Autolesionismo: il piacere del dolore

Bruciarsi la pelle, ferirsi con lamette e coltelli, i modi per farsi male sono tanti e lo sanno bene gli autolesionisti che in molti casi preferiscono grattarsi le ferite impedendone la cicatrizzazione, mordersi, scavarsi la pelle fino a sanguinare. L’autolesionismo è in crescita tra gli adolescenti e può nascondere patologie più gravi. Questo disturbo del comportamento è in rapida crescita, cerchiamo di conoscerlo meglio

Autolesionismo: il piacere del dolore

 

Per ora la definizione più utilizzata per descrivere l’autolesionismo è quella di “azioni intenzionali, ripetute, a bassa letalità, che alterano o danneggiano il tessuto corporeo senza alcun intento suicida cosciente”. Questo disturbo del comportamento colpisce per lo più gli adolescenti, a partire dai 13 anni, e in prevalenza ragazze; tra i maschi invece è più frequente nella popolazione carceraria. L’autolesionismo inoltre sembra riguardare soprattutto famiglie socioeconomiche medio-alte.

Il comportamento autolesivo stenta a uscire dalle mura domestiche, spesso i familiari provano vergogna quando scoprono che il figlio/a si autoinfligge ferite sul corpo oppure si spegne la sigaretta sulla pelle. C’è il timore di essere considerati una famiglia di "pazzi" ed è da questo che nasce il problema dello stigma ed è così che si ridarda anche l’intervento di uno specialista.

Inoltre i ragazzi preferiscono ferirsi di nascosto, soltanto alcuni ostentano le cicatrici come trofei, ma nella maggior parte dei casi occultano i segni delle ferite vivendo un rapporto “intimo” con il proprio corpo.  

 

Autolesionismo: i diversi volti della patologia

Nell’autolesionismo la modalità più comune è quella dei cutter che si procurano tagli sulle braccia, sulle gambe, a volte sull’addome. Gli strumenti sono gli utensili domestici: coltelli, forchette, lamette.

Alcuni cominciano ad autoferirsi a causa di perdite affettive importanti: abbandoni che possono essere reali, ma anche immaginari, nel senso che a volte la perdita è vissuta soltanto a livello interiore. Inoltre fanno spesso da cornice al disturbo: solitudine, senso di vuoto, senso di colpa e di impotenza. Subito dopo essersi tagliate queste persone possono provare un sollievo temporaneo che dura fino a quando un’altra sensazione negativa farà scattare nuovamente la molla. E’ come se fosse una dipendenza.

Altri invece vivono una sensazione di estraneità fatta di alienazione dal proprio corpo: il dolore e il sangue che esce dal corpo li fanno sentire vivi, si procurano ferite per sentirsi persone reali, hanno bisogno di provare sofferenza per affermare la propria esistenza. Per altri ancora è una valvola di sfogo, una via attraverso cui espellere tutte le sensazioni negative che sentono di avere in corpo.

L’autolesionismo è spesso associato al disturbo bordeline di personalità - patologia che impedisce di avere relazioni stabili di amicizia o amore – ai disturbi dell’alimentazione, in particolare alla bulimia, e alla alessitimia, vale a dire l’incapacità di esprimere emozioni.

 

Autolesionismo e approccio terapeutico

L’autolesionismo può essere impulsivo, compulsivo, stereotipico. Nel primo caso a dominare è l’intermittenza dell’evento che col passare del tempo può diventare una vera dipendenza; nel secondo caso domina il rito, ossia i comportamenti sono ripetuti e anche più volte al giorno perché il pensiero di ferirsi diventa un’ossessione; il terzo caso è tipico di gravi ritardi mentali e dell’autismo.

In ogni caso, psicoterapia e farmaci sono gli approcci disponibili. Per esempio in caso di autolesionismo impulsivo si ricorre di solito a farmaci antiepilettici, in caso di autolesionismo compulsivo si ricorre a farmaci antidepressivi. In tutti i casi è comunque fondamentale intervenire con una psicoterapia nel contesto familiare, soprattutto ed unicamente se si riesce ad identificare il disturbo per tempo. Occorre evitare che la paura dello stigma impedisca alle famiglie di rivolgersi ad uno specialista e questo lo si può fare incrementando campagne di informazione e sensibilizzazione sull’argomento.

 

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