Disturbo esplosivo intermittente: diagnosi e terapia

Il disturbo esplosivo intermittente è un disturbo del controllo degli impulsi caratterizzato da esplosioni di rabbia incontrollata, sproporzionata e non premeditata che può compromettere la vita sociale e lavorativa della persona

Disturbo esplosivo intermittente: diagnosi e terapia

Il disturbo esplosivo intermittente (Intermittent Explosive Disorder) è attualmente classificato nel manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM V) all’interno della categoria dei “disturbi dirompenti degli impulsi e della condotta” insieme al disturbo oppositivo provocatorio, della condotta, del comportamento dirompente, piromania e cleptomania.

 

Il disturbo esplosivo intermittente: le caratteristiche

Il disturbo esplosivo intermittente fa quindi riferimento, nella letteratura psichiatrica, ad un quadro comportamentale dove l’aggressività è pericolosamente agita fuori dal controllo della persona e senza adeguate connessioni con la portata degli avvenimenti in corso.

Il disturbo è caratterizzato da ricorrenti comportamenti di aggressività esplosiva, verbale o fisica, verso persone o cose potenzialmente distruttiva e in grado di provocare grave danno.

L’aggressività agita nel disturbo esplosivo intermittente non solo è impulsiva e incontrollata, ma chiaramente sproporzionata rispetto a qualunque evento stressante o provocazione contingente.

 

La diagnosi differenziale con altri disturbi psichici

Il disturbo esplosivo intermittente viene distinto da altre manifestazioni similari inquadrabili in disturbi della personalità o quadri psichiatrici differenti come il disturbo bipolare, il disturbo depressivo o il disturbo antisociale e borderline di personalità.

Le persone che soffrono di tali disturbi possono incorrere in episodi di aggressività esagerata, ingiustificata e potenzialmente dannosa per sé o per gli altri, ma tale comportamento è una manifestazione di un disturbo depressivo o di personalità e non primariamente espressione di un’incapacità del controllo degli impulsi.

Per tentare un esempio forzatamente semplicistico: ci può essere differenza fra una condotta agitata e aggressiva all’interno di un quadro maniacale rispetto ad un’esplosione improvvisa di rabbia incontrollata del disturbo esplosivo intermittente.

Le differenza non sta necessariamente nelle manifestazioni comportamentali più appariscenti ma nel significato di tali manifestazioni. Nel primo caso la rabbia e l’aggressività rientrano in un quadro maniacale di reazione e di negazione a vissuti depressivi.

Nel secondo sono la conseguenza di un fondamentale impossibilità di controllare gli impulsi e quindi di riconoscere, esprimere e tollerare la frustrazione e gli impulsi aggressivi.

La comprensione della natura di un comportamento così detto “sintomatico” non è irrilevante per cercare di comprendere ed aiutare una persona.

Rimane il fatto che, comunque, il disturbo esplosivo intermittente può presentarsi anche in persone che soffrono anche di altri disagi psicologici ad indicare, come sempre in questi casi, come le categorie diagnostiche forniscano un utile lavoro di categorizzazione che non può mai essere però esaustivo della complessità della personalità umana all’interno della quale va visto qualunque disagio o disturbo per essere adeguatamente compreso affinché il clinico possa essere realmente d’aiuto.

 

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L’ambito forense

Una caratteristica del disturbo esplosivo intermittente ha molta rilevanza e non solo in ambito clinico: la condotta aggressiva non è premeditata, né diretta verso un obiettivo o un vantaggio per il soggetto.

Questo vuol dire che, benché la persona sia in grado perfettamente di comprendere il significato e la portata del gesto compiuto non è in grado di controllarlo né di finalizzarlo ad uno scopo, anzi, spesso, le conseguenze delle sue esplosioni di rabbia vanno anzitutto a discapito di sé stesso compromettendo la sua vita sociale, lavorativa o finanziaria.

Molte persone riferiscono di avvertire un’eccitazione e un’urgenza che trovano sollievo in un’espressione incontrollata di rabbia a cui può seguire, successivamente, pentimento e rimorso.

Questo pone non di rado controverse questioni a chi si occupa di valutare in ambito forense la capacità di intendere e di volere, e quindi l’imputabilità, di chi commette aggressioni e reati durante esplosioni di aggressività presumibilmente incontrollata.

 

Le terapie

Le terapie, anche a seconda della gravità del disturbo e della pericolosità delle sue conseguenze per la persona e per chi le sta intorno, possono includere trattamenti farmacologici che affianchino un percorso psicoterapeutico che lavori sulla gestione della rabbia, la regolazione affettiva e la capacità di mentalizzazione del paziente.

 

 

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