Quando la follia si balla in due

Alle volte, in alcuni casi estremi, la qualità della relazione di coppia può peggiorare fino a sfociare in un disturbo dai tratti psicotici. I primi casi risalgono alla fine dell‘800, una follia ballata a due ritmi. L’uno e l’altro. Vediamo insieme come.

Quando la follia si balla in due

La follia di coppia

La Folie à deux, descritta per la prima volta da Lasegue e Falret nel 1873, è un disturbo caratterizzato da sintomi psicotici (ad esempio deliri paranoeidei) condivisi da persone che mantengono tra loro stretti legami affettivo-emotivi, che cioè condividono una relazione intima e vicina. Solitamente vivono in ambienti che, fisicamente e culturalmente, sono scarsamente comunicanti con l’esterno, con povertà di interessi e pochi riferimenti ideologici.

La letteratura psichiatrica si è sempre interessata alla qualità della relazione dei due membri della coppia e nella maggioranza dei casi sono membri della stessa famiglia, ad esempio madre e figlio, due sorelle, marito e moglie. Vi è un individuo primario o introduttore di psicosi che è colui che sviluppa per primo il disturbo ed è di solito l’individuo dominante della relazione, ed un indotto, colui che, trovandosi in una situazione di dipendenza emotiva e di accentuata suggestionabilità, sviluppa secondariamente la forma psicotica.

 

Forme di Folie à deux: disturbo psicotico condiviso

Il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali denomina la Folie à deux come disturbo psicotico condiviso. Nel 1949 Gralnick ne descrive quattro sottotipi:

La follia imposta: la più comune, dove i sintomi dell’individuo dominante e attivo della coppia sono adottati dall’altro soggetto suggestionabile e sottomesso, il quale evidentemente ha una certa predisposizione. Questa manifestazione, essendo la più comune nell’esperienza clinica, apre a certi quesiti ad esempio se i membri della coppia siano persone con una predisposizione al delirio o persone moto impressionabili.

La follia simultanea: quando due persone intime, entrambe predisposte, sviluppano dei sintomi della psicosi nello stesso momento senza che nessuna delle due sia dominante, a partire da una causa comune.

La follia comunicata: la seconda persona dopo un periodo di induzione da parte del primo, struttura un delirio che si evolve separatamente anche dopo la separazione fisica dei due.

La follia indotta: anche la seconda persona soffriva già in precedenza di una psicosi, ma nuove idee deliranti si aggiungono al quadro clinico. Le due persone adottano sintomi deliranti dell’altro, per arricchire ognuno i deliri dell’altro.

 

Folie à deux: quali processi

Gralnick (1942), ritiene che uno dei processi fondamentali alla base dello sviluppo della psicopatologia sia un’identificazione, che può essere inconscia, della persona sottomessa al fine di mantenere una relazione intima con la parte dominante, la quale si sforza di mantenere un legame con la realtà. Il delirio può avanzare e “risonare ” all'interno della relazione, a causa dell’appoggio reciproco, dell’accettazione e condivisione delle idee deliranti e dall’isolamento sociale, questo fino a che una fonte esterna interviene oppure fino a che avviene un'interruzione della psicosi. Durante l'innamoramento, ma soprattutto dopo un lungo periodo di vita di coppia, l'amore può oltrepassare le reciproche identità e sconfinando nel patologico, può sfociare nella 'folie à deux'.

Nuovi casi clinici spingono a ritenere che in alcune situazioni la persona “sana” preferisce (a livello inconscio) accettare le idee deliranti del partner piuttosto che interrompere una relazione che evidentemente almeno dal punto di vista emotivo gli fornisce una certa soddisfazione. Ciò spinge la persona “sana” ad un’identificazione dal punto di vista emotivo e cognitivo con il partner, fino a a pensare e sentire esattamente come lui/lei.

 

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