Odio del compleanno: che male fanno le candeline sulla torta?

Il compleanno sembra per definizione una ricorrenza felice che non si può far a meno di festeggiare con amici e parenti a suon di auguri, regali e candeline da spegnere. Eppure c’è chi non si ritrova in questa tradizione socialmente condivisa, chi manifesta temporaneamente o stabilmente un odio del compleanno proprio e a volte anche altrui e vorrebbe solo eliminare questo scomodo promemoria del tempo dal calendario. Ma il compleanno è solo una scomoda “resa dei conti”?

Odio del compleanno: che male fanno le candeline sulla torta?

Celebrare il compleanno con feste e regali è un’usanza relativamente recente, in epoche antiche questa ricorrenza assumeva significati anche molto diversi da oggi. Ma perché alcune persone manifestano un vero e proprio odio del compleanno?

 

Le fasi della vita in cui si odia il compleanno

In alcuni casi l’odio o comunque l’avversione per il compleanno e l’intenzione a non festeggiarlo contrassegnano specifiche fasi o momenti della vita di una persona e sono quindi motivati dalla connessione con specifiche contingenze. Può trattarsi di lutti molto gravi o recenti, di altri eventi dolorosi di perdita o di improvvisi e drastici cambiamenti della propria vita lavorativa o personale che finché non esitano in un nuovo assetto lasciano la persona come in stand by, sospesa fra vecchio e nuovo e restia a segnare, col proprio compleanno, il compimento di un anno e l’inizio del successivo.


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Il tempo che passa e le attese sociali legate all’età

Ci sono poi altre persone che manifestano odio o avversione per il proprio compleanno in maniera più stabile, da sempre o comunque da un certo punto della vita in poi rifuggono feste e regali in ogni maniera. Le motivazioni possono essere le più varie a seconda delle individualità, ma due sembrano essere i fattori trasversali: le convenzioni sociali e il tempo che passa. La data del compleanno segna inevitabilmente che abbiamo un anno in più, per alcuni questo significa dover accettare di star invecchiando, per altri sentirsi un po’ forzatamente rappresentati da un numero, quello della propria età anagrafica, che amplifica la contraddizione fra chi si è veramente e chi si sente di dover essere in base a stereotipi e convenzioni sociali che assegnano arbitrariamente determinati ruoli a seconda dell’età.

 

Riappropriarsi del giorno del proprio compleanno

Il giorno del compleanno, che lo si viva con odio o con gioia, finisce in effetti per essere spesso un'occasione per trarre bilanci personali (quanto si è cambiati rispetto a un anno fa? In meglio o in peggio?) non sempre facili là dove, convenzione vuole, che ci si debba sentire felici a tutti i costi e festeggiare per forza perché questo ci si aspetta da noi. In realtà il compleanno come tradizione affonda le proprie radici nell'antichità e nelle credenze magico-religiose di Greci e Romani secondo le quali ognuno di noi avrebbe uno spirito protettore (simile all’angelo custode cristiano) che sarebbe di buon auspicio ricontattare il giorno del proprio compleanno: tale è il senso della funzione propiziatoria delle candeline accese sulla torta. Onorare il giorno del compleanno significherebbe allora riconnettersi ad una dimensione trascendente e spirituale di protezione e saggezza che nulla avrebbe a che fare con valutazioni personali o obblighi sociali... Riappropriarsi del giorno del proprio compleanno può significare riappropriarsi del diritto di festeggiarlo a proprio modo o di non festeggiarlo affatto, purché sia veicolo di riconnessione con la propria dimensione di autenticità personale.