Alienazione parentale: patologia del bambino o della relazione?

Alienazione parentale è la terminologia attualmente in uso presso la comunità scientifica e forense per identificare una dinamica relazionale in cui, a seguito di una separazione conflittuale, i figli sono strumentalizzati da un genitore per screditare l’altro creando danni potenzialmente devastanti e un enorme dolore al bambino e al genitore “alienato”.

Alienazione parentale: patologia del bambino o della relazione?

Un tempo la si identificava come “sindrome del bambino maltrattato”, poi come “Sindrome da Alienazione Parentale”; oggi è più correttamente definita come alienazione parentale.

Non si tratta infatti di una “malattia” ascrivibile individualmente al miniore, quanto dell’esito infausto e patologico di una dinamica relazionale profondamente patologica che coinvolge padre, madre e figlio, quando non addirittura altri membri della famiglia allargata a seguito di una separazione o un divorzio altamente conflittuale fra gli ex coniugi.

Tutto può diventare purtroppo oggetto di contesa e di rivalsa, figli compresi che possono, nei casi più estremi, venir manipolati da un genitore al fine di screditare l’altro.

 

L’alienazione parentale e le separazioni conflittuali

Diversi studi scientifici nel campo delle neuroscienze e della psicosomatica dimostrano come uno dei fattori di stress che incidono più negativamente sulla salute psicologica e fisica del bambino a seguito della separazione dei genitori è rappresentato dal permanere di un’elevata conflittualità fra gli ex coniugi.

È stato rilevato come questi bambini vadano incontro con più frequenza a disturbi emotivi e comportamentali o a vere e proprie somatizzazioni dell’ansia.

Uno degli esiti più infausti e dannosi per i bambini e la relazione genitoriale è quando la dinamica conflittuale fra i genitori coinvolge anche il figlio fino ad arrivare alle estreme conseguenze nell’alienazione parentale.

In questo caso un genitore, più spesso quello affidatario o presso il quale il bambino trascorre la maggior parte del tempo, stringe un legame invischiato e profondamente ambivalente con il figlio coinvolgendolo in un processo di vera e propria denigrazione dell’altro genitore; questo può portare il bambino a improvvisi “voltafaccia” nei confronti di quest’ultimo che si ritrova a confrontarsi inspiegabilmente con un figlio che sembra detestarlo quando addirittura non voler più vedere né lui né i parenti del ramo della sua famiglia.

 

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Quali criteri in ambito forense?

Sull’alienazione parentale sono in corso divergenze e critiche da più parti: molti pongono in discussione la validità di questo fenomeno come criterio per adottare decisioni e provvedimenti in ambito forense ed è a questo proposito che diversi professionisti che lavorano presso i tribunali come CTU hanno sottoscritto alcuni anni fa un documento per convalidare l’esistenza di tale fenomeno.

L’alienazione parentale non è una malattia del bambino, ma questo non vuol dire che il minore che ne è vittima non incorra ugualmente in maltrattamenti e abusi di tipo psicologico. Piuttosto, la problematica è più che mai di tipo relazionale: a star male e ad essere vittime di una relazione patologica sono sia i figli che entrambi i genitori spesso con le rispettive famiglie allagate.

 

Caratteristiche di bambini e genitori coinvolti nell’alienazione parentale

Nel 2012 è stato condotto uno studio dell’Università la Sapienza teso ad indagare le caratteristiche dei genitori e dei bambini in casi di alienazione parentale, confrontando i dati rilevati con quelli ottenuti da un gruppo di controllo.

I risultati dello studio evidenzierebbero come, nei casi di alienazione parentale, le madri siano più spesso insicure e incerte del proprio ruolo e i padri contraddistinti da rigidità emotiva e relazionale (a prescindere da chi fosse il genitore alienante o alienato). I minori vittime di alienazione parentale erano più spesso bambini in cui poteva clinicamente essere riscontrato un disturbo dell’identità e dello sviluppo emotivo-affettivo denominato “falso-sé”. Questi bambini mostravano cioè un’identità compiacente e di facciata non corrispondente ai propri reali bisogni e stati affettivi.

I risultati di questo studio sembrano dunque suggerire che l’alienazione parentale non solo non è una malattia intrapsichica del bambino, ma è una patologia della relazione familiare che poggia spesso su difficoltà emotivo-affettive preesistenti sia del bambino che dei genitori.

 

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