Moda ed estetica per bambine: se il gioco diventa realtà

Centri di bellezza dedicati alle piccolissime, un mercato della moda per gli under 12 che crea baby-modelle pronte per sfilare in passerella… L’estetica e la moda per bambine rappresentano un business non indifferente, ma per queste baby-girls è solo un “bel” gioco? O una violazione del loro diritto ad essere bambine e a giocare come tali?

Moda ed estetica per bambine: se il gioco diventa realtà

Ha aperto da pochissimo al centro di Verona il primo centro estetico per bambine dai 2 ai 12 anni “Little Lolas” questo il nome del sedicente “baby farm” che offre smaltini variopinti e maschere di bellezza allo yogurt… Ma l’estetica per bambine è solo l’ultima frontiera di un business che, dagli USA al nostro Paese, dai concorsi di bellezza alle passerelle, utilizza un’immagine adultomorfa delle bambine a scopi commerciali.

 

Estetica per bambine: dagli USA all’Italia

Negli USA è tristemente noto il mondo dei concorsi di bellezza per bambine, come Toddler’s and Tiaras, in Italia un mercato altrettanto fiorente, che sfrutta l’estetica delle bambine, è quello della moda e delle passerelle di PittiBimbo come raccontato nel documentario “Divine” di Chiara Brambilla.

 

Estetica per bambine: gioco o non gioco?

Che male c’è, si potrebbe provocatoriamente dire, se le bambine si divertono?... In fondo per loro non è solo un “gioco”? Tutt’altro che un gioco in realtà, ma un business che sfrutta il corpo delle bambine, lo oggettivizza e a volte le erotizza – come osserva la Prof.ssa Anna Oliverio Ferraris – secondo i canoni della pubblicità e del marketing in un mondo dove la competizione è altissima, si è continuamente giudicate, guardate, fotografate, truccate e pettinate ad hoc per diventare “bambole” e non più bambine, inconsapevoli oggetti di mercato, spesso tristemente “ammiccanti”.

 

Estetica per bambine: giocare per crescere

Secondo lo psicoanalista inglese Donald Winnicott, il gioco rappresenta un ambito fondamentale per lo sviluppo psicologico di bambini e bambine perché costituisce quell’area “transizionale” dove si mischiano fantasia e realtà, è un “fare come se…” dove, tramite la manipolazione di oggetti reali, è possibile mettere in scena fantasia e creatività imparando a gestire l’assenza, tollerare le frustrazioni e gestire i propri impulsi. I gioco “sufficientemente buono”, per Winnicott, è quello che lascia sufficiente spazio alla creatività e all’immaginazione senza inaridirla con inutili tecnicismi o sofisticazioni.

 

Estetica per bambine: realtà o finzione?

Se le bambine sono ridotte loro stesse a giocattoli per gli adulti, come nel caso delle passerelle, se farsi belle come la mamma non è più una finzione ma una realtà che trova concretizzazione in baby centri estetici o altre simili iniziative, l’estetica delle bambine smette di essere un “fare come se” per diventare un’ingombrante “realtà” che, paradossalmente, impedisce loro di giocare realmente.
Tutte le bambine giocano goffamente ad indossare le scarpe col tacco della propria mamma e, tuttavia, è molto importante che quel paio di decolté siano così troppo grandi per loro, lo spazio della suola che il loro piedino non può arrivare a riempire viene colmato dall’immaginazione, dalla finzione, dall’emulazione di un modello femminile che rimane collocato in un “poi” e in un “altrove” nell’arco temporale della loro vita.
 

Immagine | mara_earthlight