La balbuzie infantile: cause e cronicizzazione

La balbuzie infantile colpisce i bimbi in un periodo evolutivo per loro critico, quando si trovano in un momento di grandi apprendimenti motori, cognitivi e linguistici. Non tutte le balbuzie si cronicizzano né si manifestano sempre: diamo tempo al bambino, a volte spariscono. Ma altre volte sono espressione di un disagio. Vediamo quando è necessario intervenire

La balbuzie infantile: cause e cronicizzazione

Le cause della balbuzie sono molteplici, così come le tipologie che possiamo incontrare. L'insorgenza della balbuzie infantile possiamo collocarla nella prima infanzia, nel periodo prescolare, ovvero in quella fase evolutiva in cui il bimbo acquisisce padronanza motoria, padronanza linguistica e affina le sue abilità cognitive. Esiste, poi, una tipologia di balbuzie che insorge in fase adolescenziale, verso gli 11-13 anni. Ma la fase acuta delle balbuzie infantile la troviamo intorno ai 3-5 anni: solitamente è in questo periodo che le alterazioni del linguaggio si possono cronicizzare. Non tutte le balbuzie infantili, infatti, si cronicizzano: molte volte sono legate ad un periodo definito e sono soggette a remissione spontanea. Ma quando ciò non accade è necessario intervenire.

 

La balbuzie infantile: il pensiero, il linguaggio e l'emozione

Lev Semenivic Vygotskij già aveva messo in evidenza le interconnessioni tra pensiero, linguaggio e ambiente sociale. Il linguaggio è lo specchio di un pensiero, è indice di capacità logiche e organizzative, è frutto di una delicata organizzazione cognitiva e neuromuscolare. Ma il linguaggio è anche riflesso di emozioni, di quella che Daniel Goleman definisce intelligenza emotiva e che, nel caso del linguaggio, crea una costante comunicazione tra contenuto del pensiero, espressione verbale, emozioni sottostanti.

 

Cosa c'entra tutto questo nel caso della balbuzie infantile? C'entra per dimostrare che la parola e, quindi, il linguaggio, non è una semplice emissione vocale ma è in stretta "relazione empatica" con il nostro stato emotivo: a chi non è mai capitato di parlare in pubblico e ritrovarsi con la bocca più asciutta del Sahara? Ansia, paura, confusione mentale, organizzazione del pensiero, tratto caratteriale, si riflettono sempre nel nostro modo di parlare. Come? Nelle pause che facciamo, nel tono della voce, nella fluidità dell'emissione vocale e, quindi, anche nella presenza o meno di alterazioni nella articolazione di parole e frasi e in tutti quei fenomeni disfluenti.

 

La balbuzie infantile: cause

La balbuzie infantile, come quasi tutte le balbuzie ha molte cause. Quando esordisce in età infantile, non è difficile farla risalire ad un disagio psicologico, temporaneo o cronicizzabile, che il bambino sta vivendo. I bambini, si sa, hanno modi molto pratici e diretti per esprimere un disagio. Solitamente la balbuzie infantile può comparire durante o dopo un evento che il bambino percepisce come traumatico o, comunque, destabilizzante rispetto ad un precedente equilibrio. A volte basta un trasloco, l'inizio della scuola, la nascita di un fratellino, un distacco dai genitori prolungato, per far emergere un disagio sotto forma di disfluenza: il bambino, come l'adulto, può vivere stati d'ansia, dolore, frustrazione, perdita di autostima e incertezza rispetto e la balbuzie infantile può esprimere il tentativo del bambino di comunicare al mondo adulto, spesso distratto e poco presente, un disagio che sta attraversando.

 

La balbuzie infantile: quando si cronicizza?

Le disfluenze non sono rare quando un bimbo comincia a parlare e spesso il bambino può presentare balbuzie nelle sue varie forme (clonica, tonica, mista), sostituzione di consonanti e inversioni di sillabe. Ma non bisogna subito entrare nel panico. Certo, non bisogna nemmeno lasciar correre e far finta di nulla, ma pressare il piccolo sotto l'egemonia dell'ansia adulta non è nemmeno la strada migliore da intraprendere. Non tutte le balbuzie si cronicizzano: alcune sono espressione di un disagio momentaneo, possono regredire appena il bimbo acquisisce maggiore fiducia in sé, possono semplicemente migliorare parallelamente alle maggiori competenze linguistiche che si acquisiscono.

 

I primi segni, invece, di una balbuzie infantile che tende a cronicizzarsi esistono e, in questi, devono porre attenzione i genitori. Quando si rendono conto che il bimbo irrigidisce la muscolatura, quando si accorge che dopo 15- 18 mesi dall'esordio dei primi episodi di balbuzie non tende a diminuire ma si acuisce, quando si rendono conto che le ripetizioni sillabiche all'inizio della parola tendono ad essere sempre più frequenti e molteplici, allora forse è il caso di procedere e chiedere aiuto ad uno specialista. L'importante è mantenere la calma, farsi aiutare da uno specialista per una adeguata terapia e avere dei piccoli accorgimenti che contengano il bambino rispetto al suo disagio.

 

Fonte immagine: photl.com