Workaholic: una dipendenza senza appagamento sensoriale

Le nuove dipendenze non sono più basate sulla ricerca del piacere: il workaholic lavora incessantemente per una gratificazione che non basta mai

Workaholic: una dipendenza senza appagamento sensoriale

Secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) la dipendenza è causata dall’assunzione compulsiva di una sostanza tossica per provarne gli effetti e col tempo limitarne l’astinenza.

Attualmente stanno emergendo le Nuove Dipendenze che non si basano sulla stimolazione dei sensi, bensì sulla ripetizione malsana di un comportamento socialmente accettabile.

Le forme più note sono: il gioco d’azzardo patologico (gambling), lo shopping compulsivo, la dipendenza da tecnologia e la dipendenza da lavoro o workaholism.


Workaholic o non Workaholic?

Chi soffre di dipendenza da lavoro obbedisce ossessivamente ad una spinta compulsiva che lo porta a vivere per lavorare e non più a lavorare per vivere. Statunitensi e tedeschi furono i primi ad interessarsene negli anni '70 e da subito si comprese quanto fosse difficile definirlo, per non includervi coloro che amano il proprio lavoro senza esserne succubi. Il workaholic è riconoscibile dalla presenza dei seguenti sintomi:

  • adora essere super impegnato, per poi lamentarsi di essere assolutamente indispensabile
  • contribuisce a creare un clima di lavoro pesante esercitando sugli altri una forte pressione
  • allontana i colleghi che non condividono la stessa ‘etica’ del lavoro
  • esegue i compiti rigidamente
  • non coltiva rapporti umani nell’ambiente lavorativo

Sono da considerare anche i classici comportamenti da dipendente: la compulsione (impossibilità a resistere all’impulso di lavorare), la percezione di perdere il controllo su di sé e sulle proprie azioni, la persistenza del comportamento e il craving (aumento della tensione che precede l’inizio del comportamento dipendente).

 

Effetti del workaholism

Il workaholism provoca effetti gravi che non interessano solo la vita lavorativa. Da un punto di vista psicologico si registrano forte ansia, atteggiamento ossessivo-compulsivo, disturbi del sonno e perfezionismo maniacale.

Col tempo insorgono problematiche fisiche come disturbi cardiocircolatori, emicrania, problemi a livello muscolare e gastrointestinale. Non è insolito l’uso di sostanze psicoattive per reggere ai ritmi autoimposti, aggiungendo al quadro anche una dipendenza classica.

Infine, ci sono le conseguenze a livello relazionale: isolamento, scarsa affettività, atteggiamento sprezzante.


Modelli teorici di riferimento

Per spiegare il fenomeno sono stati messi a punto alcuni modelli teorici. Il più accreditato è quello della ‘dipendenza’ (Oates, 1981) che considera il workaholism come un fenomeno i cui processi ed effetti sono del tutto riconducili all’alcolismo.

Secondo l’apprendimento operante invece, si viene a creare un circuito fatto di gratificazioni e successo lavorativo che si autoalimenta. Una terza ipotesi considera il workaholism come la manifestazione di un tratto stabile di personalità, mentre per il paradigma cognitivo tutto si basa su una serie di ‘credenze centrali’ negative (‘sono un fallito’) che incidono sul comportamento del lavoratore. 

L’ultimo modello, quello sistemico-familiare, spiega il fenomeno inquadrando il workaholic all’interno di relazioni familiari coercitive.


Come affrontare questa nuova dipendenza

Gli studi sul workaholism sono ancora ad uno stadio iniziale e al momento non c’è un modello teorico prevalente. Ciò vuole dire anche che per quanto riguarda la cura non esiste una soluzione unica. A seconda dello specialista e del proprio modello di riferimento, il percorso terapeutico potrà vertere sulla rete familiare, sui comportamenti di dipendenza o sul cambiamento delle credenze.

A livello sociale si osserva un interessamento da parte degli psicologici clinici e dei ricercatori nel tentativo di comprendere più a fondo le dinamiche delle nuove dipendenze e quindi anche del workaholism. Programmi di ricerca sono stati messi a punto, sia a livello nazionale, sia a livello della Comunità Europea con il VII Programma Quadro.

Il problema invece non viene ancora affrontato da un punto di vista giuridico, sebbene rientri nella controversa area della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Non ci sono ancora riferimenti specifici sul problema nel Testo Unico 81/08 sebbene la dipendenza da lavoro occupi una delicata posizione, in cui si fondono le immagini di dipendente modello e patologico.

 

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