Perdere un figlio

Se a morire è un figlio tutto diventa più insopportabile e la sofferenza appare inspiegabile. Ogni lutto, però, per essere correttamente elaborato, deve affrontare 5 fasi. Vediamo quali sono.

Perdere un figlio

La perdita di un figlio è un evento innaturale ed estremamente devastante. È qualcosa che lascia senza fiato, strappa ogni speranza e anima una serie di vissuti forti e spesso insopportabili, che vedono talvolta l’insorgenza di un lutto patologico, non elaborato e pervasivo.

È una perdita che non si accetta e supera mai completamente, che inevitabilmente segna tutta la vita della famiglia e non solo.

Tuttavia come ogni forma di lutto è importante cercare di riprendere la propria vita e la quotidianità e cercare di superare il dolore immobilizzante, imparando a conviverci.

Secondo la studiosa Kübler Ross per superare un lutto in modo funzionale è importante attraversare 5 fasi fondamentali:

 

Perdere un figlio: negazione

La prima reazione è la negazione dell’accaduto. I genitori e famigliari sperimentano confusione, shock e negano la scomparsa del figlio, vivendo un forte senso di vuoto, perdizione e incredulità.

Si cerca la presenza della persona persa, si arriva a pensare che tutto finirà e tornerà come prima, perché ciò che sta accadendo non può essere vero.

 

Perdere un figlio: rabbia

Dopo la negazione, la rabbia con vissuti fortissimi che sfociano in espressioni verso sé, accompagnate spesso da senso di colpa, o verso altri fino anche verso il figlio perso, incolpandolo di essersene andato, di aver abbandonato tutti, nonché verso entità superiori come Dio o il destino.

La rabbia è un passaggio fondamentale che permette di manifestare i forti sentimenti che animano i famigliari, derivanti soprattutto dalla non sopportazione di essere sopravvissuti a un caro più giovane con una vita davanti a sé o ad un coetaneo, un fratello, caso questo in cui la paura affianca la rabbia e il senso della vita diventa ancora più vago.

 

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Perdere un figlio: contrattazione o patteggiamento>

I famigliari - e nel caso specifico specialmente i genitori e fratelli -, cercano un modo per riprendere la propria vita, per andare avanti nonostante la forte assenza. Sono istanti in cui ci si interroga su come fare, sulle proprie risorse e obiettivi, sul senso di questa esperienza e su cosa potrà lasciare oltre il dolore.

 

Perdere un figlio: depressione

È la fase della consapevolezza e della presa di coscienza della perdita. Tutto il dolore fuoriesce, nulla appare avere senso, tutto è inutile, anche la propria vita perché la morte del figlio cancella ogni cosa, fino a cancellare anche il sé e la vita di chi resta.

È la fase in cui spesso molti famigliari ristagnano per lunghi periodi, talvolta per sempre, attivando un vero e proprio lutto cronico e patologico.

 

Perdere un figlio: accettazione

È il momento in cui la persona in lutto prova a ricominciare la propria vita, a ridare un senso alle cose attorno e alla propria quotidianità. I ricordi del figlio perso, il dolore e il vuoto non verranno mai cancellati ma si prende atto che la propria vita continua, tendando di ricordarsi i momenti felici, cercando di rendere onore a chi non c’è più facendo qualcosa in suo ricordo o semplicemente preservando un posto dentro di sé, insostituibile.

 

Perdere un figlio: vivere le proprie emozioni

Una delle cose importanti per affrontare il lutto, specialmente quello di un figlio è diventare consapevoli delle proprie emozioni, viverle anche intensamente e giungere a controllarle e gestirle. 

È importante non reprimere i vissuti, è bene esprimerli assieme a bisogni e necessità. Nessuno potrà mai dire quale sia la modalità giusta per affrontare la perdita di un figlio, ognuno deve vivere il proprio dolore e trovare la modalità più corretta per sè per continuare a vivere, per trattenere il ricordo senza che esso logori.

Nel processo di elaborazione del lutto possono essere attuate diverse cose: c’è chi si approccia alla fede religiosa, chi apre associazioni in memoria del figlio, chi realizza un sogno di chi non è più presente, chi si butta nel lavoro, chi ricerca negli altri o nelle opere di bene una sorta di ricompensa… le storie sono tante e tutte diverse tra loro.

Quello che è importante è vivere la perdita, non celare le emozioni ed essere capaci di chiedere aiuto quando il dolore diviene insopportabile e la vita non riesce a ripartire.  

La verità forse è che niente e nessuno potrà mai dire come si supera la perdita di un figlio o in generale di una persona cara, perché è un’esperienza estremamente delicata e personale, forse però è bene conoscere alcune aspetti importanti del lutto, ascoltare se stessi e imparare a chiedere aiuto.

 

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FOTO: Antonio Guillem / 123rf.com