Invalsi 2019: brutto divario tra nord e sud, studenti impreparati

Il rapporto Invalsi del 2019 presentato in Parlamento mostra un forte divario nell'apprendimento tra nord e sud del Paese per una media nazionale troppo lontana dagli altri Paesi europei.

Invalsi 2019: brutto divario tra nord e sud, studenti impreparati

Il divario tra nord e sud Italia è da sempre presente e riconosciuto su diversi fronti, da quello economico, occupazionale, alla salute e livello di benessere sociale e personale fino all’istruzione e livello di formazione, e tanti, tanti altri.

Il divario nella formazione scolastica è ciò che anima la cronaca di questi giorni a seguito della presentazione in Parlamento del Rapporto Invalsi 2019, nel quale non solo si mostrano dati poco rassicuranti per l’istruzione italiana, ma ancor di più per alcune regioni del Sud Italia.

Rapporto prove invalsi 2019

Le prove Invalsi, da anni introdotte nel sistema scolastico, sono prove standardizzate e appositamente elaborate dall’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema di Istruzione e Formazione (INVALSI), con la finalità di valutare il livello di istruzione nazionale e individuare eventuali problematiche e criticità

Hanno quindi prevalentemente un valore statistico e di indagine. Gli alunni interessati sono quelli delle classi seconde e quinte della scuola primaria e delle terze della secondaria di primo grado e prevedono prove di italiano, matematica e inglese.

I rapporti statistici di questo anno mostrano uno scarso miglioramento rispetto agli anni precedenti e una dimostrazione di un’alta percentuale di studenti italiani che fatica, o non ha raggiunto, i livelli minimi di competenze. 

Ad esempio, in seconda elementare un alunno su cinque, e uno su tre alle medie, ha grandi difficoltà nella comprensione del testo, con un aggravarsi delle percentuali per matematica e inglese. Quindi l’istruzione è e rimane una “spina nel fianco” per il nostro Paese e qualcosa su cui intervenire. 

 

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Nord e sud: due spaccati della stessa Nazione

I dati sono ancora più allarmanti se si osserva il divario tra il nord e il sud. Nello specifico sono quattro le regioni i cui dati saltano all’occhio e spingono ad una riflessione: Sicilia, Campania, Calabria e Sardegna.

Dai risultati alle prove si osserva una difficoltà in Calabria e Sicilia nella comprensione del testo per più di un alunno su tre (contro l’uno su cinque nazionale) alla scuola primaria, che sale a uno su due per la classe terza della scuola primaria di primo grado, per la regione Calabria.

Rispetto alla matematica, circa il 38% a livello nazionale ha difficoltà nelle nozioni di base, che in Sardegna e Campania si avvicina al 50% e in Sicilia al 60%, fino ad un tasso di sei ragazzi su dieci in Calabria.

Questo, secondo il diretto generale dell’Invalsi, Roberto Ricci, indica che “molti ragazzi del sud affrontano l’esame di terza media con un livello di competenza di quinta elementare”.

A livello generale, quindi, i risultati mostrano un ampio divario tra regioni del Nord e del Sud, con difficoltà nell’apprendimento di conoscenze e competenze di base, come Italiano e Matematica, che si aggravano se si pensa alla lingua straniera, l’inglese.

 

Nord e sud e abbandono scolastico

Se l’istruzione sembra avere delle difficoltà nel sud, i dati sull’abbandono scolastico sono altrettanto allarmanti. Le ricerche a livello nazionale mostrano infatti come siano alcune regioni del Meridione ad avere il più alto tasso di abbandono scolastico, già nelle scuole secondarie di primo grado (medie).

In particolare, spiccano la Sicilia, la Calabria, la Campania e il Lazio. Un piccolo respiro viene se si pensa che le regioni con minore tasso di abbandono sono l’Emilia Romagna e le Marche, non molto distanti dalla, prima citata, regione Lazio.

Rispetto agli istituti superiori il maggiore abbandono si rileva in Sardegna, Campania e Sicilia, a fronte di un tasso molto basso in Molise, Umbria e Veneto.

Da considerare anche il livello di istruzione universitaria e il conseguimento della laurea che si attesta al 34% delle persone tra i 20 e i 34 anni, comunque bassa rispetto alla media Europea, al Nord e al 21.6 % al sud, dove maggiori sono anche i Neet, ovvero giovani che non studiano e non cercano lavoro. 

 

Divario di istruzione: una questione da affrontare

Se da un lato il divario tra Settentrione e Meridione è un data allarmante che richiede una presa di posizione e attuazione di interventi, è altrettanto vero che le medie nazionali rilevate ai rapporti Invalsi debbano far riflettere su un intervento ad ampio raggio nell’istruzione italiana e organo scolastico.

Gli interventi potrebbero muoversi sul versante del controllo dell’operato scolastico, a progetti di prevenzione dell’abbandono scolastico, sulla revisione di modalità di insegnamento e strumenti, che si avvicini maggiormente alle modalità di apprendimento e agli interessi degli studenti di oggi, che consideri le difficoltà del singolo e di inclusione, nonché del gruppo classe, considerate anche le differenti culture che si incontrano fin dai primi anni di istruzione, e infine ad una revisione dei programmi scolastici che permettano agli studenti di sviluppare non solo conoscenze ma anche competenze trasversali oltre che tecniche, sempre più richieste nel mondo di oggi, a livello lavorativo ma non solo. 

 

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Foto: dolgachov  / 123rf.com