emozioni dalle espressioni facciali altrui, rilevando anche sottili differenze, è molto importante per il funzionamento sociale e la salute mentale delle persone. Le emozioni proprie e altrui, infatti, ci orientano nelle relazioni sociali, ci aiutano a capire cosa vogliamo e possono funzionare come base per i processi decisionali e motivazionali.

In altre parole: le emozioni, se sappiamo gestirle e utilizzarle, sono delle informazioni preziose che ci aiutano a comprendere cosa vogliamo, quali sono le cose per noi veramente importanti e che tipo di feedback le nostre azioni suscitano negli altri, quali sentimenti o disposizioni d’animo le altre persone hanno verso di noi. Saper discriminare se una persona sembra solo lievemente seccata o decisamente furiosa dopo una nostra osservazione, può essere essenziale per valutare se e come reagire successivamente…

Le emozioni, insomma, sono un’indispensabile cartina tornasole per monitorare noi stessi, gli altri, e gli esisti della relazione momento per momento. Tutti processi che compiamo, per lo più, implicitamente con più o meno efficacia a seconda appunto del nostro grado di sensibilità emotiva. La sensibilità alle emozioni non dipende tuttavia solo da variabili individuali (livello di intelligenza emotiva, capacità di mentalizzazione, stabilità dell’autostima ecc.), ma anche dal genere sessuale di appartenenza e dalle età della vita. Dall’adolescenza alla terza età, infatti, sembrano registrarsi diverse modificazioni…

 

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Sensibilità alle emozioni uno studio su terza età e adolescenza

La ricerca in questione si proponeva di misurare le  differenze fra le persone nella loro sensibilità emotiva a emozioni come paura, rabbia e felicità e se e quanto tali differenze fossero influenzate dall’età e dal genere sessuale.

Lo studio in questione è stata condotto su un campione di 9.546 soggetti di età compresa tra 10 e 85 anni, a cui è stato chiesto di svolgere, su un’apposita piattaforma web, un test sulla sensibilità emotiva.  Ad ogni soggetto venivano presentate coppie di volti umani rispetto alle quali era invitato a indicare, di volta in volta, quale faccia fosse più arrabbiata, triste o felice. Le differenze fra le espressioni facciali presentate erano piuttosto sfumate, non molto evidenti, e il tempo di risposta piuttosto esiguo. Il compito sperimentale richiedeva dunque una sensibilità alle emozioni piuttosto elevata.

I risultati dello studio hanno confermato una variabilità nella sensibilità alle emozioni dipendente sia dal sesso che dall’età dei rispondenti. Nell’adolescenza e prima età adulta si è riscontrata una più accentuata sensibilità a emozioni “negative” come rabbia e paura (con livelli più elevati di quest’ultima nelle giovani donne); mentre tale sensibilità declinava nei soggetti della terza età che rimanevano tuttavia sensibili ai volti umani che esprimevano emozioni “positive” come gioia e felicità.

 

Sensibilità alle emozioni: rabbia, paura e gioia

Questi risultati, spiegano i ricercatori, sebbene necessitino di ulteriori studi e conferme, offrono degli spunti di lettura interessanti.

In primo luogo la rabbia: sembra si sia registrata una “finestra” di accentuata sensibilità a questa emozione coincidente con il periodo adolescenziale e post-adolescenziale (14-30 anni). Questa è infatti l’età in cui i ragazzi e le ragazze sono più vulnerabili a esperienze di minaccia sociale (atti di bullismo, marginalizzazione sciale, esclusione dal gruppo dei pari ecc.). Inoltre, l’emozione della rabbia, essendo un’emozione prevalentemente “agita”, è quella che guida le condotte impulsive che spesso caratterizzano le reazioni degli adolescenti in un’età ancora relativamente immatura dal punto di vista emozionale.

La sensibilità alle espressioni facciali di paura sembra caratterizzare una fascia d’età in parte sovrapponibile alla precedente (18-34 anni) ma con sfumature differenti. Da un lato la tarda adolescenza e la prima età adulta rappresentano le età più comuni di esordio dei disturbi d’ansia, dall’altro è, questa, anche l’età in cui si sperimentano le prime relazioni intime con tutte le ambivalenze che questo comporta. Oltre a ciò, proseguono gli Autori, in questa fascia di età molte persone sono alle prese con l’esperienza della prima genitorialità e questo rende, soprattutto le donne, particolarmente sensibili a rilevare emozioni di paura o malessere nel volto degli altri.

La sensibilità a emozioni positive come gioia e felicità non risulta invece subire variazioni con l’età. Le persone appartenenti al range della terza età, registrando una diminuzione della sensibilità rabbia e paura, risultavano invece ancora piuttosto competenti del discriminare espressioni facciali di gioia e felicità.

Lo studio non finisce qui, se volete sperimentarvi e dare il vostro contributo alla scienza potete visitare qui la piattaforma web dedicata: https://www.testmybrain.org/


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Foto: Vadim Guzhva / 123rf.com