Come funziona la formazione esperienziale

La formazione esperienziale è una delle tecniche più intriganti (a mio avviso) per un formatore e sicuramente coinvolgente per gli adulti. Vediamo di cosa si tratta

Come funziona la formazione esperienziale

Mai sentito parlare di formazione outdoor attraverso giochi o di formazione che usa giochi psicologici?

Questo e altro è la formazione esperienziale, cioè una metodologia di formazione che usa "il fare" per trasmettere contenuti e per farli vivere.

La formazione esperienziale non è solo formazione outdoor e non è la classica lezione frontale, ma è il frutto di una progettazione che combina attività pratiche attraverso cui fare esperienza degli insegnamenti o per far emergere problematiche e/o punti di forza.

 

Punti di forza della formazione esperienziale

Detto in questi termini potrebbe sembrare un'attività piacevole e divertente; in realtà si tratta di un'esperienza molto intensa (soprattutto quando si toccano le giuste corde) e occorre un formatore esperto che sappia contenere le conseguenze con un esaustivo debriefing.

Il coinvolgimento può assumere anche una forma passiva di osservazione e auto-osservazione, ciò non toglie concretezza all'esperienza e ai vissuti che scatena.

La formazione esperienziale presenta la seguenti caratteristiche:

  1. mette in gioco l'intera persona e quindi anche i benefici si spenderanno in ogni ambito della vita;
  2. rappresenta un momento di sfida perché si rivolge all’individuo nella sua totalità;
  3. spesso ricorre a delle metafore per costruire setting che poi possano trasferire gli insegnamenti sul posto di lavoro.

 

Il formatore

Il formatore nel quadro della formazione esperienziale è una figura centrale anche se spesso lascia la scena ai partecipanti. Il professionista deve:

  • padroneggiare la teoria che sarà utile durante la progettazione, ma anche nel debriefing;
  • creare un setting che permetta ai partecipanti di mettersi in gioco;
  • controllare gli effetti delle attività ed evitare che qualcuno lasci il setting senza un debriefing adeguato.

 

Il Role Playing nella formazione esperenziale

Il Role Playing è una tra le più famose tecniche di formazione esperienziale, anche nota come gioco di ruolo.

Questa attività può essere usata in moltissimi ambiti sia formativi, sia terapeutici. La tecnica nasce da un riflessione di Moreno, psicologo sociale, sull'importanza dei ruoli come sintesi di elementi individuali e regole collettive che ognuno di noi "interpreta" quando interagisce con gli altri in virtù della sua posizione nella società: studente, medico, figlio, genitore, ecc.

I ruoli dovrebbero essere fluidi e modificarsi nel tempo e nello spazio, ma a volte si verifica un irrigidimento che ha conseguenze nocive.

Il role playing diventa uno scenario "artificiale" in cui modificarsi come potrebbe avvenire in modo spontaneo. Ai partecipanti vengono assegnati delle bozze di personaggi (ruoli) che poi vengono interpretati in modo personale; in questo modo è possibile osservare in modo puntuale sia come si agisce, sia come si risponde a determinati stimoli e a comprendere che esiste un margine di cambiamento.

In ambito professionale può essere un modo per "vivere" una prospettiva differente (ad esempio a come si sente un cliente, oppure il proprio capo) per rendere più adattivo il proprio comportamento.

Il role playing offre sempre un certo grado di libertà nel "vestire" il ruolo e tale libertà va sempre considerata come un canale aperto all'intima individualità di ogni partecipante.

 

 

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