Lo stress di padre in figlio

L'influenza del padre e del suo stato di benessere ha ripercussioni importanti sulla salute psicofisica della prole. Sin dal momento della fecondazione secondo recenti studi.

Lo stress di padre in figlio

Gli effetti della salute fisica e mentale della madre prima, durante e dopo la gravidanza sul benessere psicologico del figlio è oggetto di molti studi ed evidenze scientifiche ben note. Tuttavia negli anni si è cercato di dimostrare come anche la salute fisica e mentale del padre influenzi il benessere del figlio nel breve e lungo termine.

Visto il ruolo paritario a livello di concepimento e patrimonio genetico queste evidenze dovrebbero essere ovvie, tuttavia troppo spesso si minimizza il ruolo paterno e non si agiscono azioni preventive e di intervento.

Lo stress paterno

Lo stress è una condizione psicofisica che produce alterazioni importanti, non solo a livello psicologico, ma anche fisiologico e biologico con rilascio di sostanze, che possono alterare il funzionamento del sistema neurale e cellulare.

Se a livelli normali lo stress è fondamentale per la sopravvivenza, il superamento di una certa soglia e un’attivazione continua ed eccessiva causata da esso, possono generare una risposta disadattiva a livello psicologico e fisico.

Come per le madri, anche per i padri le fonti di stress vissute sono differenti e toccano l’ambito lavorativo, le pressioni famigliari, le difficoltà economiche e relazionali oltre ai normali fattori di attivazione quotidiana e personali.

Se poi il periodo è particolarmente importante come quello vissuto dalla coppia, nel periodo pre concepimento, in cui i progetti di vita si modicano, le responsabilità e gli interrogativi aumentano, le risorse richieste per ridurre lo stress aumentano e non sempre sono efficaci e sufficienti.

Anche per i padri lo stress può generare gravi problematiche o comunque alterare lo stato di benessere psicofisico normale e avere effetti sulla prole dal concepimento fino all’età adulta e dopo.

 

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Lo stress paterno e la genetica

Uno studio condotto dal gruppo guidato dalla neurobiologa Tracy Bale, della University of Maryland School of Medicine, su dei piccoli topolini ha dimostrato come alti livelli di stress nei padri prima del concepimento, alterino la risposta genetica e quindi comportamentale e fisiologica allo stress nella prole.

In breve, la ricerca ha visto coinvolti due gruppi di topi, uno sottoposto ad alti livelli di stress e un secondo gruppo "più tranquillo". A entrambi fu poi prelevato lo sperma e iniettato in topoline femmine non stressate, fecondando così l’ovulo, poi impiantato in un'altra femmina, detta adottiva.

I risultati dimostrano che la prole proveniente da padri stressati prima della produzione e prelievo di spermatozoi, mostrava a livello cerebrale e comportamentale un’alterata reazione ai fattori di stress e una minore abilità di risposta adattiva.

Questo dimostrò come alti livelli di stress nei padri possono alterare il funzionamento cellulare dello stesso, che viene poi trasmesso, attraverso il patrimonio genetico contenuto nello spermatozoo, ai figli con compromissione della loro abilità di risposta allo stress.

Successivi approfondimenti eseguiti su un campione di studenti volontari, ai quali venne sottoposto periodicamente un questionario sulla condizione di stress oltre il prelievo di sperma, hanno dimostrato la presenza nei soggetti maggiormente stressati di alterazioni in piccoli RNA non codificati che controllano l’espressione o meno di alcuni geni.  

Ricerche future sono volte a migliorare la conoscenza sulla trasmissione genetica e quindi magari attivare azioni preventive.

 

Lo stress paterno e la psiche

Se a livello fisico e genetico le ricerche sono sorprendenti e spiegano come bambini fin dai primi istanti di vita mostrino differenze nella risposta a fattori di attivazione e stressanti, anche l’aspetto psicologico e relazionale ha effetti rilevanti.

Molti studi hanno infatti dimostrato come la condizione mentale del padre nel corso della crescita del figlio, abbia effetti sulla sua condizione di salute e benessere mentale, tanto quanto la madre, e in alcuni casi di più.

Solo per fare alcuni esempi: i ricercatori della Michigan State University hanno osservato come una condizione elevata di stress paterno influenzi lo stato depressivo e i livelli d’ansia nei figli a causa dell’alterazione della relazione tra genitore e figlio.

Questi effetti possono poi estendersi nel lungo termine con difficoltà nella abilità di autocontrollo, collaborazione e sviluppo di relazioni e competenze sociali adeguate, nella prole.

Inoltre, effetti significativi sono stati rilevati rispetto alterazioni dello sviluppo cognitivo e linguistico del figlio, soprattutto in età compresa tra i 2 e i 3 anni di vita, cruciali per la crescita.

Padri assenti, ansiosi, freddi e poco attenti alle esigenze dei figli, spesso a causa delle innumerevoli richieste del contesto e gli alti livelli di attivazione, fino a un vero esaurimento e stato depressivo, influenzano notevolmente il benessere e lo sviluppo del bambino.

Questo per alcuni è maggiormente vero se si tratta di figlio maschio, che cerca di immedesimarsi nel padre che, se assente, rischia di ridurre la possibilità di acquisire schemi di comportamento e risposta all’ambiente funzionali.

Considerata l’importanza del benessere paterno nello sviluppo psico-fisico della prole, è importante porre attenzione alla salute paterna accanto a quella già tanto preservata materna.

 

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