Economia dell'attenzione

L'attenzione degli utenti come primo obiettivo del mondo del marketing: ma quali effetti può avere l'iperstimolazione sulla qualità delle nostre attività?

Economia dell'attenzione

L’attenzione è una capacità cognitiva fondamentale che permette di controllare, indirizzare e gestire le risorse cognitive in risposta ai diversi stimoli presenti nell’ambiente.

Caratteristica importantissima per l’agire quotidiano, la sua funzionalità garantisce una risposta più o meno ottimale all’ambiente sia in termini quantitativi che qualitativi. La sua estrema importanza nell’influenzare il nostro agire l’ha resa nel tempo un vero e proprio oggetto di business.

 

Parliamo di attenzione

L’attenzione è la capacità di dirigere le proprie risorse cognitive verso uno o più stimoli al fine di orientare le risposte all’ambiente. E’ quindi quella capacità che permette di focalizzarsi su una realtà, escludendone delle altre. 

Seppur efficiente, essa ha dei limiti oltre i quali le risorse a disposizione finiscono e un’ulteriore richiesta attentiva potrebbe compromettere l’efficienza e la qualità nella selezione, elaborazione e risposta. Per quanto le abilità attentive possano essere incrementate, bisogna tener conto dei limiti esistenti e imparare a regolarle e orientarle con consapevolezza.

 

Economia dell’attenzione

Considerate l’enorme importanza dell’attenzione nell’avviare e dirigere le azioni dell’individuo, il mondo del marketing negli ultimi anni, ha analizzato il ruolo dei processi attentivi nel mondo economico, fino a parlare di economia dell’attenzione. In modo semplice è possibile affermare che il primo grande obiettivo del mercato è quello di attirare l’attenzione.

In modo estremamente semplificato: se attraverso una pubblicità, un inserto, un banner pubblicitario, aumenta la visualizzazione della pagina web, del canale televisivo e altro, il guadagno è duplice: sia per il proprietario del mezzo di comunicazione che potrà vendere lo spazio pubblicitario a prezzi più alti, sia per il mittente pubblicitario che acquisterà in termini di vendita di prodotti o servizi.

In pratica, la prima merce di scambio è l’attenzione degli utenti, poiché se essa viene catturata si movimenta una macchina commerciale importante. Un esempio su tutti è quello del web e del social in cui le ricerche eseguite, vengono in qualche modo “memorizzate” e riproposte nelle diverse ricerche successive come pubblicità, stimolando continuamente l’interesse dell’utente e la sua possibile azione di acquisto o fidelizzazione.

 

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Gli effetti dell’iperstimolazione

L'iperstimolazione, derivante dal mondo tecnologico, ma anche dalla rapidità che caratterizza questo tempo, ha effetti devastanti sull’attenzione. Essa infatti dovendo rispondere al tantissimi stimoli contemporaneamente si frammenta e si diffonde, riducendo l’efficienza di risposta, la reattività e specialmente la qualità.

Un esempio su tutti è quello derivante dal mondo lavorativo: se durante l’orario di lavoro l’individuo è chiamato a svolgere la propria attività, magari anche complessa e che richiede grande concentrazione, e nel frattempo rispondere al telefono, al collega, alle mail, con uno smartphone che seppur silenzioso continua a illuminarsi sulla scrivania, il tempo che scorre e deve essere controllato per non fare tardi al prossimo appuntamento, la musica di sottofondo e il vocio dei colleghi negli altri uffici… Cosa ne sarà della sua produttività e qualità del lavoro?

Quasi sicuramente a perderci sarà la qualità perché troppi elementi interrompono o richiedono attenzione, riducendo le risorse investite nell’attività lavorativa.

Il multitasking, seppur sempre più richiesto e indice di maggiore abilità, è nella realtà nemico dell’efficienza in diverse aree della vita.

 

Economia dell'attenzione: sempre più in superfice

Recenti ricerche parlano di Sindrome da Diffusione Patologica dell’Attenzione, (DDPA) ovvero una nuova condizione patologica in cui l’attenzione rubata, ridotta e diffusa tra più stimoli, non permette più di vivere le situazioni in modo pienamente consapevole e controllato, con minore attenzione sugli stimoli e i comportamenti da attuare, agendo sempre più superficialmente, senza attenzione ai dettagli.

Le energie rubate dai continui stimoli, a cui spesso si fatica a non rispondere, si ripercuotono sulle abilità di discernimento e ragionamento, portando anche a conseguenze gravi e l’insorgenza di altre problematiche.

In una realtà in cui l’attenzione è diventata un bene prezioso per il mondo del marketing e dell’economia, è importante imparare a gestire e veicolare le proprie risorse, attraverso la programmazione del tempo, la consapevolezza delle fonti distraenti, il controllo degli impulsi e delle risposte, e tanto altro, al fine di incrementare il controllo sul sé e sulla propria realtà, senza essere in balia dell’ambiente circostante.

 

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Foto: Andrey Bayda / 123rf.com