Il disturbo bipolare: le terapie che aiutano

Il disturbo bipolare presenta molteplicità di intervento proprio per la varietà dei sintomi e dell'intensità dei sintomi che propone. Vediamo insieme quali sono le terapie più indicate spaziando dalla farmacologia alla psicoterapia

Il disturbo bipolare: le terapie che aiutano

Le terapie per la cura del disturbo bipolare, per essere efficaci, devono essere convergenti e, soprattutto, devono andare a sanare la ferita dolorosa, aiutando ad integrare gli aspetti bipolari maniacali e depressivi attraverso i quali la persona scandisce la propria vita, anche perché il disturbo bipolare è un disturbo, o meglio, una categoria di disturbi dell'umore che non è di facile diagnosi. Il disturbo bipolare ha sintomi che oscillano tra le polarità depressive e maniacali e spesso la persona che ne soffre non chiede da solo un aiuto: è troppo triste passare all'azione o troppo euforico per sentire il disagio.

 

La cura del disturbo bipolare: le terapie farmacologiche

Non esistono dei farmaci specifici per la cura del disturbo bipolare: data la bipolarità della patologia, vengono applicati farmaci specifici per la depressione o per la mania, a seconda che la persona si trovi in uno stato piuttosto che in un altro. La cosa complessa da calibrare è il dosaggio, perché ogni persona reagisce in modo del tutto personale al rimedio utilizzato. I farmaci indicati per la fase maniacale del disturbo bipolare tendenzialmente sono degli stabilizzatori dell'umore e servono ad abbassare la spinta eccitatoria tipica della mania, senza che la persona sprofondi nello stato depressivo. Alcune volte vengono prescritti antipsicotici.

 

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Vediamoli insieme:
- il litio: è uno stabilizzatore dell'umore e viene utilizzato dopo che la fase acuta maniacale è trascorsa o quando ci sono stati maniacali lievi o moderati. Non sempre è adatto perché spesso è mal tollerato;
- farmaci antipsicotici: vengono utilizzati quando gli stati maniacali sono accompagnati da deliri e allucinazioni;
- farmaci anticonvulsivanti: quelli a base di valproato di sodio è il più utilizzato. Ha meno effetti collaterali del litio e viene molto usato da una quindicina d'anni.

 

La cura del disturbo bipolare: farmaci indicati per la fase depressiva

La difficoltà nel trovare un antidepressivo adatto alla cura del disturbo bipolare si riscontra nella funzione stessa dell'antidepressivo che, per sua natura, porta ad un innalzamento del tono dell'umore. Quando questo accade in una persona con disturbo bipolare, è facile che questa faccia un balzo nello stato maniacale. Inoltre, spesso un antidepressivo ci mette un po' prima che agisca in maniera considerevole. È molto importante, quindi, che un antidepressivo utilizzato per intervenire su un disturbo dell'umore sia ben calibrato in base alla tipologia della persona e del disturbo che presenta. Spesso la persona, infatti, si ritrova con una maggiore quantità di energia che permette di superare lo stato di stasi psicomotoria consegnandole una capacità di azione non supportata da un pensiero libero, ma inficiato dall'aspetto depressivo.

 

Questo è il momento in cui, spesso, una persona con disturbo bipolare e sotto trattamento farmacologico per uno stato depressivo, può compiere gesti suicidi. A volte, alcuni medici preferiscono intervenire con un antidepressivo solo dopo aver utilizzato uno stabilizzatore dell'umore. I farmaci più utilizzati nel disturbo bipolare depressivo sono gli antidepressivi triciclici, gli inibitori della ricaptazione della serotonina o anche alcune tipologie di anticonvulsivanti a base di lamotrigina che nel disturbo bipolare sembrano avere effetti antidepressivi. Nel disturbo bipolare, la terapia con i farmaci è spesso accompagnata da effetti collaterali che spaziano dalle oscillazioni di peso corporeo a vertigini, sudorazione, nausea, insonnia e via dicendo, che sicuramente non aiutano la persona a migliorare la sua qualità di vita.

 

La cura del disturbo bipolare: le terapie psicologiche

Le terapie farmacologiche da sole non bastano per la cura del disturbo bipolare che, al massimo, può essere contenuto molto bene, senza però andare a sciogliere quel terreno doloroso che genera tale disagio. La persona con un disturbo bipolare spesso non ha l'energia o la consapevolezza del disagio necessarie per approdare ad una psicoterapia. La strada farmacologica spesso sembra la più immediata e la più semplice da percorrere, ma non è l'unica. Vero è, che spesso, non può esserci un intervento psicologico senza l'ausilio farmacologico perché c'è bisogno di contenimento iniziale di tutti i sintomi per poter procedere in modo adeguato con una psicoterapia.

 

Le terapie più accreditate sul mercato sono la terapia cognitivo-comportamentale, la terapia interpersonale e la psicoeducazione.  Ma non dimentichiamo che esistono anche le terapie corporee: la vegetoterapia e la sua analisi del carattere di impronta reichiana rientra in questa categoria; il tipo di relazione terapeutica che si instaura è fondamentale perchè la terapia funzioni. Ritengo che le terapie convergenti, in cui ci sia il trattamento psicoterapeutico sostenuto da quello farmacologico, siano spesso le più adatte ed efficaci nel trattare il disturbo bipolare.

 

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