Gerascofobia, di cosa si tratta

Insoddisfazione, rimpianti, paura di perdere la propria avvenenza fisica o il proprio ruolo lavorativo: invecchiare non è cosa da poco e, a quanto pare, non è cosa da tutti. Scopriamo cosa si intende per "gerascofobia", la paura di invecchiare.

Gerascofobia, di cosa si tratta

La gerascofobia è un termine coniato per indicare una particolare forma di fobia riguardo l’invecchiare e il trascorrere del tempo.

Ad essa si associano timori riguardo la propria identità, il proprio valore personale, la possibilità di rimanere soli e incapaci di provvedere a sé stessi.

Può esprimersi in comportamenti abnormi tesi a negare il trascorrere degli anni (es. ricorso massiccio alla chirurgia estetica) e associarsi a disturbi depressivi e di personalità (es. narcisistico, istrionico).

Eppure, stando alle statistiche, la terza età sarebbe destinata ad occupare una porzione sempre più importante della popolazione…

 

La gerascofobia nella società dell’immagine

"Non è un paese per vecchi" suonava il titolo di un noto film dei fratelli Coen (2007)… Nell’attuale società dell’immagine sembra in qualche modo proibito invecchiare: siamo continuamente esposti a modelli di bellezza e successo identificati con una giovinezza senza tempo e senza età; la gerascofobia si inserisce oggi in questo contesto.

Chi è giovane è portato alle luci della ribalta e chi non lo è più è destinato ad essere eclissato a meno di non ricorrere ad ogni mezzo necessario per camuffare lo scorrere degli anni e assicurare allo sguardo altrui un’immagine che riproduca almeno di facciata quella giovinezza ormai tramontata.

Attori, conduttori televisivi, finanche giornalisti fanno ricorso sempre più spesso e in modo sempre più massivo alla chirurgia estetica fino a trasformarsi, in alcuni casi, in goffe caricature di sé stessi.

Tutto questo rende ancora più vulnerabili quelle persone che non riescono ad avere un sano rapporto con la propria immagine e il trascorrere degli anni.

Si riproduce infatti continuamente un canone di giovinezza senza età che diventa modello per quello che in psicologia verrebbe definito un eterno “confronto verso l’alto”: quasi nessuno di noi, esseri umani in carne e ossa, può uscirne vincente.

 

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La gerascofobia nel ciclo di vita

Ma non pensiate che la condanna della vecchiaia e il rimpianto per la giovinezza siano soltanto una questione dell’era post moderna… Già il poeta greco Mimnermo nel VI secolo a.C. scriveva:

Che cos'è la vita, che cos'è la gioia, senza Afrodite d'oro? Vorrò morire, quando non mi importerà più di questo: un amore nascosto e i dolci doni e il letto; sono gli unici fiori piacevoli della gioventù per gli uomini e per le donne. Poi arriva la dolorosa vecchiaia, che rende l'uomo sgradevole e brutto, sempre funeste angosce lo opprimono nell'animo, né lo rallegra vedere la luce del sole, ma è odioso ai ragazzi e disprezzato dalle donne: così la fastidiosa vecchiaia un dio dispose.”

La vecchiaia rappresenta infatti una sfida evolutiva nel ciclo di vita di ognuno e può portare con sé turbamenti relativi alla vita che è stata e a quella che si appresta a finire. La paura di perdere i vantaggi estetici della giovinezza è dunque espressione di angosce ben più profonde.

 

La gerascofobia: negare il tempo che passa

Erikson concepiva la vecchiaia come una fase di passaggio della vita associata, come le altre, a precise sfide evolutive che impongono alla persona una riorganizzazione della propria identità e un adattamento ad una nuova condizione.

La sfida inerente la terza età sarebbe infatti quella relativa all’integrità dell’Io/disperazione.

In altre parole, l’avvicinarsi della fine della vita pone ognuno a stilare un proprio bilancio personale: se questo risulta soddisfacente sarà possibile godere dei restanti anni con serenità e gratitudine, diversamente potranno instaurarsi sentimenti di rimpianto, disperazione e quindi non accettazione del tempo trascorso.

La gerascofobia consiste proprio in questo: nel non accettare, e quindi negare, il trascorrere del tempo e gli effetti che questo ha sul corpo, la mente e la prospettive di vita.

 

La gerascofobia: sintomi

La gerascofobia consiste in una serie di timori e ansie riguardo al proprio decadimento fisico, la mancanza di realizzazioni personali o professionali, la perdita delle proprie prestazioni intellettuali o fisiche, l’eventualità di essere incapaci di provvedere a se stessi e/o dover dipendere da altri.

Nel tentativo di tenere sotto controllo tali ansie, la persona può ricorrere a tutta una serie di strategie comportamentali con cui nega il trascorrere del tempo e i limiti imposti dall’età.

Ad esempio si ricorre alla chirurgia estetica, alla palestra o alla dieta o, ancora, si insiste con ritmi di lavoro chiaramente insostenibili per la propria età.

Tutti questi comportamenti non sono patologici di per sé, ma lo diventano quando vengono messi in atto in modo irragionevole, eccessivo e occupano la maggior parte del tempo e dei pensieri di una persona con conseguenti ripercussioni sul fisico e la vita di relazione.

L’obiettivo è infatti proprio quello di distrarsi, non sentire, eludere la vecchiaia imminente e le ansie ad essa associate.

 

La gerascofobia: disturbi associati

La gerascofobia è un disturbo che si manifesta piuttosto spesso in persone con disturbi di personalità, in particolare quello narcisistico e istrionico che per definizione danno valore prioritario all'esigenza di fare mostra di sé e alla prestanza/avvenenza fisica.

La vecchiaia infatti intacca la bellezza della giovinezza; questo può determinare una profonda crisi identitaria in quelle persone che hanno sempre fondato un precario senso di autostima su ideali di perfezione fisica e di successo, coloro che, in altre parole, hanno badato sempre più alla “forma” che alla “sostanza”.

Esiste una nota illusione ottica, “la vecchia e la giovane”, in cui è presente un disegno dai tratti ambigui che si presta ad essere interpretato in due modi diversi: come il volto di una giovane donna o, al contrario, come il profilo di una vecchia signora. Possiamo vedere ora l’uno, ora l’altro, ma ci è percettivamente impossibile apprezzarli entrambi contemporaneamente

“Non onorare la vecchiaia, è demolire la casa dove ci si deve addormentare la sera”.

(Alphonse Karr)