I disturbi generalizzati dello sviluppo

I disturbi generalizzati dello sviluppo rappresentano una classe eterogenea di disturbi infantili con esordio precoce nella prima infanzia. Attualmente questi disturbi sono stati riclassificati come disturbi dello spettro autistico

I disturbi generalizzati dello sviluppo

I disturbi generalizzati dello sviluppo rappresentano una categoria di disturbi infantili ad esordio precoce che vengono attualmente raggruppati fra i disturbi dello spettro autistico.

 

I disturbi generalizzati dello sviluppo

Nella precedente classificazione diagnostica del DSM IV dei disturbi dell’infanzia e della fanciullezza, i disturbi generalizzati dello sviluppo rappresentavano una categoria nosografica eterogenea di disturbi ad esordio precoce (prima dei 3 anni) caratterizzati da una grave compromissione del linguaggio, un’anomala capacità di interazione sociale e un limitato repertorio di attività in base all’età anagrafica del bambino e al livello di sviluppo psicologico previsto.

Fra i disturbi generalizzati dello sviluppo rientravano:

Nel DSM IV i sintomi caratteristici di questi disturbi erano raggruppati secondo 3 categorie: menomazione della reciprocità delle relazioni sociali, menomazione del linguaggio e repertori comportamentali/interessi ristretti e ripetitivi.

 

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I disturbi dello spettro autistico

Nel DSM V la classificazione diagnostica di disturbi generalizzati dello sviluppo è stata sostituita da quella dei Disturbi dello Spettro Autistico (ASD Autism Spectrum Disorders) nella quale rientrano i disturbi della categoria precedente eccetto la sindrome di Rett che è stata posta come categoria diagnostica a parte fra i disturbi neurologici con specifico target genetico.

È stata inoltre aggiunta la classificazione del disturbo della comunicazione sociale per fornire un inquadramento diagnostico a quei casi di menomazione del linguaggio e dell’interazione sociale ai quali non si associano stereotipie o rigidità di interessi o comportamenti.

È anche in tal senso che le categorie sintomatologiche per l’inquadramento di questi disturbi sono state ridotte a due: menomazione della comunicazione/interazione sociale e del comportamento.

 

Dal DSM IV al DSM V

Le motivazioni dei cambiamenti delle categorie diagnostiche di questi disturbi risiedono nel fatto che gli studi sembrerebbero aver mostrato i limiti del precedente inquadramento nosografico così eccessivamente parcellizzato.

Rispetto alla precedente classificazione, si privilegiano, nell’attuale DSMV, criteri trasversali in base ai quali inquadrare i tradizionali disturbi generalizzati dello sviluppo, da un’ottica unitaria piuttosto che in sottotipi diagnostici.

Più che la tipologia di disturbo, infatti, rappresentano indicatori di gravità, per questo tipo di disturbi, il livello di QI o la compromissione del piano linguistico e comunicativo.

Le indagini epidemiologiche avrebbero inoltre mostrato come, i precedenti disturbi generalizzati dello sviluppo, si presentassero con caratteristiche molto variabili a seconda dei soggetti e come, quindi, questa elevata variabilità fenomenologica entro una stessa categoria diagnostica rischiasse di rendere, la precedente classificazione nosografica, poco utile.

Va sempre precisato come la diagnosi di un disturbi dello spettro autistico, così come dei precedenti disturbi generalizzati dello sviluppo, vada effettuata considerando congiuntamente il contesto familiare e sociale e prevedendo interventi terapeutici e/o riabilitativi il più possibile precoci.


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