Quando il lavoro diventa un'ossessione: come uscirne?

Il lavoro è diventato un'ossessione? Anche il lavorare può diventare un'esigenza psicologica dettata dall'ansia e non solo da motivazioni positive. Cosa distingue l'innocuo stakanovista da un individuo affetto da patologia? Nell'ultimo caso, come uscirne?

Quando il lavoro diventa un'ossessione: come uscirne?

Il lavoro è un'occupazione che risponde a molte esigenze individuali: è una necessità, un modo per passare il tempo, una via per l'affermazione e la soddisfazione personale, ecc.

Anche l'impegno e il tempo che si dedicano ad esso variano notevolmente: qualcuno "scalda la sedia", altri scappano appena scatta l'orario, per altri ancora invece non c'è mai sosta.

Ma è sempre un bene lavorare tanto? In questo periodo di crisi potrebbe sembrare che l'attaccamento di alcuni sia dettato dal buon senso, dal desiderio di non rendersi inutile perché la ricerca di un nuovo lavoro potrebbe rivelarsi un'impresa titanica.

A volte però la costanza e la dedizione possono nascondere un'incapacità di staccarsi dalle attività lavorative, un impulso irrefrenabile al di fuori del proprio controllo: un'ossessione.

E allora come uscirne?

 

Ossessione e dipendenza dal lavoro

L'ossessione per il lavoro in termini psicologici in realtà rivela una forma di dipendenza che ne spiega immediatamente l'incapacità di sottrarsene.

Il Workaholic è una figura introdotta nel 1971 da Oates che lo inserì nelle New Addiction, cioè quelle nuove forme di dipendenza in cui manca una sostanza psicoattivante, sostituita da un comportamento "normale".

I sintomi delle new addiction sono quelli tradizionali: il lavoratore-dipendente sente un impulso irrefrenabile che non riesce a controllare nonostante i tentativi, soffre di una serie di sintomi fisici e psicologici che rivelano un'iperattività (disturbi del sonno, difficoltà a concentrarsi, tremori, sudorazione, ecc.).

Il lavoro subentra alle droghe e diventa un dispensatore di un appagamento immediato ma breve che costringe l'individuo ad aumentare progressivamente le dosi.

 

Quali sono i meccanismi psicologici delle dipendenze?

 

Ossessione del lavoro: specificità del workaholism

Il lavoratore vede in realtà nella sua attività un modo per superare delle emozioni negative, per sottrarsi a situazioni spiacevoli, relazioni inappaganti o eccessive responsabilità.

La ricerca sul fenomeno oltre ad aver individuato una serie di sintomi specifici come l'interesse eccessivo per le scadenze o l'aumento progressivo delle ore ha anche individuato anche tre profili:

  1. I work addicts che pur essendo dotati di elevata motivazione e impegno non sembrano trarre alcun piacere dalle proprie attività,
  2. I Enthusiastic addicts caratterizzati da scarsa motivazione pur provando molto piacere a lavorare e mettendoci molti impegno
  3. i Work Enthusiasts, cioè colore che mostravano alti valori in tutte e tre le aree.

 

La terapia per l'ossessione e la dipendenza da lavoro

L'ossessione del lavoro e la dipendenza che ne consegue sono un fenomeno ancora poco studiato, soprattutto per quanto riguarda la componenti sociali, organizzative e individuali che lo scatenano. Ne consegue una scarsa specificità sui programmi di terapia e recupero.

Come per ogni altra forma di dipendenza, la capacità di riconoscere i sintomi per tempo rappresenta il punto chiave del successo di ogni forma di intervento. La terapia cognitivo-comportamentale, come per ogni altra forma di dipendenza, è la soluzione più adeguata.

Per quanto riguarda la prevenzione, in molti casi è stata osservata un'elevata tendenza all'ambizione e al perfezionismo che si basa su scarsa autostima.

Coltivare quindi le proprie capacità e riconoscere i propri metodi è una via interessante da sviluppare.

 

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