Perché non rinunciare alla lettera per Babbo Natale

Letterina a Babbo Natale si o no? Non è mai sbagliato credere in una bella favola che porta con sé valori come l'attesa e l'impegno. Ecco perché da genitori, è bene capire quali celano conoscenze importanti si celino dietro questa controversia.

Perché non rinunciare alla lettera per Babbo Natale

Molti genitori si chiedono se sia giusto o sbagliato raccontare la favola di Babbo Natale ai propri figli, quando e come dire la verità e quali possano essere le conseguenze sia della “bugia”, sia della sua scoperta.

A queste e altre domande la scienza psicologica ha tentato di dare una risposta, che non è univoca ma in molti casi aiuta a placare le ansie genitoriali e vivere la magia di Babbo Natale in modo sereno.

 

Perché scrivere la lettera a Babbo Natale?

Mettersi insieme intorno a un foglio con una penna colorata e pensare a un messaggio per Babbo Natale è in primo luogo un momento di condivisione tra genitori e figli, che diviene ogni anno come un rito che si ripete e crea atmosfera, aspettativa e coinvolgimento.

È il momento che dà il via all’attesa che sarà placata solo dopo l’apertura dei pacchetti il giorno di Natale. Può essere utilizzato dai genitori come momento per veicolare insegnamenti e messaggi importanti come il non essere eccessivamente esigenti, imparare a scegliere facendo sacrifici e rinunce.

Dare un massimo di regali da richiedere e limitare liste chilometriche richiede infatti al bambino selezionare tra i suoi desideri e scegliere quelli che più ritiene importanti.

Inoltre è spesso momento rivelatrice della grandezza del cuore dei bambini che chiedono qualcosa di grande che va oltre le aspettative dei genitori e loro possibilità come “la pace nel mondo”, “serenità in casa”, “un fratellino o una sorellina”, “cibo per i bimbi del mondo” e tanto altro. Quindi, dietro le richieste può celarsi un messaggio diretto talvolta a mamma e papà, spesso non colto e non compreso.

 

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Babbo Natale, una favola per crescere

Seppur il dibattito sul dire o meno questa “bugia” ai bambini sia ancora molto accesso, molti studiosi hanno dimostrato la validità educativa ed evolutiva nel condividere con i bambini la magia di Babbo Natale.

Grazie alle immense fantasie che animano questa figura come che in una notte porta regali in tutto il mondo, con una slitta trainata da renne volanti e aiutato da magici folletti, i bambini esercitano la fantasia e l’immaginazione.

Sono aspetti importanti a livello cognitivo perché incrementano la capacità creativa, il pensiero simbolico e anche la capacità di ragionamento astratto e il problem solving.

Già perché “scervellarsi” per capire come questo vecchietto riesca a fare tutto questo sicuramente attiva molte abilità di ragionamento anche ipotetico e controfattuale. È poi un mondo magico in cui trovare speranza, imparare il significato e il rispetto dell’attesa, e insegnare qualcosa ai bambini utilizzando il loro linguaggio: la favola.

Inoltre, se ben utilizzata veicola il messaggio del sacrificio e dell’impegno per ottenere qualcosa quindi è bene comportarsi bene e rispettare le regole, altrimenti niente regali, “Babbo Natale ti vede”. La letterina crea attesa ma è in qualche modo un impegno che il bambino deve assumenrsi se vuole ottenere quanto desiderato.

 

Una bugia buona

Ma qual è uno dei maggiori timori dei genitori? Perdere la fiducia dei propri figli nel momento della scoperta della verità, farli soffrire o renderli creduloni e incapaci di distinguere la realtà dalla fantasia.

Niente di tutto questo pare fondato. La scoperta, se inizialmente traumatica, viene velocemente somatizzata dai bambini, che comprendono il perché è stata loro raccontata venendo a contatto con l’esistenza di bugie dette a fin di bene o positive, come questa distinte da quelle negative e punibili.

Solitamente non sono arrabbiati con i genitori ma anzi partecipano alla messa in scena della favoletta se hanno fratellini più piccoli che ancora ci credono.

Infine, quanti adulti di oggi hanno creduto in Babbo Natale? Quanti di questi oggi sono creduloni? Forse pochi o magari nessuno: quindi non è questa innocente bugia a compromettere il pensiero critico dei bambini e la loro consapevolezza dei limiti tra realtà e fantasia.

I bambini escono naturalmente dalla fase del pensiero magico, che è necessario per la crescita e fondamentale ai piccoli per capire e accettare cose altrimenti molto complesse e incomprensibili. È il loro mondo e linguaggio e devono decidere loro quando è ora di affacciarsi alla realtà e quindi anche ammettere agli adulti e a loro stessi che Babbo Natale è una bellissima favola.

 

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