Paura di guidare, da cosa deriva e come vincerla

Si chiama amaxofobia, ovvero la paura di guidare, quella di cui sono preda quelle persone che alla guida sono bloccate o comunque limitate da una forte componente ansiosa che impedisce di fatto di usufruire dell’auto come soddisfacente mezzo di autonomia. Al di là dei neologismi la paura di guidare rimane…

Paura di guidare, da cosa deriva e come vincerla

Non ce la facciamo proprio a resistere: dobbiamo dare un nome a ogni cosa, ecco dunque che anche la paura di guidare ha una sua etichetta diagnostica, si chiama amaxofobia e clinicamente rientrerebbe, secondo il DSM-IV, nelle fobie specifiche.

In questo modo però la paura di guidare rischia di venir vista alla stessa stregua del morbillo: una “malattia” di cui si può essere “affetti” e per la quale è necessario “curarsi”.

Niente di male, si dirà, dato che la paura di guidare può essere effettivamente invalidante per chi la prova, peccato che non esistano pillole magiche

 

La paura di guidare come fobia o sintomo post traumatico

La paura di guidare, quando assume connotati fobici che limitano fortemente la qualità della vita e l’autonomia della persona, può essere certamente un’esperienza molto spiacevole, sia che sia stata presente da sempre – nei casi in cui non si riesce a superare gli esami per la patente di guida – sia che insorga da un certo momento in poi nella vita del guidatore.

Una prima distinzione va fatta fra la paura di guidare come problema fobico-ansioso propriamente detto, e quei sintomi ansiosi e di evitamento che rientrano in un più specifico disturbo post-traumatico da stress a carico, ad esempio, di persone che si sono ritrovate coinvolte in incidenti stradali gravi o importanti. In quest’ultimo caso la paura di guidare riguarda l’elaborazione di eventi traumatici, quale un grave incidente stradale può essere.

 

Sintomi ansiosi e paura di perdere il controllo alla guida

Quando la paura di guidare assume i connotati di un problema ansioso di tipo fobico, essa riguarda in realtà molto poco le effettive e contingenti situazioni di guida che la persona si trova ad affrontare: situazioni spesso ordinarie e in sé per sé non pericolose, ma nelle quali il guidatore sperimenta, pur se in modo apparentemente irragionevole, forte ansia.

Si possono sperimentare sintomatologie fisiche – come nausea, tachicardia o ipersudorazione – paura di perdere il controllo del mezzo, paura di commettere errori che esporranno la persona al giudizio negativo degli altri, paura di perdere l’orientamento e altri timori potenzialmente paralizzanti che possono interferire con un’adeguata capacità di attenzione e concentrazione alla guida.

 

Il legame tra paura, ansia e attacchi di panico

 

Se il problema non è guidare …

La paura ansiosa di guidare tuttavia, sebbene polarizzi tutta l’attenzione della persona sui pericoli e i dettagli tecnici della guida, ha molto poco a che fare con la guida dell’automobile in sé per sé, come a dire: a dispetto di quello che sembra evidente, l’automobile non è il problema.

Perché accade questo?

La paura di guidare può venir giustamente considerata un problema fobico. Una fobia è sostanzialmente la paura irragionevole di un qualcosa che porta il soggetto a mettere in atto meccanismi di evitamento del pericolo temuto, quando questo non gli è possibile egli sperimenta forti sintomatologie ansiose che possono condurlo fino ad un vero e proprio attacco di panico, ragione per cui finisce col tenersi alla larga da ciò che teme, in questo caso la guida dell’auto, pur essendo consapevole dell’irragionevolezza della propria paura e delle limitazioni che questo gli crea nella vita lavorativa e di relazione.

L’elaborazione di una fobia, come la paura di guidare, è però un modo che la mente mette in atto per spostare su un oggetto esterno quella che è una paura interna alla propria psiche: esternalizzare il pericolo consente di tenerlo sotto controllo e di evitarlo senza doversi dolorosamente confrontare con il vero problema.

 

Conflitto fra dipendenza e autonomia

Di che pericolo si tratta? I pericoli da cui la nostra mente si sente più spesso minacciata sono quelli relativi a dilemmi che non riesce a risolvere: tutti noi, in momenti o fasi della nostra vita, possiamo trovarci in balia di motivazioni contrastanti che creano un conflitto dentro di noi che, se non risolto, può paralizzarci esattamente come accade sul piano di realtà al guidatore ansioso che non riesce più a prendere l’auto.

La paura di guidare quindi spesso non va presa alla lettera, ma indica simbolicamente uno stato di empasse, di stallo e di immobilità non fisica, ma psicologica della persona. Può trattarsi, ad esempio, di un conflitto fra indipendenza e autonomia che a qualche livello la persona, in altre aree della sua vita, si trova ad affrontare.

 

L’automobile come simbolo di indipendenza

L’automobile d’altra parte assume un ruolo di primo piano nella nostra cultura attuale, cultura che, non dobbiamo dimenticarcelo, è fortemente imperniata su valori di autonomia e successo individuale.

Ebbene proprio il mezzo di trasporto privato, che ci consente di spostarci da soli e a nostro piacimento senza dover dipendere da altri, ben si presta a rappresentare psicologicamente un simbolo dell’autonomia e dell’indipendenza personale. Non a caso per molti adolescenti prendere la patente è un segnale forte di autodeterminazione e di emancipazione anche psicologica.

La paura di guidare richiede spesso di agire quindi su vari fronti. Ad un primo livello è importante essere consapevoli che uno stato d’ansia può effettivamente offuscare la propria lucidità mentale, non perché non si sia effettivamente capaci di guidare, ma perché l’ansia offusca le facoltà cognitive della mente. Qualunque tecnica che insegni a gestire e a padroneggiare l’ansia potrà essere utile.

Ad un secondo livello in alcuni casi può essere utile, attraverso un percorso psicologico, cercare di comprendere che cosa la nostra mente, attraverso la paura di guidare, ci sta comunicando: forse altre aree di autonomia della nostra vita aspettano di essere messe in moto…

 

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